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02 agosto 2014

Morto a 5 anni Lorenzo: bimbo simbolo della lotta all’inquinamento Ilva a Taranto.

Tratto da Il Fatto Quotidiano 

Taranto, morto a 5 anni Lorenzo: bimbo simbolo della lotta all’inquinamento Ilva

Al piccolo era stato diagnosticato un tumore al cervello a soli tre mesi. E' stato il padre, Mauro Zaratta, a dare l'annuncio su Facebook. L'uomo nel 2012 mostrò la foto del figlio intubato
Taranto, morto a 5 anni Lorenzo: bimbo simbolo della lotta all’inquinamento Ilva
E’ morto Lorenzo Zaratta, il bimbo di cinque anni di Taranto a cui fu diagnosticato – a soli tre mesi dalla nascita – un tumore al cervello. Ad annunciarlo su Facebook è stato il padre, Mauro (36 anni), che il 17 agosto del 2012 partecipò a una manifestazione contro l’inquinamento nel capoluogo ionico mostrando la foto del figlio intubato. L’uomo salì sul palco e raccontò il dramma che stava vivendo.

“Certo, – accusò papà Mauro – nessuno è in grado di dimostrare il nesso di causalità tra il tumore di Lorenzo e i fumi dell’Ilva, ma la mia famiglia lavorava lì e i miei nonni, mia mamma sono morti di tumore. Mio suocero anche era all’Ilva e mia moglie, durante la gravidanza, lavorava nel quartiere Tamburi. E tutti sappiamo che da quei camini non esce acqua di colonia, ma gas in grado di modificare il dna e provocare errori genetici come quello di mio figlio”.

Sul profilo Facebook dell’uomo ieri sera (mercoledì 30 luglio) è apparso questo post, l’ultimo saluto a Lorenzo da parte del papà: “Cari amici volevo avvisarvi che Lorenzino ci ha fatto uno scherzetto… ha voluto diventare un angioletto…”. Tanti commenti di vicinanza e solidarietà che gli utenti della rete hanno manifestato alla famiglia del piccolo. E tanta anche la rabbia espressa contro il Siderurgico e la grande industria ritenuta responsabile dell’emergenza sanitaria e ambientale a Taranto. “Il coraggio di Mauro e Lorenzo – e il dolore di tutta la famiglia – sono stati un esempio per tutti noi. Hanno ambedue continuato a lottare contro il cancro fino all’ultimo.

Sono stati una risposta dignitosa e forte all’indifferenza di quanti si voltano ancora dall’altra parte per convenienza, ignoranza o, peggio ancora, ignavia”.
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Il Fatto Quotidiano 

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