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12 agosto 2014

Peacelink:ILVA. NON VIENE RISPETTATA L'AIA E SI LASCIA FACOLTA' D'USO

Tratto da Tarastv.it

ILVA. NON VIENE RISPETTATA L'AIA 

E SI LASCIA FACOLTA' D'USO

La foto che inviamo ritrae le evidenti emissioni non convogliate dell'area GRF (Gestione Recupero Ferro) avvenute nella notte del 10 agosto scorso, alle ore 22.30 circa. E' l'immagine della gravità della situazione nella quale lo stabilimento ILVA di Taranto continua ad operare. Le emissioni non convogliate si alzano in aria dal reparto GRF posto sotto sequestro dalla magistratura. E' un reparto situato di fronte all’AFO5 (altoforno n.5).

Ricordiamo a tutti che il reparto GRF è ancora sotto sequestro e che la sua facoltà d'uso era ed è vincolata all'applicazione dell'autorizzazione AIA che ne prevedeva la copertura. La Corte Costituzionale ha specificato che la produzione dell'ILVA"può divenire illecita solo in caso di inosservanza delle norme e delle prescrizioni dettate a salvaguardia della salute e dell’ambiente".

Ai sensi della legge 231 del 2012 (la cosiddetta "Salva-Ilva" che incorporava e cristallizzava l'AIA dandole forza di legge) occorreva quindi coprire il reparto GRF da cui si sollevano quelle emissioni non convogliate che appaiono nella foto.
La legge 231 del 2012 avrebbe dovuto garantire la ferrea applicazione di tutte le norme di adeguamento degli impianti a garanzia dell'ambiente e la salute sia dei lavoratori sia dei cittadini. Cosa che non è stata fatta.
Sulla base della legge 231 del 2012 tutti gli interventi di messa a norma degli impianti di produzione dell'ILVA dovevano avvenire entro il 1° luglio 2014. Solo la scadenza della copertura del parco minerali (area di stoccaggio) faceva eccezione e aveva un termine all'ottobre 2015.
La copertura dell'area GRF doveva avvenire entro il 31 dicembre 2013, ........

PeaceLink ritiene inammissibile che le lavorazioni continuino senza l'applicazione di questa prescrizione in un impianto posto sotto sequestro perché considerato pericoloso in quanto - secondo il GIP Patrizia Todisco - «chi gestiva e gestisce l’Ilva ha continuato in tale attività inquinante con coscienza e volontà per la logica del profitto, calpestando le più elementari regole di sicurezza».
PeaceLink vuole ritornare a fare chiarezza sulla questione della FACOLTA' D'USO DEGLI IMPIANTI sequestrati.
La stessa Corte Costituzionale aveva chiarito che il sequestro preventivo "deve consentire la facoltà d’uso, salvo che, nel futuro, vengano trasgredite le prescrizioni dell’AIA riesaminata".
Ma se vengono trasgredite le prescrizioni dell'AIA riesaminata, come mai tutto prosegue come se quell'impianto non fosse sotto sequestro la cui facoltà d'uso è subordinata al rigoroso rispetto dell'AIA riesaminata?...

Questo archivio assume una particolare rilevanza in quanto a oggi - 12 agosto 2014 - tutti gli interventi dell'AIA su impianti di produzione e lavorazione dovevano essere già stati completati sulla base dell'AIA riesaminata nel 2012. Tutte le proroghe e le deroghe effettuate con decreti successivi costituiscono una violazione dell'articolo 29 decies il quale prevede che si proceda non all'ammorbidimento delle prescrizioni ma "alla revoca dell'autorizzazione integrata ambientale e alla chiusura dell'impianto, in caso di mancato adeguamento alle prescrizioni imposte con la diffida e in caso di reiterate violazioni che determinino situazioni di pericolo e di danno per l'ambiente".

PeaceLink constata con grande rammarico che lo stabilimento ILVA di Taranto continui ad operare violando le norme europee (direttiva 75/2010) in materia di tutela dell'ambiente e della salute.
Di tutto ciò PeaceLink ha già informato in data dell’11 agosto 2014 la Commissione Europea ed il Presidente del Parlamento Europeo.

Per PeaceLink
Alessandro Marescotti
Antonia Battaglia
Luciano Manna
http://www.peacelink.it
Qui l'articolo integrale

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