Tratto da Qualenergia
Il sistema energetico nel suo punto critico. Perché non si tornerà indietro
"Il punto di non ritorno della transizione energetica dalle fonti fossili alle rinnovabili è arrivato", scrive Chris Nelder, analista e consulente energetico americano :I fondamentali economici delle fonti convenzionali collassano, mentre le energie rinnovabili migliorano le loro performance.
Pubblichiamo un articolo apparso su Qualenergia.it il 4 marzo 2014 dicembre 2013
Parafrasando uno slogan di alcuni manifestanti dei G8 si potrebbe dire “Signori dell’energia fossile e nucleare, non vi sembra che sia una cinica pretesa venirci a dire che l’unico mondo possibile è il vostro?
Chris Nelder, un noto analista e consulente energetico americano, su Smartplanet.com, spiega che, nonostante le resistenze della vecchia struttura energetica, ormai il punto di non ritorno della transizione energetica dalle fossili alle rinnovabili è arrivato. ...
Il ragionamento di Nelder è articolato e spiega, dal suo punto di vista ed evidenziando alcuni fatti, come i fondamentali economici delle fonti convenzionali stiano collassando rapidamente, mentre le energie rinnovabili, e in particolare eolico e solare, stiano migliorando le loro perfomance anche in termini di costo e di investimenti.....
.........
Anche le centrali a carbone non se la passano bene. Negli States, secondo la EIA (US Energy Information Administration) almeno 60 GW di potenza non saranno più operative entro il 2016, più del doppio di quanto la stessa agenzia stimava solo nel 2012. Molti altri progetti sono stati abbandonati.
Lo stesso può dirsi per diverse centrali nucleari. Lo scorso anno il tasso di interruzione della produzione è senza precedenti. Altri reattori sono in procinto di chiudere, visto che i margini redditività si assottigliano e non si avvistano possibili miglioramenti negli anni a venire. ......
Nel contempo muta lo scenario energetico, specialmente nell’elettrico. I costi di molte rinnovabili si abbassano costantemente, tanto che un report del Rocky Mountain Institute e di CohnReznick ipotizza che, entro il 2025, milioni di utenti residenziali troveranno economicamente vantaggioso non essere più collegati alla rete elettrica. Un evento che già oggi minaccia le utility ed è l’effetto della combinazione della diminuzione dei prezzi dei sistemi solari (calo del 60% dal primo trimestre 2010) e dello storage. I prezzi delle batterie agli ioni di litio sono già oggi la metà di quelli del 2008.
Un recente articolo della Reuters riportava la dichiarazione del CEO di RWE su comele tre principali utility tedesche (E.ON, RWE, EnBW) stiano oggi affrontando “la peggiore crisi strutturale nella storia dell’offerta di energia”. Crescita delle rinnovabili e riduzione dei consumi hanno portato il prezzo all’ingrosso dell’elettricità ad un crollo del 60% rispetto al 2008. Tutto ciò potrebbe anche far rivedere le scelte degli investitori, più pronti oggi rispetto a qualche anno fa ad impegnare risorse in titoli di aziende del settore delle rinnovabili.
Certamente, il quadro è di una profonda complessità, ma i segnali, spiega Chris Nelder, sembrano incontrovertibili.
Ed ecco dunque quelle sue conclusioni, forse semplici ma innegabili. L’autore inizia chiedendosi, infatti, se c’è oggi qualcuno che consideri possibile un ribaltamento dell’andamento dei costi delle tecnologie energetiche: stop della riduzione dei costi dei sistemi solari, delle batterie, delle turbine eoliche e contemporaneo ritorno alla diminuzione di quelli di nucleare e carbone.
Continua chiedendosi se esistono certezze fondate per ritenere che non assisteremo più a perdite o a gravi incidenti nell’estrazione, nel trasporto o nella distribuzione di gas e petrolio, con le enormi conseguenze ambientali ed economiche che queste provocano.
L’analista ricorda poi che negli Usa ci sono più di 1300 depositi per le ceneri da carbone e che metà di questi non sono più utilizzati da decenni; molti non hanno nemmeno un adeguato involucro di protezione: un gravissimo rischio incombente per la contaminazione delle falde acquifere. “Qualcuno pensa che le autorità spenderanno in futuro denaro e tempo per metterli in sicurezza?, si chiede Nalder.
Intanto le infrastrutture dell’energia convenzionale invecchiano e la loro manutenzione è spesso rinviata. .......
Nader si domanda, inoltre, se esistano concrete possibilità per credere che le utility ‘ingoieranno’ migliaia di miliardi di dollari di loro asset, abbracciando in massa un nuovo modello di business.
Forse è più probabile che solo alcune di queste compagnie, quelle che ne saranno capaci, decideranno di utilizzare energia solare, storage e altre tecnologie capaci di soddisfare in modo più economico e affidabile la domanda di energia, anche nei casi in cui i ripetuti disastri climatici siano causa di danni alle reti elettriche convenzionali...........
Le rinnovabili sono un problema? Per chi?
Ogni giorno ci sono nuove prove e ... nuove soluzioni sostenibili.
Però si può anche decidere di non volerle vedere.
Nessun commento:
Posta un commento