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12 settembre 2014

1)M5S: «Chiudere Savona e le altre centrali a carbone. Puntare sulle rinnovabili» 2)A CHI SERVONO LE CENTRALI A CARBONE? CUI PRODEST ?

InTratto da Il Blog di Beppe Grillo 

"Nubi nere all’orizzonte. E polvere: sulle strade, sulle coltivazioni, sulle case, i balconi. Polvere che sporca e uccide: si affollano gli ambulatori medici prima, gli ospedali poi, in un destino ineludibile. Non si tratta di essere gufi: è matematica. Questo è ciò che accade all’accensione di ogni nuova centrale a carbone. Un mostro che sputa fuori arsenico, mercurio, piombo, polveri sottili e altri inquinanti e agenti cancerogeni, uccidendo il territorio circostante con i suoi abitanti, la sua economia e la sua ricchezza.

Ormai è lampante: non conviene produrre energia col carbone, considerati i costi sociali, i danni alla salute e l’impoverimento del territorio. Eppure le lobbies la spuntano sempre, sorrette da governi pavidi e schiavi del loro potere. Perché il carbone è profitto per pochi e povertà e morte per molti, tutti gli altri. I cittadini.
Questi tredici ecomostri italiani producono ben il 30% delle emissioni totali di CO2. Il carbone è il combustibile che provoca più danni su clima e salute: e questo è un dato di fatto, non un’opinione.

Il carbone emette il 44% di tutte le emissioni nocive mondiali, ce lo dice l'Agenzia Internazionale per l’Energia. Un particolato fine (pm 2,5) generato da ossidi di zolfo e azoto, fuliggini e polveri sottili che penetra nei polmoni e finisce direttamente nel sangue. Infarti e tumori che hanno un unico mandante: quello sbuffo nero su Civitavecchia, Savona, Brindisi, Fiume Santo, Brescia, Monfalcone e dovunque sia attiva una centrale a carbone. 
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Tratto  da Il Secolo XIX 


M5S: «Chiudere Savona e le altre centrali a carbone. Puntare sulle rinnovabili»


Roma Chiudere le 13 centrali a carbone che «uccidono l’Italia» ed investire sulle fonti rinnovabili. Lo scrivono i parlamentari del M5S in una nota sul blog di Beppe Grillo. I pentastellati attaccano ancora la centrale Tirreno Power del gruppo De Benedetti a Savona con un video di denuncia di un’esponente locale del Movimento.
I deputati e senatori M5S definiscono le tredici centrali a carbone (Civitavecchia, Savona, Brindisi, Fiume Santo, Brescia, Monfalcone tra le altre«tredici buchi neri, non solo velenosi, ma anche inutili» perché il fabbisogno energetico italiano può essere garantito con un maggiore uso delle energie rinnovabili. «Il picco storico di fabbisogno elettrico - spiegano i cinquestelle - è di circa 57 GW (dato del 2007) e la potenza che le nostre centrali idroelettriche, termoelettriche, solari, eoliche, geotermiche sono in grado di sviluppare è di ben 120 GW».
«Nel mondo, l’energia ricavata da fonti rinnovabili è in continua crescita, perché tanti si sono accorti che conviene produrre energia dalle fonti pulite. Anche l’Italia mostra il segno più: le rinnovabili hanno coperto oltre il 40% della produzione totale da gennaio a giugno. Idroelettrico, eolico, fotovoltaico e geotermoelettrico da soli sono arrivati a 53.068 GWh prodotti - concludono - Tanto si potrebbe fare per incrementare In Italia si potrebbe riorganizzare la rete distributiva proprio per spingere sull’acceleratore delle fonti rinnovabili. E invece no, i governi italiani - nessuno escluso - continuano a fare regali agli imprenditori amici senza riuscire a guardare più in là della punta del proprio naso».

  • Tratto da Studioingzanotti

    A CHI SERVONO LE CENTRALI A CARBONE? CUI PRODEST ?
  • IN UN PAESE DOVE
     
    il picco storico di fabbisogno elettrico è di circa 57 GW (dato del 2007)
  •  la potenza che le centrali idroelettriche, termoelettriche, solari, eoliche, geotermiche sono in grado di sviluppare è di 120 GW.
  • PERCHE, TENERE ATTIVE 13 CENTRALI A CARBONE?
  • Il carbone emette il 44% di tutte le emissioni nocive mondiali (fonte: Agenzia Internazionale per l’Energia)
  • in Italia queste 13 centrali da sole  producono ben il 30% delle emissioni totali di CO2
  • Il carbone per alimentare queste centrali per il 90% viene importato dall’estero, rendendoci dipendenti tra gli altri da paesi come Indonesia, Colombia, Cina, Russia e Venezuela e anche da Paesi dove i controlli sono spesso scarsi quando non assenti (Enel, ad esempio, acquista da Prodeco e Drummond, in Colombia,società accusate di violazioni dei diritti umani come testimoniano dossier realizzati dalle principali associazioni ambientaliste internazionali, tra cui Greenpeace che ha ottenuto, tra l’altro, che la stessa ENEL a luglio si impegnasse ufficialmente a rivedere i contratti). 
Eppure, nel mondo, l’energia ricavata da fonti rinnovabili è in continua crescita, perché tanti si sono accorti che conviene produrre energia dalle fonti pulite. Anche l’Italia mostra il segno più (qui il rapporto mensile di Terna): le rinnovabili hanno coperto oltre il 40% della produzione totale da Gennaio a Giugno. Idroelettrico, eolico, fotovoltaico e geotermoelettrico da soli sono arrivati a 53.068 GWh prodotti.
Tanto si potrebbe fare in Italia per spingere sull’ acceleratore delle fonti rinnovabili. E invece no, i governi italiani – nessuno escluso – continuano a favorire le solite lobbies e a tartassare i proprietari di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (vedi il decreto legge “spalma incentivi” o la riduzione dei corrispettivi RID – solo in quest’ultimo anno). 
Come se la salute delle persone non fosse un problema e l’ambiente fosse un dettaglio trascurabile. Insomma il carbone fa male sempre: quando si estrae, quando lo si trasporta, lo si brucia e se ne smaltiscono le ceneri.
 Cui prodest? È veramente questo il 
futuro energetico che ci aspetta?

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