Tratto da www.blogsicilia.com
Siracusa. Il prefetto convoca Don Prisutto e le associazioni scrivono al Procuratore, continua la lotta all’inquinamento
Don Palmiro Prisutto ogni 28 del mese celebra una messa funebre ricordando quanti, giovani e bambini, muoiono per cancro. E oggi la battaglia della Chiesa contro le morti nel triangolo industriale della provincia potrebbe essere arrivata a una svolta.
Dopo la decisione dell’Arcidiocesi di condividire l’iniziativa di don Palmiro Prisutto con l’invito a tutti i sacerdoti del territorio di fornire dati sulla mortalità per tumore da inserire in un registro parallelo a quello ufficiale, il prefetto Armando Gradone ha convocato per questa mattina il parroco di Brucoli per incontrarlo nella sede dell’ufficio territoriale di governo. Don Prisutto avrebbe sottoposto al prefetto una lettera inviata anni fa all’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi con cui si criticava il mancato intervento dello Stato a difesa del territorio.
Nel frattempo alcuni gruppi e associazioni locali – a partire dal “Popolo Inquinato” di Siracusa, Gela, Milazzo – hanno inviato una lettera al procuratore capo di Siracusa, Francesco Paolo Giordano con cui denunciano i mancati interventi a tutela dell’ambiente e della salute pubblica nelle aree a rischio della Sicilia, dalla carenza di controlli negli impianti alla scarsa attendibilità delle centraline che dovrebbero analizzare la qualità dell’aria.
“Manca una normativa ad hoc riguardante l’inquinamento industriale dell’aria che si respira – si legge nella lettera –ma i Comuni consentono ancora all’industria, attraverso il Cipa di stare all’interno di una rete di rilevamento pubblica attraverso un protocollo di intesa istituito nel 2005 per contrastare tale inquinamento. È normale che chi deve essere controllato diventi controllore di sé stesso? Che l’industria attraverso il Cipa, il cui presidente è anche il coordinatore del registro tumori della Sicilia orientale, debba controllare la qualità dell’aria delle centraline della provincia alla stessa stregua dell’Arpa, organo di controllo istituzionale?
Per questo motivo l’Asp Siracusa non fa correlazioni tra il dato ambientale e patologie tumorali nonostante Arpa e provincia inviino i loro i dati degli inquinanti petrolchimici non normati ma comunque rilevati? Come fanno i sindaci che rappresentano la massima autorità sanitaria a non intervenire quando si verifica un picco orario di benzene (ben noto cancerogeno) o quando sanno chi delle industrie ha causato l’incidente o emesso sostanze chimiche maleodoranti?
Come fanno a tacere e non intervenire sapendo che la gente del quadrilatero sta morendo di cancro?”.
Queste e tante altre domande, restano in attesa di una risposta ufficiale, e di atti concreti.
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