Nell’edizione 2014 di 'State of the
World', report annuale del Worldwatch Institute, vengono esaminate molte
esperienze dal basso nella lotta ai
cambiamenti climatici e per le rinnovabili, oltre alle strategie che servono per opporsi
a programmi governativi e interessi delle grandi corporation che non rispondono alle esigenze delle popolazioni.
Gli autori analizzano una ampia gamma di casi,proposte e
tendenze locali e regionali che puntano ad accrescere la democrazia energetica, la giustizia,così come le modalità
per contaminare altre realtà,ad esempio tramite i canali offerti
da internet.
Due notizie :una dalla Gran Bretagna ed una dall' ItaliaWorld', report annuale del Worldwatch Institute, vengono esaminate molte
esperienze dal basso nella lotta ai
cambiamenti climatici e per le rinnovabili, oltre alle strategie che servono per opporsi
a programmi governativi e interessi delle grandi corporation che non rispondono alle esigenze delle popolazioni.
Gli autori analizzano una ampia gamma di casi,proposte e
tendenze locali e regionali che puntano ad accrescere la democrazia energetica, la giustizia,così come le modalità
per contaminare altre realtà,ad esempio tramite i canali offerti
da internet.
Non a caso il titolo dell’edizione 2014 è Governing
for Sustainability. “Una ricerca di soluzioni per
una transizione energetica non solo rapida ed equa,
ma che dia voce ai lavoratori, con sempre meno
diritti, ai cittadini e alle comunità, sostituendo
l’anarchia creata dalla liberalizzazione del
mercato energetico con un approccio più pianificato
e condiviso”.......
for Sustainability. “Una ricerca di soluzioni per
una transizione energetica non solo rapida ed equa,
ma che dia voce ai lavoratori, con sempre meno
diritti, ai cittadini e alle comunità, sostituendo
l’anarchia creata dalla liberalizzazione del
mercato energetico con un approccio più pianificato
e condiviso”.......
Sweeney, indica inoltre tre obiettivi strategici
per raggiungere un più elevato livello di
democrazia energetica......Continua a leggere qui
per raggiungere un più elevato livello di
democrazia energetica......Continua a leggere qui
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1)Fonti fossili: dall’Università di Glasgow la rivoluzione anti inquinamento
(Rinnovabili.it) – A volte le grandi rivoluzioni partono dal basso. Potrebbe essere questo il caso dell’Università di Glasgow, la prima istituzione accademica nel Regno Unito a dire addio agli investimenti nelle fonti fossili a favore delle energie alternative.
E’ proprio di ieri la notizia secondo la quale l’organi di governo della Glasgow University avrebbe confermato la volontà di abbandonare circa 18 milioni di sterline di investimenti riservati ai combustibili fossili aderendo ad un più ampio movimenti di cui fanno parte organizzazioni, città e imprese che stanno cercando di ridurre la propria dipendenza dai carburanti inquinanti impiegati oggi per la produzione di energia elettrica e calore.
Descrivendo il progetto David Newall, dell’Università di Glasgow, ha detto che la mossa rientra in un cambiamento più ampio per ridurre le emissioni di carbonio dell’Ateneo.
“L’Università riconosce l’impatto devastante che i cambiamenti climatici possono avere sul nostro pianeta, e la necessità per il mondo di ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili”, ha detto in una dichiarazione Newall. “Nei prossimi anni cercheremo costantemente di ridurre i nostri investimenti nel settore dell’estrazione dei combustibili fossili, ma anche di prendere misure per ridurre il nostro consumo di carbonio.”
Nonostante sia la prima nel Regno Unito l’Università di Glasgow segue la scia di numerose realtà accademiche statunitensi e di organizzazioni tra cui la British Medical Association, impegnate nella riduzione dell’impatto inquinante.
Da qualche giorno è anche il primo comune italiano ad aver espresso ufficialmente la sua contrarietà al decreto “Sblocca Italia”. Il primo cittadino Giuseppe Lacicerchia - sulla spinta di alcune associazioni di cittadini - con la delibera n.40 del 7 ottobre 2014 ha impegnato il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, “ad impugnare la legittimità del Decreto legislativo n.133 del 12 settembre 2014, davanti alla Corte Costituzionale”. E lo stesso potrebbero fare altri sindaci lucani, presenti sabato 11 ottobre ad un incontro organizzato proprio a Craco, nella Sala consiliare di località Peschiera.
Un'iniziativa forte con l'obiettivo di scardinare l'immobilismo del massimo ente regionale e rimarcare la necessità di “tutelare il territorio della Basilicatadall'assalto delle compagnie petrolifere, contare nelle scelte di pianificazione e gestione del territorio e delle risorse naturali e difendere la salute e i diritti ad uno sviluppo eco-sostenibile delle popolazioni lucane”. Perché la Basilicata è finita nell'occhio del ciclone fossile e se c'è un decreto che incentiva lo sfruttamento di gas e greggio in Italia, e lo fa a scapito delle Regioni italiane, questo è lo “Sblocca Italia”.Continua a leggere qui
Descrivendo il progetto David Newall, dell’Università di Glasgow, ha detto che la mossa rientra in un cambiamento più ampio per ridurre le emissioni di carbonio dell’Ateneo.
Nonostante sia la prima nel Regno Unito l’Università di Glasgow segue la scia di numerose realtà accademiche statunitensi e di organizzazioni tra cui la British Medical Association, impegnate nella riduzione dell’impatto inquinante.
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2)Tratto da Qualenergia
Sblocca Italia, la rivolta degli enti locali contro l'assist ai petrolieri
Nello Sblocca Italia c'è un grosso assist per le compagnie petrolifere che operano in Basilicata, che richiedono carta bianca per poter raddoppiare le estrazioni. Si toglie potere alle comunità locali per aiutare i petrolieri su diversi fronti, dai procedimenti autorizzativi alla delicata questione della gestione delle acque di strato. E gli enti locali insorgono.Da qualche giorno è anche il primo comune italiano ad aver espresso ufficialmente la sua contrarietà al decreto “Sblocca Italia”. Il primo cittadino Giuseppe Lacicerchia - sulla spinta di alcune associazioni di cittadini - con la delibera n.40 del 7 ottobre 2014 ha impegnato il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, “ad impugnare la legittimità del Decreto legislativo n.133 del 12 settembre 2014, davanti alla Corte Costituzionale”. E lo stesso potrebbero fare altri sindaci lucani, presenti sabato 11 ottobre ad un incontro organizzato proprio a Craco, nella Sala consiliare di località Peschiera.
Un'iniziativa forte con l'obiettivo di scardinare l'immobilismo del massimo ente regionale e rimarcare la necessità di “tutelare il territorio della Basilicatadall'assalto delle compagnie petrolifere, contare nelle scelte di pianificazione e gestione del territorio e delle risorse naturali e difendere la salute e i diritti ad uno sviluppo eco-sostenibile delle popolazioni lucane”. Perché la Basilicata è finita nell'occhio del ciclone fossile e se c'è un decreto che incentiva lo sfruttamento di gas e greggio in Italia, e lo fa a scapito delle Regioni italiane, questo è lo “Sblocca Italia”.Continua a leggere qui
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