Tratto da Borsa italiana
ENEL: FONDAZIONE BANCA ETICA IN ASSEMBLEA, "CHIUDERE CENTRALI A CARBONE"
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 28 mag - La Fondazione Culturale Responsabilita' Etica e' tornata a fare azionariato critico oggi all'assemblea degli azionisti di Enel assieme all'associazione Re:Common.
Nel mirino, quest'anno, ci sono le centrali a carbone che rimarranno aperte in Italia nonostante il piano di dismissione presentato alla fine del 2014. "La societa' risponde alla crisi
del settore elettrico investendo nelle rinnovabili, la cui
capacita' installata salira' da 9,6 GW a 16 GW entro il 2019.
E' una grande svolta che attendevamo da tempo.
Tratto da Banca Etica
Siamo andati all'assemblea degli azionisti Enel per chiedere di chiudere tutte le centrali a carbone a partire da quella di La Spezia
La Fondazione Culturale Responsabilità Etica (Fcre) è tornata a fare azionariato critico oggi all'assemblea degli azionisti di Enel assieme all'associazione Re:Common.
Nel mirino, quest'anno, ci sono le centrali a carbone che rimarranno aperte in Italia nonostante il piano di dismissione presentato alla fine del 2014. Il piano prevede la chiusura di 23 impianti a fonti fossili in Italia per un totale di 13,32 GW di capacità installata.
«La società risponde alla crisi del settore elettrico investendo
nelle rinnovabili, la cui capacità installata salirà da 9,6 GW a 16 GW entro il 2019. E' una grande svolta che attendevamo da tempo», spiega Mauro Meggiolaro, responsabile azionariato critico di Fondazione Banca Etica. «Come azionisti critici monitoreremo gli obiettivi che Enel si è posta rilanciando con nuove proposte».
A Enel la Fondazione di Banca Etica chiede un piano preciso
per la chiusura di tre grandi impianti a carbone che non sono stati inclusi nella lista delle dismissioni: Civitavecchia, Brindisi e La Spezia.
I problemi dell'impianto spezzino sono stati evidenziati in assemblea da Daniela Patrucco, rappresentante del "Comitato Spezia Via dal Carbone". «A La Spezia le emissioni di CO2 sono aumentate di oltre il 70% dal 2002 al 2013 visto che nella centrale si è ridotto progressivamente l'uso del gas a favore del carbone», spiega Patrucco. «E' strano che La Spezia non sia nella lista degli impianti da dismettere nonostante si trovi all'interno del tessuto urbano, uno dei presupposti indicati da Enel per la dismissione degli altri impianti».Continua a leggere qui
Siamo andati all'assemblea degli azionisti Enel per chiedere di chiudere tutte le centrali a carbone a partire da quella di La Spezia
La Fondazione Culturale Responsabilità Etica (Fcre) è tornata a fare azionariato critico oggi all'assemblea degli azionisti di Enel assieme all'associazione Re:Common.
Nel mirino, quest'anno, ci sono le centrali a carbone che rimarranno aperte in Italia nonostante il piano di dismissione presentato alla fine del 2014. Il piano prevede la chiusura di 23 impianti a fonti fossili in Italia per un totale di 13,32 GW di capacità installata.
«La società risponde alla crisi del settore elettrico investendo
nelle rinnovabili, la cui capacità installata salirà da 9,6 GW a 16 GW entro il 2019. E' una grande svolta che attendevamo da tempo», spiega Mauro Meggiolaro, responsabile azionariato critico di Fondazione Banca Etica. «Come azionisti critici monitoreremo gli obiettivi che Enel si è posta rilanciando con nuove proposte».
A Enel la Fondazione di Banca Etica chiede un piano preciso
per la chiusura di tre grandi impianti a carbone che non sono stati inclusi nella lista delle dismissioni: Civitavecchia, Brindisi e La Spezia.
I problemi dell'impianto spezzino sono stati evidenziati in assemblea da Daniela Patrucco, rappresentante del "Comitato Spezia Via dal Carbone". «A La Spezia le emissioni di CO2 sono aumentate di oltre il 70% dal 2002 al 2013 visto che nella centrale si è ridotto progressivamente l'uso del gas a favore del carbone», spiega Patrucco. «E' strano che La Spezia non sia nella lista degli impianti da dismettere nonostante si trovi all'interno del tessuto urbano, uno dei presupposti indicati da Enel per la dismissione degli altri impianti».Continua a leggere qui
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