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25 agosto 2015

No al decreto sblocca Italia:La nostra salute non è in vendita.NO A 18 NUOVI INCENERITORI.

LA NOSTRA SALUTE NON E' IN VENDITA. SERVE UN  SFORZO DI TUTTI! - Ass.ne Zero Waste Lazio

PETIZIONE ON LINE SU  Change.org

Sì chiede che LA REGIONE LAZIO e TUTTE LE ALTRE REGIONI NON APPROVINO lo schema di Decreto attuativo ai sensi dell'art. 35, comma 1, del D.L. n. 133/2014 detto "SBLOCCA ITALIA"

1 - La normativa europea (Direttiva 98/2008/CE) ed italiana vigente (T.U. legge 152/2006 e smi) fissano un preciso ordine o gerarchia per i rifiuti, prevedendo per prima la fase della prevenzione, poi la fase della preparazione al riutilizzo, poi la fase del riciclaggio con recupero di materia e solo al penultimo posto anche quella con recupero di energia (con incenerimento) appena prima della fase residuale dello smaltimento (con incenerimento senza recupero di energia od in discarica). La loro esistenza ha minato e mina i fondamenti della gerarchia nella gestione dei rifiuti che punta al riutilizzo, al riciclo ed al recupero di materia in funzione della nuova strategia europea dell' "Economia Circolare";

2 - La normativa europea (Direttiva 98/2008/CE) ed italiana vigente (T.U. legge 152/2006 e smi) pongono una precisa tutela alla salute ed all'ambiente: "Gli Stati membri prendono le misure necessarie per garantire che la gestione dei rifiuti sia effettuata senza danneggiare la salute umana, senza recare pregiudizio all’ambiente e, in particolare: a) senza creare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo, la flora o la fauna; b) senza causare inconvenienti da rumori od odori e c) senza danneggiare il paesaggio o i siti di particolare interesse".
3 - Gli inceneritori di rifiuti impattano pesantemente con l’ambiente a causa delle emissioni in atmosfera e la diffusione a centinaia di chilometri dal sito stesso di tonnellate di composti chimici nocivi come diossine – furani – metalli pesanti che causano patologie cancerogene e vari danni alla salute alle popolazioni circostanti come dimostrato da una ormai consolidata letteratura scientifica sia a livello nazionale che internazionale;
4 - Gli inceneritori di rifiuti sono impianti costosissimi posti a carico della collettività oltre ad essere energeticamente inefficienti, ma lucrosissimi per le grandi Multi-utility che gestiscono già oggi catene di impianti in Lombardia – Emilia Romagna – Piemonte – Toscana e per industriali da tempo interessati al “business” di questa industria “nociva e drogata” ancora da pesanti incentivazioni pubbliche;
5 - Gli inceneritori di rifiuti in funzione sono oggi composti da 85 linee su 42 impianti concentrati soprattutto in Lombardia - Emilia - Toscana, sono impianti classificati come smaltimento (D10) e come tali sono autorizzati a trattare i rifiuti prodotti e selezionati nel loro territorio regionale, salvo accordi particolari inter regionali o disposizioni eccezionali determinate da emergenze proclamate dal presidente del consiglio dei ministri;
6 - Il Decreto attuativo proposta dal governo punta alla generale riclassificazione da impianti di smaltimento (D10) a impianti di recupero energia (R1) ed il loro massimo potenziamento, con la “promozione” da industrie insalubri a “insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell’ambiente”, ed è assolutamente fuorviante dato che questo consentirà il conferimento di rifiuti da qualsiasi regione
7 - Tale riclassificazione, oltre far decadere i principi di autosufficienza e prossimità (con la minima movimentazione dal luogo di produzione dei rifiuti stessi) e l’obbligo di smaltimento all’interno del territorio regionale, aumenterà pesantemente gli impatti e i rischi ambientali derivanti dal trasporto dei rifiuti verso e dagli stessi impianti di incenerimento - fase compresa nella gestione dei rifiuti – confermando la direzione opposta ai principi della Direttiva che mira a conseguire la minimizzazione degli effetti ambientali negativi derivanti dalla gestione dei rifiuti;
8 - Il Decreto attuativo proposta dal governo punta alla autorizzazione di altri dodici nuovi impianti di incenerimento di rifiuti, anche in Regioni che sono già "virtuose" sulla gestione dei rifiuti, oltre all'avvio della costruzione di altri nove impianti già oggetto di grandissima contestazione, come quelli di Malagrotta o di Albano Laziale nel Lazio o di Massafra in Puglia e di Gioia Tauro in Calabria;  

Per un'economia circolare!

IL NUOVO PARADIGMA EUROPEO DELL' ECONOMIA CIRCOLARE AL 2030 ILLUSTRATO 
NELLE SUE CINQUE FASI, CHE PARTE DALL'ULTIMO STEP DI ZERO RIFIUTI : LA RI-PROGETTAZIONE INDUSTRIALE DI BENI E PRODOTTI IN CHIAVE DI SOSTENIBILITA'
Per un'economia circolare! - Ass.ne Zero Waste Lazio 

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