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08 settembre 2015

Da Il sole 24 ore:Chiesa, scienza e business. Santa alleanza contro il disastro ambientale

Tratto a Il Sole 24 ore

Chiesa, scienza e business. Santa alleanza contro il disastro ambientale

Chiesa, scienza e business insieme. Per sollecitare la politica a muoversi davvero contro il grande cataclisma imminente: quello del disastro climatico. Sembra uno slogan a colpi di retorica invece qualcuno ci crede: potrebbe funzionare. Anche perché sarà Papa Francesco in persona a metterci la faccia. Forte della recentissima Enciclica Laudato si', che ha raccolto non scontati apprezzamenti anche dal crudo mondo degli affari, Francesco interverrà venerdì 11 settembre al meeting internazionale “Giustizia ambientale e cambiamenti climatici, verso Parigi 2015” patrocinato proprio dal Vaticano all'Istituto Agostinianum di Roma. C'è all'immediato orizzonte un disastro imminente che si può evitare facendo addirittura leva sulla creazione di un nuovo modello di sviluppo, persino di nuovi business. Lo dicono in una conferenza stampa due personaggi chiave: l'amministratore delegato di poste italiane Francesco Caio, che ha voluto partecipare all'organizzazione del convegno, e l'ex ministro dell'ambiente Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, che ha promosso il meeting chiamando a raccolta molti tra i maggiori studiosi mondiali della materia. 

Punto di non ritorno Il tempo stringe. Il punto di non ritorno è vicino. La prossima mega conferenza Onu sui cambiamenti climatici che si aprirà a Parigi il 30 novembre rappresenterà il crinale tra l'ennesimo non fare è una nuova strategia solidaristica mondiale, l'unica in grado di combattere l'imminente catastrofe. Ronchi insiste sulle misure irrinunciabili. La prima: “il divieto di costruzione di nuove centrali a carbone, almeno per i paesi a più alte emissioni pro capite”. E già qui lo scenario denso di incertezze, perché - insiste Ronchi - gli impegni da poco assunti dagli Stati Uniti, presentati come una svolta storica, sono assolutamente insufficienti se si analizzano con un minimo di rigore scientifico: le emissioni pro capite rimarrebbero superiori e non di poco a quelli dei paesi in via di sviluppo che qualcuno accusa invece di non fare abbastanza per limitare la loro corsa alla produzione ma anche all'inquinamento. Le priorità Ma ecco - prosegue Ronchi - la seconda carta irrinunciabile da giocare: l'introduzione di una Carbon Tax, che evidentemente dovrà sostituire l'attuale fallimentare sistema dell'emission trading, mentre vanno ridotti gli attuali sussidi alle fonti fossili (non tutti lo sanno ma sono ancora massicci). Ci sono poi i tre fattori chiave che possono effettivamente promuovere nuove filiere di business: lo sviluppo delle  fonti rinnovabili, il rafforzamento delle politiche delle misure per l'efficienza energetica in tutti i settori, l'intervento sulla mobilità e i trasporti “riducendo la crescita della domanda di mobilità veicolare privata”. Continua leggere qui
di Federico Rendina - 

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