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19 settembre 2015

Inquinamento: Il ruolo di primo piano del particolato secondario.DALLA MISURAZIONE DEGLI INQUINANTI ALLA STIMA DELLA MORTALITÀ.

Tratto da Scienza in rete
Inquinamento: Il ruolo di primo piano del particolato secondario

Nei paesi "sviluppati" muoiono di smog più persone di quante per AIDS, malaria, cancro al seno e tubercolosi.
Il particolato atmosferico (PMX) – prodotto da centrali elettriche, industrie, traffico veicolare, combustione di biomasse e riscaldamento con combustibili fossili – è il principale responsabile degli effetti avversi per la salute. Si stimano da 3 a 7 milioni di morti ogni anno nel mondo. In Cina 1.6 milioni di persone muoiono ogni anno di smog, pari al 17% delle morti.
Nonostante numerosi studi abbiano osservato un aumento del rischio per la salute umana associato a esposizioni a particolato atmosferico, è ancora generalmente trascurato il ruolo del particolato secondario. Due recenti ricerche pubblicate su autorevoli riviste scientifiche, hanno esplorato l’impatto del particolato atmosferico secondario sia a livello locale sia in aree anche molto distanti dalla sorgente emissiva.
Le ricerche, che riguardano la Cina e l’Italia, evidenziano la necessità di adottare un nuovo paradigma nella valutazione dell’impatto ambientale e sanitario delle industrie inquinanti, suggerendo di considerare 1) aree geografiche più estese di quelle attualmente considerate e 2) il particolato secondario, in aggiunta alle emissioni di NOx SOX e PMX. Infatti, spesso si presume che questo si formi in quantità trascurabili in area locale, interessando piuttosto zone a grande distanza. Lo studio italiano contribuisce a colmare questa lacuna.
L’INQUINAMENTO IN CINA
Dal 2012 il governo cinese ha adottato un nuovo standard ambientale di qualità dell’aria e iniziato lo sviluppo di un sistema nazionale di rilevamento che include 945 siti in 190 città.
Grazie alla disponibilità di questa rete di monitoraggio, molto estesa e con aggiornamenti di frequenza oraria,Robert A. Rohde Richard A. Muller hanno realizzato uno studio dal titolo “Air Pollution in China: Mapping of Concentrations and Sources”, recentemente pubblicato sulla rivista scientifica PLOS ONE.
I modelli di dispersione elaborati dai due ricercatori hanno dimostrato che a causa delle condizioni atmosferiche e della natura volatile dell’inquinamento, questo si distribuisce rapidamente anche in luoghi molto lontani dalla fonte emissiva. .....
Basse emissioni di SO2 indicano un basso livello di utilizzo di carbone o un migliore controllo degli inquinanti emessi dalle ciminiere. A parità di energia prodotta, in confronto al gas naturale il carbone produce quantità superiori di PMda 150 a 400 volte. Secondo i ricercatori -  che aderiscono alla Berkeley Earth, un’organizzazione americana che dal 2010 studia le cause del global-warming - la pianificazione di nuove centrali a carbone in Cina potrebbe esacerbare ulteriormente il problema dell'inquinamento.
DALLA MISURAZIONE DEGLI INQUINANTI ALLA STIMA DELLA MORTALITÀ
Per la stima delle morti causate dal PM2,5 i ricercatori hanno applicato il metodo e la base di dati della World Health Organization (WHO) per le cause globali di morte nel periodo 2000-2012. La WHO considera che il PM2,5 sia la causa di cinque distinti effetti sanitari avversi che nella ricerca sono stati applicati ai dati della popolazione interessata ottenuti dalle prefetture.
Il metodo utilizzato dai ricercatori potrebbe essere replicato in altre regioni ma –  scrivono i ricercatori –  attualmente reti di monitoraggio del tipo cinese sono presenti solo in pochi luoghi. I ricercatori auspicano che altre nazioni seguano l'esempio della Cina, realizzando network di rilevamento in tempo reale, estensivi e trasparenti.

Air Pollution in China by Berkeley Earth
LA RICERCA ITALIANA SUL PARTICOLATO SECONDARIO A BRINDISI
 “Secondary particulate matter originating from an industrial source and its impact on population health [Impatto sulla salute della popolazione del particolato secondario originato da una sorgente industriale] è l’articolo, di recente pubblicazione sull’International Journal of Environmental Research and Public Health, condotto da Cristina MangiaMarco Cervino ed Emilio Gianicolo del CNR (Marco Cervino presenterà la ricerca nel corso del convegno “Parigi chiama La Spezia: salvare il clima, chiudere con il carbone, aprire nuove opportunità”, organizzato alla Spezia per il prossimo 19 Settembre). 
Obiettivo dello studio è dimostrare che se si considera il particolato secondario oltre a quello primario, anche a livello locale la popolazione esposta aumenta considerevolmente. La sorgente presa in esame è la centrale termoelettrica Enel situata a Cerano (Brindisi). Con una potenza elettrica di 2.640 MW, alimentato annualmente con circa 6 milioni di tonnellate di polvere di carbone, l’impianto è in cima alle classifiche dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) per emissioni di sostanze inquinanti. L’anno di studio considerato è il 2006, anno intermedio del periodo totale di funzionamento.
L’aerea geografica di riferimento è rappresentata da 120 comuni delle province di Brindisi Lecce e Taranto, con una popolazione di circa 1.2 milioni. Mentre le zone a sud-est della centrale sono, in media in un anno, quelle più esposte alle emissioni di PM2.5 primario, l’area popolata interessata dalla persistenza di particolato secondario è molto più vasta. È stato osservato che il particolato primario ha il suo massimo di concentrazione a una distanza di circa sei chilometri dalla centrale mentre - a seconda delle scelte di calcolo - le diverse stime per il particolato secondario prevedono che il massimo di concentrazione giunga a una distanza tra i dieci e i trenta chilometri dalla stessa centrale.
LA METODOLOGIA AMBIENTALE
Lo studio valuta l’impatto del particolato primario e secondario tralasciando l’impatto associato ad altri inquinanti e microinquinanti presenti in aria e a eventuali contaminazioni di suolo, acqua ed alimenti. Il modello di dispersione utilizzato (Calpuff) è già in uso dall’Agenzia americana di protezione dell’ambiente (EPA). Sono stati ipotizzati due differenti meccanismi di trasformazione chimica e diverse concentrazioni delle sostanze che, interagendo con i composti dell’azoto e dello zolfo, danno origine al particolato secondario. Infine, è stata analizzata la meteorologia dell’area in esame, analisi quest’ultima cruciale in studi di questo genere. I dati sugli inquinanti emessi sono quelli dichiarati dall’azienda.
LA VALUTAZIONE DELL’IMPATTO SANITARIO
 I ricercatori hanno assunto come base di partenza gli studi condotti in tutti i continenti, da cui si ricava che incrementi della concentrazione di particolato fine si associano a tumore al polmone, a malattie dell’apparato cardiovascolare e respiratorio e alla mortalità per tutte le cause. Il passo successivo è stato quello di assumere che i coefficienti di rischio osservati per le popolazioni per le quali sono disponibili studi epidemiologici, siano validi anche per le popolazioni che risiedono nel cono di ricaduta del particolato fine che si origina dalla centrale di Cerano. Come esito sanitario è stato considerato solo il numero dei decessi, per tutte le cause, attribuibili a tale esposizione o, detto in altri termini, il numero dei decessi che si sarebbero evitati se questa esposizione non ci fosse stata. I dati sulla popolazione residente e sui decessi sono di fonte ISTAT.
I DECESSI STIMATI
Se si considera solo il particolato primario, sono 4 i decessi che si stima sarebbero stati evitati annualmente se non vi fosse stata esposizione. Questo numero varia da 1 a 7 se si tiene conto dell’incertezza statistica associata al coefficiente di rischio adottato. Quando si considera il particolato secondario, il numero stimato dei decessi attribuibili aumenta fino a 28. Tale numero varia da un minimo di 7 a un massimo di 44 a seconda dei diversi meccanismi chimici ipotizzati, delle concentrazioni assunte per ozono e ammoniaca, e dell’intervallo di confidenza per il coefficiente di rischio adottato.
La stima del numero dei decessi attribuibili all’esposizione al particolato è fondata sui risultati di un importante studio epidemiologico condotto in Europa nell’ambito del progetto Escape, che ha interessato diversi Paesi tra cui l’Italia. Considerando anche il particolato secondario, aumenta l’area geografica interessata dalle ricadute, la popolazione esposta all’inquinamento originato dalla centrale termoelettrica e, conseguentemente, il numero dei decessi attribuibile alla stessa centrale.....
 Secondo gli scienziati, ignorare il ruolo del particolato secondario conduce a una sottostima notevole dell’impatto che la centrale ha sulla salute delle popolazioni.   Su 
Scienza in rete l'articolo integrale
Biobliografia
- Air Pollution in China: Mapping of Concentrations and Sources – PLOS ONE doi: 10.1371/journal.pone.0135749
- Secondary Particulate Matter Originating from an Industrial Source and Its Impact on Population Health -Int. J. Environ. Res. Public Health 2015, 12(7), 7667-7681; doi:10.3390/ijerph120707667
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