Ilva, al via maxiprocesso ambientale: 47 imputati
Lo stabilimento siderurgico Ilva di Taranto, il piu' grande d'Europa, da martedi' prossimo tornera' alla ribalta per le sue vicende giudiziarie, mentre la produzione della fabbrica continua a stentare e i lavori Aia di adeguamento degli impianti alle norme di tutela ambientale non procedono certo speditamente. Prima udienza comunque a rischio per un difetto di notifica ad un imputato che, se non dovesse essere superato, potrebbe portare ad uno slittamento del processo.
Sembra lontanissimo quel 26 luglio 2012 in cui scattarono i primi provvedimenti cautelari della magistratura tarantina, con il sequestro dell'area a caldo e l'arresto di una parte dei vertici aziendali, a cominciare da esponenti della famiglia Riva, proprietaria della fabbrica. Martedi' in 47 (44 persone fisiche e tre societa', vale a dire Ilva spa, Riva Fire, la holding del gruppo, e Riva Forni Elettrici) saranno alla sbarra, dopo il rinvio a giudizio disposto il 23 luglio scorso dal gup del tribunale di Taranto Vilma Gilli al termine dell'udienza preliminare.
Dall'associazione per delinquere finalizzata a vari reati, tra i quali il disastro ambientale, all'avvelenamento di acque e sostanze alimentari (motivo per cui il processo si celebra dinanzi alla Corte di Assise di Taranto presieduta da Michele Petrangelo, a latere Fulvia Misserini piu' i sei giudici popolari), al getto pericoloso di cose, all'omissione di cautele sui luoghi di lavoro che avrebbero causato, tra gli altri, due 'morti bianche': questi i principali reati contestati dalla Procura della Repubblica di Taranto, che ha depositato alla Corte una lista per l'audizione di 179 testimoni e la citazione di 31 imputati in procedimento connesso.Continua a leggere qui
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