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22 novembre 2015

........La svolta elettrica ci renderà liberi dalle guerre del petrolio

Tratto da Themedithelegraph
Solo la svolta elettrica ci renderà liberi dalle guerre del petrolio
L’autore è professore associato di Storia Contemporanea alla Bocconi di Milano.                             GIUSEPPE BERTA 
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Gli scenari geopolitici su cui si proiettano gli atti del terrorismo internazionale sono ancora quelli che hanno come sfondo il profilo dei pozzi di petrolio. Richiamano dunque una fonte d’energia, coi suoi modelli tecnologici ed economici, che affonda le proprie radici nel secolo scorso.

In un certo senso, perciò, si collocano in una linea di continuità con le guerre mediorientali e i loro effetti, anche in un mondo in cui ormai si è ridotta e si sta riducendo l’importanza del petrolio, che ha risentito della discesa dei prezzi delle materie prime di questi ultimi tempi.L’azione dell’Isis si è notoriamente avvantaggiata della vendita, in forme illegalmente concorrenziali, dei prodotti petroliferi, che è stata utilizzata per finanziare i suoi progetti militari e terroristici.

È un tipo di finanziamento capillare, che si basa su un’attività di contrabbando più diffusa di quanto non si percepisca di primo acchito e che coinvolge quindi un numero di persone poco propense a interrogarsi sulle conseguenze di acquisti illeciti. Le complicità, che sono state spesso evocate nel caso della genesi dell’Isis e del suo radicamento, non si trovano soltanto ai vertici, nelle leve più elevate del potere e negli interessi di oligarchie esigue e potenti. Esse sfruttano altresì piccole convenienze immediate che non toccano tanto le sfere decisionali quanto le dimensioni quotidiane dell’economia illecita.Anche questo rende difficile stroncare il reticolo di connivenze che costituisce il terreno di coltura economico delle formazioni fondamentaliste e delle loro ali terroristiche.

Purtroppo, le esortazioni a prefigurare un assetto del mondo in cui il petrolio e, in generale, la disponibilità delle materie prime non contribuiscano più a mettere capo alle spaventose asimmetrie di ricchezza e di potere, tali da alimentare gli scenari di guerra, sono prevedibilmente destinate a produrre scarsi esiti nel breve periodo.

La politica internazionale mostra di muoversi lungo assi consolidati, che già in via di principio non paiono destinati a cambiare in profondità equilibri e rapporti di forza. E allora un impulso al mutamento può venire dalla trasformazione degli scenari tecnologici, in grado di alterare fortemente le basi del sistema economico. Per la prima volta così, per esempio, sembra che l’auto elettrica abbia la forza per imporsi come nuovo paradigma della tecnologia della mobilità. Anche nel nostro Paese si stanno approntando stazioni di servizio che potranno ricaricare le batterie dei veicoli elettrici in un numero limitato di minuti, con un costo estremamente contenuto a paragone di un pieno di benzina....

Elon Musk, l’inventore di Tesla, è il profeta di questa rivoluzione tecnologica. Il visionario Musk descrive un mondo in cui tutti i mezzi di trasporto saranno animati dall’elettricità, dalle auto agli aerei fino ai vettori spaziali che, secondo lui, dovrebbero consentirci di colonizzare Marte entro il 2050. 
Anche senza sposare queste profezie, è ormai evidente che, dopo la crisi, siamo alla vigilia di un rivolgimento tecnologico. 
Sarebbe bello poter pensare che esso concorrerà a liberarci dalla tirannia del petrolio e soprattutto delle guerre e delle violenze che ha generato.

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