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08 dicembre 2015

Ministro Galletti alla Cop 21 «Il successo dipende da noi .Il rapporto Germanwatch 2015: passare dalle parole ai fatti.

Tratto da Greenreport
Cogliati Dezza: «Tagliare i sussidi alle fossili, No alle trivelle e Sì al sostegno delle rinnovabili»

Galletti alla COP21: «Il successo dipende da noi. Subito un accordo efficace e solidale»

Il rapporto Germanwatch 2015: passare dalle parole ai fatti. Fairwatch: Galletti ha raccontato una realtà che non esiste
[8 dicembre 2015]
Galletti Cop21
Nel suo intervento alla Conferenza delle parti Unfccc a Parigi, il ministro dell’ambiente italiano, Gian Luca Galletti, ha detto ai delegati che «Dipende solo da noi il successo di questa COP e la definizione di un accordo che sia di tutti e che sia capace di assicurare a tutti i paesi un futuro migliore. Un futuro senza cambiamenti climatici fuori controllo con conseguenze incalcolabili e ingestibili. Un futuro solidale in cui tutti i paesi abbiamo le opportunità economiche e tecnologiche per una crescita sostenibile. Un futuro in cui la de-carbonizzazione dell’economia sia un obiettivo di medio termine non solo ambientale, ma sia soprattutto un nuovo modello di sviluppo sociale ed economico, portatore di benessere più diffuso e di equità fra i popoli. Dobbiamo lasciare Parigi con una intesa storica di responsabilità nei confronti delle future generazioni. Un’intesa di civiltà che ha tanto più valore in questi  tempi ed in questa città, segnata quest’anno dall’odio cieco e dalla barbarie terroristica».
Galletti ha sottolineato che «L’Italia, insieme ai paesi dell’Unione Europea, ha sempre sostenuto l’esigenza di una intesa ambiziosa. Oggi l’ambizione non è una opzione è una necessità perché non abbiamo più tempo per intese deboli. La Terra non ci da altro tempo; gli eventi estremi innescati dal surriscaldamento globale stanno causando con una crescita esponenziale di frequenza e intensità, vittime e danni crescenti in tutto il mondo. Si deve e si può essere ambizioni. .....
Galletti ha concluso il suo intervento con le parole di Papa Francesco «che con l’enciclica “Laudato Sì” ci ha dato un contributo morale altissimo sui temi ambientali. Il Pontefice ci ha detto che la sfida che abbiamo davanti è quella di una ecologia integrale ,“economica sociale e ambientale”, che ci consenta di “ridefinire il progresso”. Noi possiamo farlo qui a Parigi, ridefinire il progresso per l’umanità, per costruire tutti assieme un futuro migliore».
Il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, ha commentato positivamente quanto detto da Galletti alla COP21 di Parigi, ma ha evidenziato che «L’ambizione va praticata anche a livello nazionale  – ha commentato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza  -, adottando da subito un piano d’azione per il clima che porti il nostro Paese su una completa decarbonizzazione e verso un futuro rinnovabile e libero da fonti fossili. Ora ci aspettiamo che il governo applichi immediatamente quanto dichiarato a Parigi, tagliando i sussidi alle fossili e mettendo in campo una strategia lungimirante per le rinnovabili e l’efficienza. Ciò significa, in sostanza, No alle trivelle e Sì a una politica ambiziosa a sostegno delle rinnovabili. L’Italia deve passare dalle belle parole ai fatti concreti, così come evidenziato anche dal rapporto annuale  Germanwatch presentato oggi a Parigi, realizzato in collaborazione con Legambiente per l’Italia»....
Alberto Zoratti, presidente di Fairwatch, presente come osservatore alla COP21, dice che Galletti a Parigi ha raccontato una realtà che non esiste: «L’impegno che viene richiesto ai Paesi industrializzati parla di obiettivi vincolanti e dovrebbe comprendere anche meccanismi sanzionatori in caso di non ottemperanza, come avviene nei trattati commerciali. Appellarsi alla solidarietà e alla semplice volontà è un ottimismo della ragione oggi non più accettabile, vista la situazione climatica sempre più precaria e visto che nella governance globale ad un approccio volontario sulle questioni dello sviluppo sostenibile, si contrappongono meccanismi impositivi nei trattati di libero scambio, con una chiara priorità nella risoluzione delle controversie L’impegno italiano nell’aumentare il contributo finanziario per l’adattamento a 4 miliardi di dollari per il 2015 – 2020 non chiarisce la fonte di quei fondi, non sottolinea il fatto che debbano essere nuovi ed aggiuntivi e, soprattutto, non tranquillizza rispetto al fatto che non debbano essere stornati dai fondi per l’aiuto pubblico allo sviluppo».
Per Zoratti, «Le percentuali fornite dal Ministro rischiano di essere fuorvianti, a cominciare da quel 40% di elettricità da fonti rinnovabili che non descrive la politica ambivalente di un Governo che a parole supporta la sostenibilità e poi supporta le richieste delle imprese petrolifere nel consolidare la propria attività estrattiva. Senza peraltro ricordare che la percentuale di energia rinnovabile è stata possibile grazie a politiche passate di incentivazione, cambiate in modo irrazionale ed improvviso con la conseguenza di un intero settore economico raso al suolo. 
Lascia perplessi la determinazione del Ministro a sostenere la richiesta di un aumento massimo di temperatura a 1.5°C, cosa che richiederebbe, come sottolineato dai movimenti della società civile, un immediato cambiamento strutturale del modello economico. Il Ministro sembra non ricordare che abbiamo ormai superato la soglia di 400 parti per milione di CO2 in atmosfera e che il limite paventato dalla comunità scientifica internazionale di 450 ppm è ormai alle porte»

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