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01 dicembre 2015

Obama: «Perché l’avvenire dei nostri figli non finisca inghiottito come i villaggi d’Alaska»

Tratto da Il Corriere della Sera

Cop21, Obama: «Perché l’avvenire dei nostri figli non finisca inghiottito come i villaggi d’Alaska»


Io credo alle parole di Martin Luther King, che esiste il momento in cui è ormai troppo tardi. E quando si parla di cambiamento climatico, questo momento è ormai alle porte. 
Ma se noi agiremo qui, se agiremo adesso, se metteremo i nostri interessi a breve termine in secondo piano rispetto all’aria che i giovani respirano, al cibo che mangiano, all’acqua che bevono e alle speranze e ai sogni che sostengono la loro vita, allora no, non saremo arrivati troppo tardi. 

La crescente minaccia dei mutamenti climatici è quella che più di tutte potrebbe definire drammaticamente i contorni di questo secolo. A doverci dare speranza, è il fatto che le nostre nazioni condividono un senso di necessità e di comprensione sempre maggiore: fare qualcosa si può. Quest’estate in Alaska ho visto che il mare sta già inghiottendo villaggi ed erodendo le coste. Per me è stato come vedere il futuro dei nostri figli, se il clima continuerà a cambiare più rapidamente dei nostri sforzi per trovare una soluzione. Paesi sommersi, città abbandonate, terra che non produce più nulla. 
Sono qui come leader della più grande economia del mondo, la seconda per emissioni prodotte, per affermare che gli Stati Uniti d’America non solo riconoscono il ruolo avuto nel creare questo problema, ma si assumono le proprie responsabilità per cambiare le cose. 

L’anno scorso l’economia globale è cresciuta, mentre le emissioni da combustibili fossili sono rimaste allo stesso livello. Un dato che non va sovrastimato, certo. Ma abbiamo dato una spallata ai vecchi argomenti dell’immobilismo. Dimostrando che una forte crescita e un ambiente più sicuro non dovranno più essere in conflitto, ma lavorare assieme. Uno dei nemici da battere qui a Parigi è il cinismo. 

Accordiamoci su un forte sistema di trasparenza che dia la fiducia che tutti noi stiamo adempiendo ai nostri impegni. Garantiamo ai Paesi che non sono del tutto in grado di presentare una relazione sui propri obiettivi che avranno il sostegno che serve. 

Riaffermiamo il nostro impegno affinché ci siano risorse per i Paesi che vogliano fare la propria parte, passando oltre la fase «sporca» dello sviluppo. Garantiamo le risorse per chi ha bisogno di aiuto per prepararsi agli impatti dei cambiamenti climatici che non possiamo più evitare. Molte nazioni che hanno contribuito poco al riscaldamento globale saranno le prime a risentire dei suoi effetti più distruttivi.


Mostriamo a imprese e investitori che l’economia mondiale è su un percorso solido, verso un futuro a basse emissioni di carbonio. Se metteremo in campo le giuste regole e i giusti incentivi, libereremo le capacità creative dei nostri migliori scienziati, ingegneri ed imprenditori per implementare tecnologie di energia pulita, nuovi posti di lavoro e nuove opportunità che vedranno la luce in tutto il mondo. Ci sono centinaia di miliardi di dollari pronti per essere distribuiti in Paesi di tutto il mondo, se questi accoglieranno il segnale che stavolta stiamo facendo sul serio. Mandiamo quel segnale...... 
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