COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE.

QUESTO BLOG UTILIZZA COOKIES ,ANCHE DI TERZE PARTI.SCORRENDO QUESTA PAGINA ,CLICCANDO SU UN LINK O PROSEGUENDO LA NAVIGAZIONE IN ALTRA MANIERA ,ACCONSENTI ALL'USO DEI COOKIES.SE VUOI SAPERNE DI PIU' O NEGARE IL CONSENSO A TUTTI O AD ALCUNI COOKIES LEGGI LA "COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE".

02 dicembre 2015

WWF:I Paese sviluppati possono aprire la strada alla fine del carbone.

 / ©: WWF USA

Tratto da La Stampa 

I Paese sviluppati possono aprire la strada alla fine del carbone

Già Gran Bretagna, Austria e Alberta (Canada) hanno annunciato di voler fermare le centrali in una decina di anni
Mentre i lavori proseguono nei sempre più chiusi gruppi di lavoro, gli annunci di iniziative pubbliche e private si susseguono. Protagoniste le energie rinnovabili che, come ricorda oggi un divertente articolo su The Onion, «gli scienziati educatamente ricordano sono pronte a partire in ogni caso»; ma che devono sostituire al più presto i combustibili fossili se vogliamo rimanere ben al di sotto della soglia di 2°C di aumento medio della temperatura globale.   
Protagonista in negativo, invece, il carbone, il convitato di pietra, o meglio ormai dell’età della pietra: è il combustibile fossile di cui il mondo può fare a meno da subito, specie nei paesi sviluppati, ed è quello che provoca il livello più alto di emissioni di CO2 se bruciato. Già UK, Austria e l’Alberta (Canada) hanno annunciato di voler fermare le centrali a carbone in una decina di anni. Nel 1306 il re Edoardo di Inghilterra aveva provato per primo a bandire la combustione del carbone perché la regina madre, Eleonora, era rimasto intossicata dai suoi fumi.  

Ma in quell’epoca non c’erano molte alternative per riscaldarsi, e si continuò a usarlo. Oggi però le alternative ci sono, e sono non solo pulite e rinnovabili, ma anche più convenienti, tanto più per chi non ha ancora accesso all’energia elettrica. Lo sa bene il premier indiano, che ha lanciato l’alleanza del solare, pur rivendicando il diritto a bruciare le fonti disponibili per sostenere lo sviluppo, aspettandosi aiuti concreti per non doverlo fare, mi permetto di presumere.  

Le lobby del carbone sono attivamente all’opera per scongiurare il bando definitivo, ben sapendo che ormai le vendite sono in netto calo (-2,3/4,6 per cento nei primi nove mesi del 2015); dato particolarmente importante, l’uso del carbone è in calo in Cina, un paese dove l’inquinamento sta avendo costi sanitari e sociali davvero pesanti. Ma l’abbandono va incoraggiato da provvedimenti che tutelino il clima, la salute e l’ambiente, e i paesi OCSE devono dare il buon esempio. E’ necessario, quindi, che i Governi dei Paesi industrializzati introducano con urgenza una normativa che garantisca l’immediata sospensione della costruzione di nuove centrali a carbone, la chiusura delle centrali a carbone meno efficienti e il percorso per la progressiva chiusura di tutte le centrali a carbone. Lo sottolinea un rapporto a cura del WWF Internazionale.  

L’Italia può giocare un ruolo di primo piano accelerando il processo di fuoriuscita dal carbone, come promesso dal Presidente del Consiglio il 22 giugno agli Stati Generali del Clima. Una promessa di cui pare non esserci più memoria. Eppure il nostro è uno dei paesi che può fare a meno da subito del peggior combustibile fossile, avendo una forte overcapacity produttiva per l’energia elettrica (possiamo produrre più del doppio del massimo picco di domanda raggiunto a luglio per l’uso massiccio dei condizionatori). 

Le politiche dei Governi devono soddisfare contemporaneamente due sfide interconnesse: energia a prezzi accessibili per tutti e protezione del clima. Oggi la chiave per consentire sviluppo sostenibile e accesso all’energia per tutti c’è ed è nelle energie rinnovabili. Un modello di sviluppo energetico più diffuso e decentralizzato porta benefici estesi e limita le emergenze sanitarie dovute all’inquinamento, al contrario di quanto avviene oggi coi modelli centralizzati fondati sui fossili e il nucleare. Confidiamo che le iniziative per lo sviluppo dell’energia solare annunciate in India come in Africa facciano vincere la sfida dello sviluppo sostenibile, mettendo fuori gioco il vecchio e pericoloso carbone.  

* responsabile clima WWF  

Nessun commento: