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10 gennaio 2016

Antonia Battaglia - Ilva, uno scandalo di incompetenza e malapolitica

Tratto da Micromega 

Ilva, uno scandalo di incompetenza e malapolitica


di Antonia Battaglia


L’Ilva di Taranto é in vendita. È avvenuta martedì 5 gennaio, sulla stampa nazionale e internazionale, la pubblicazione del bando per la manifestazione di interesse, in seguito alla quale il toto acquirente è ormai scatenatissimo....

L’obiettivo del Ministero dello Sviluppo Economico è di trasferire i complessi del gruppo siderurgico entro il 30 giugno 2016, come previsto dal decreto-legge del 4 dicembre 2015, che, tra l’altro, oltre alla vendita ne prevede la possibilità di affitto.

Il Governo, quindi, che per anni ha dichiarato di voler salvare lo stabilimento, Taranto, gli operai e i bambini di una delle città a più alto tasso d’inquinamento d’Europa, adesso cede, va in fretta, vuole sbrigarsi, dopo l’annuncio della Commissione Europea che chiede delucidazioni in merito agli aiuti di stato elargiti in questi anni all’azienda ed in merito alle decisioni che dovranno pur esser adottate per far fronte al dramma sanitario- ambientale.

La crisi della siderurgia è globale, con prezzi dell’acciaio che, nel 2015, sono crollati di oltre il 45%.

La crisi della città di Taranto è altrettanto importante ed è conseguenza diretta della scelta di continuare ad investire tutto sulla monocoltura industriale, ovvero in uno stabilimento nel quale gli incidenti sul lavoro continuano a mietere vittime; uno stabilimento non a norma dal punto di vista dell’adeguamento ambientale; uno stabilimento che ha bisogno di continui aiuti di stato per esercitare le funzioni correnti; uno stabilimento che non riesce a rispettare le direttive europee in materia ambientale.

Sono di pochi giorni fa le reazioni convulse e le prese di posizione di sindaco, Arpa Puglia e ASL di Taranto in merito ai dati sull’inquinamento dell’aria forniti da Peacelink. Dati preoccupanti, che riportano la situazione indietro di anni, quando la fabbrica era gestita dai Riva.

La vendita o l’affitto da parte del Governo vogliono dire sconfitta, certificazione della strategia errata perseguita durante questi anni. Una politica industriale che ha voluto “maldestramente” premiare la produzione e che non si è preoccupata affatto dei diritti primari dei propri operai e di quelli della popolazione......

La veloce pubblicazione del bando, la richiesta di nuovi prestiti bancari, le proroghe sulla realizzazione delle misure più importanti e la scarsa progettualità che si intuisce, sono decisioni frutto di una politica inconcludente. Non c’è visione strategico-economica, non c’è una presa di coscienza della gravità delle conseguenze sanitarie ed ambientali di tali decisioni governative.

Siamo ai limiti della violazione di diritti umani.

Tutto questo non porterà né a migliorare la gestione dello stabilimento, né ad aumentarne la produttività, né a bloccare le procedura europee e il potenziale deferimento in Corte di Giustizia.

Concedere un ulteriore finanziamento statale di 800milioni di euro ad una azienda che ha già tre miliardi di debiti, e spostare ulteriormente (al 30 giugno 2017) la messa a norma degli impianti rappresenta una bandiera bianca.

Taranto rivuole indietro il proprio diritto alla vita, al lavoro, alla dignità e ad un futuro diverso.
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Micromega

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