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22 gennaio 2016

LO STUDIO DI GREENPEACE:Il 2016 potrebbe essere l’anno dell’addio al carbone

LO STUDIO DI GREENPEACE

Il 2016 potrebbe essere l’anno dell’addio al carbone

Quest’anno potrebbe essere quello giusto per ridurre drasticamente la dipendenza dai combustibili fossili e
, in particolare, dal carbone.
Secondo i dati raccolti da Greenpeace, infatti, nel 2015 l’utilizzo del carbone è già calato di circa 100 milioni di tonnellate a livello globale.
Passi avanti importanti sono già stati fatti sia dagli Stati Uniti che dalla Cina, i due maggiori maggiori consumatori di questo tipo di combustibile.

Il governo di Pechino ha annunciato che nei prossimi anni non intende approvare l’apertura di nuovi siti d’estrazione e che verranno progressivamente chiuse circa mille miniere.

Secondo Greenpeace, si tratta di passi avanti epocali: le stime calcolate in precedenza, infatti, avevano previsto nei prossimi 5 anni un aumento del consumo di carbone da parte della Cina di circa un miliardo di tonnellate.
Anche gli Stati Uniti hanno deciso di darci un taglio: di recente, il Dipartimento degli interni ha annunciato che rivedrà il programma che permette alle compagnie minerarie di avere l’usufrutto dei siti di estrazione.
 Il 40% del carbone estratto negli Stati Uniti da compagnie private, infatti, proviene da giacimenti posti su terreni statali.
Infine, il governatore dello stato di New York ha già annunciato che, entro il 2020, verranno eliminate le centrali elettriche a carbone.
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Smog journey, le immagini del corto di Greenpeace raccontano l’aria che si respira in Cina

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Greenpeace presenta Smog journey del regista Jia Zhangke. Il documentario della durata di sette minuti vuole sensibilizzare sul tema delle immissione di polveri ultrasottili nell’atmosfera in Cina. I dati diffusi da Greenpeace evidenziano come oltre il 90% delle 190 città oggetto della ricerca superi i limiti indicati relativamente alla concentrazione media annuale dei livelli di PM2.5.

Smog journey, quando la tossicità è sinonimo di normalità

Cina. Sullo sfondo una ciminiera soffia nel cielo del fumo bianco mentre in primo piano una famiglia  viene scossa a turno da colpi di tosse. Un bambino viene visitato ai polmoni da un medico in una città immersa nello smogmentre per strada le persone indossano mascherine e sembrano vivere nella più totale e rassegnata normalità. Sono le prime sequenze del corto Smog journey del regista cinese Jia Zhangke, il cortometraggio voluto da Greenpeace per denunciare il dramma delle immissioni nell’atmosfera di sostanze nocive che quotidianamente avviene nel Paese Asiatico.
“Respirare aria pulita è una necessità fondamentale per una vita salutare – afferma Yan Li, responsabile  della campagna Clima ed Energia di Greenpeace East Asia, che prosegue – è triste che i bambini crescano circondati più da smog che da aria pulita e cieli blu, come raffigurato nel film di Jia. 
Restituire aria pulita deve essere una priorità che richiede provvedimenti immediati. Greenpeace chiede al governo cinese di intraprendere azioni immediate per la salvaguardia dei suoi cittadini, riducendo i consumi di carbone in favore di fonti più pulite come le rinnovabili”.

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