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15 gennaio 2016

Viegi (Cnr): lo smog non è solo un problema ambientale ma danneggia fortemente la salute

Tratto da Agenzia Parlamentare

Inquinamento, Viegi (Cnr): lo smog non è solo un problema ambientale ma danneggia fortemente la salute

Consiglio Nazionale delle Ricerche
(AGENPARL) – Roma, 15 gen 2016 – Giovanni Viegi, Direttore f.f. Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare (IBIM) CNR, Palermo; Professore di “Effetti dell’inquinamento sulla salute”, Corso di Laurea in Scienze Ambientali, Università di Pisa
Sono passati 105 anni da quando Henry Antoine des Voeux, componente della Società londinese per l’abbattimento del fumo da carbone, coniò un nuovo termine “smog”, sintesi di due parole “smoky fog”, per identificare “quel qualcosa prodotto nelle grandi città, ma inesistente in campagna”.
Sono altresì passati 63 anni dall’episodio acuto di Londra in cui, a causa dell’intenso e persistente smog, si registrarono oltre quattromila decessi aggiuntivi in meno di due settimane.
Tale episodio segnò l’inizio di una nuova scienza, l’epidemiologia ambientale, la quale nell’ultimo mezzo secolo ha disegnato e condotto migliaia di studi di popolazione, evidenziando che l’inquinamento atmosferico è un fattore di rischio certo per malattie cardio-respiratorie.
L’inquinamento atmosferico è associato a mortalità per malattie cardio-respiratorie, tumore al polmone, ricoveri ospedalieri per malattie respiratorie (compresa la polmonite) e per asma, incidenza e riacutizzazione di asma, rinite allergica, sintomi respiratori (tosse, espettorato, respiro sibilante, difficoltà di respiro), riduzione della funzione respiratoria. Inoltre, esso causa un incremento dell’assenteismo lavorativo e scolastico, nonché la necessità di aumentare le dosi di broncodilatatori nei pazienti con patologia ostruttiva cronica. Determina quindi enormi costi socio-economici.
Sono passati 10 anni da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS in italiano e francese, WHO in inglese) ha emanato le sue linee guida per il particolato atmosferico (PM), l’ozono (O3), il biossido di azoto (NO2), l’anidride solforosa. Tali limiti, con l’eccezione di quello per l’ossido di azoto, sono molto più restrittivi di quelli ammessi dall’Unione Europea (UE).
La conseguenza è ben descritta nel Rapporto dell’Agenzia Ambientale Europea (Air quality in Europe – 2015 report), pubblicato agli inizi di dicembre in concomitanza con l’avvio della Conferenza sul clima COP21 di Parigi.

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