COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE.

QUESTO BLOG UTILIZZA COOKIES ,ANCHE DI TERZE PARTI.SCORRENDO QUESTA PAGINA ,CLICCANDO SU UN LINK O PROSEGUENDO LA NAVIGAZIONE IN ALTRA MANIERA ,ACCONSENTI ALL'USO DEI COOKIES.SE VUOI SAPERNE DI PIU' O NEGARE IL CONSENSO A TUTTI O AD ALCUNI COOKIES LEGGI LA "COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE".

17 aprile 2016

Nascite premature causate dall’inquinamento. “Il costo dell’aria inquinata è inverosimile, non solo in termini di vite umane ma anche per l’impatto economico sulla società“.

 Tratto da Ultima Voce

Nascite premature causate dall’inquinamento

Le nascite premature, causate dall’inquinamento dell’aria, negli Stati Uniti sono circa 16 mila ogni anno e hanno un impatto economico che supera i 4 miliardi di dollari.
Secondo un report del NYU Langone Medical Center, pubblicato sulla rivista Environmental Health inquinamentoPerspectives, il costo economico delle nascite premature causate dallo smog comprende circa 760 milioni di dollari spesi ogni anno tra ricoveri ospedalieri e medicinali e oltre 3 miliardi e mezzo di dollari persi in termini di produttività economica dovuti a disabilità fisiche e mentali associate alle nascite premature.
L’inquinamento atmosferico, spiegano i ricercatori, è collegato all’aumento di componenti chimiche tossiche nel sangue e può causare lo stress del sistema immunitario. Condizioni che possono indebolire la placenta e causare le nascite premature.
 Secondo l’autore principale dello studio, Leonardo Trasande: “Il costo dell’aria inquinata è inverosimilenon solo in termini di vite umane ma anche per l’impatto economico sulla società“.
Per risolvere, in parte il problema, basterebbe ridurre le emissioni derivanti da automobili e centrali elettriche a carbone.
Un altro studio, condotto nel 2014 dalla University of Texas Medical Branch a Galveston, ha analizzato l’invecchiamento precoce e innaturale della placenta causato da fattori esterni come lo stress ossidativo indotto. Quest’ultimo può essere causato da tossine ambientali e inquinamento.
Non fare nulla costa più che fare, alle famiglie, ai governi locali e centrali. Ogni anno l’Europa spende 196 miliardi di euro per infarto, ictus cerebrale, embolia, trombosi venose e arteriose, il 54% per i costi diretti, legati alla cura di queste malattie, ai ricoveri in ospedale, agli esami e ai farmaci. Il rimanente 46% per i costi indiretti, legati alla mancata produttività e alle spese sostenute dalle famiglie per l’assistenza ai malati colpiti da malattie che, quando non uccidono, lasciano una gravissima invalidità, spesso permanente.
In Italia, per esempio, ogni aumento di 10 punti percentuali dei casi di infarto e ictus, causa un rallentamento della crescita economica valutabile intorno allo 0,5%. E le previsioni per il 2020 sono negative e vanno ben oltre il 10% in termini di aumento dei casi di ictus e infarto.
Inoltre la crisi economica non può essere una scusa per rinviare interventi che non sono stati attuati neanche quando la situazione finanziaria era ben diversa.
Le politiche dell’aria hanno un costo, ma fanno risparmiare molto in costi socio-sanitari. Un recente studio italiano ha dimostrato come a Roma una riduzione di soli 5 µg/m3 di PM 2,5 comporterebbe un risparmio di circa un milione di euro e salverebbe circa 600 vite umane.
I cittadini hanno diritto ad un ambiente sano e salubre.

Nessun commento: