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18 maggio 2016

1)Liberarsi dalle fossili, qualche ricetta dai Comuni.2) Nel 2050 oltre un miliardo di persone a rischio per i cambiamenti climatici

Tratto da Qualenergia

Liberarsi dalle fossili, qualche ricetta dai Comuni

Molti non sanno che in Italia almeno 2.660 sono i Comuni che producono più energia elettrica di quanta ne consumino le famiglie residenti, grazie ad una o più fonti rinnovabili (idroelettrica, eolica, fotovoltaica, da biomasse o geotermica). Sono 44 i Comuni che superano largamente il proprio fabbisogno termico grazie a impianti di teleriscaldamento collegati a impianti da biomassa o geotermici. E che sono 39 i Comuni al 100% alimentati da fonti energetiche rinnovabili. Secondo l’ultimo rapporto di Legambiente “Comuni Rinnovabili 2016”, presentato recentemente e di cui abbiamo parlato, rientrano in questa categoria quei Comuni che coprono interamente i fabbisogni elettrici e termici dei cittadini (clicca sulla mappa per ingrandire l'immagine).
Nella costruzione di questa tipologia di amministrazione locale sono inseriti i dati di produzione dei diversi impianti installati nei territori, in modo da calcolare il rapporto tra l’energia prodotta e quella consumata dalle famiglie.
Anche se per la parte elettrica, va detto, che gli impianti cedono ancora gran parte dell’energia elettrica alla rete, questo rapporto all’interno di un Comune è un riferimento significativo perché dimostra – come spiegano gli autori del report - che è possibile soddisfare i fabbisogni delle famiglie attraverso le fonti rinnovabili installate sui tetti e nei territori, avvicinando così domanda e produzione di energia.

Tratto da Qualenergia

Nel 2050 oltre un miliardo di persone a rischio per i cambiamenti climatici

Secondo un rapporto pubblicato dalla Banca Mondiale, senza serie politiche di adattamento 1,3 miliardi di persone nel 2050 saranno a rischio a causa degli eventi meteorologici provocati dai cambiamenti climatici. Nel 2016 la concentrazione di CO2 costante sopra i 400 ppm.
La comunità internazionale appare impreparata a fronteggiare l’aumento nel numero e nell’intensità degli eventi meteorologici estremi provocati dai cambiamenti climatici, con una stima di ben 1,3 miliardi di persone a rischio nel 2050. Lo afferma un rapporto realizzato dal Global Facility for Disaster Reduction and Recovery, un panel promosso dalla Banca Mondiale a cui partecipano 34 Paesi e 9 organizzazioni internazionali.
Senza azioni preventive sul fronte dell'adattamento ai cambiamenti climatici, le infrastrutture in pericolo entro il 2050 avrebbero un valore complessivo di 158.000 miliardi di dollari, il doppio rispetto al PIL dell’intera economia annua del pianeta.
Già negli scorsi decenni si sono viste le prime avvisaglie di quanto potrebbe accadere, ma in futuro gli impatti dei cambiamenti climatici potrebbero essere amplificati da altri fattori, come l’aumento della popolazione globale, la vulnerabilità delle zone più povere delle megalopoli e la rapida crescita di centri urbani sovraffollati: ogni settimana 1,4 milioni di persone si muovono verso le città dalle campagne, un esodo che si sta verificando soprattutto in Africa e in Asia. La Banca mondiale stima che i cambiamenti climatici potrebbero spingere 100 milioni di persone nella povertà entro il 2030.
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