COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE.

QUESTO BLOG UTILIZZA COOKIES ,ANCHE DI TERZE PARTI.SCORRENDO QUESTA PAGINA ,CLICCANDO SU UN LINK O PROSEGUENDO LA NAVIGAZIONE IN ALTRA MANIERA ,ACCONSENTI ALL'USO DEI COOKIES.SE VUOI SAPERNE DI PIU' O NEGARE IL CONSENSO A TUTTI O AD ALCUNI COOKIES LEGGI LA "COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE".

24 maggio 2016

L’Italia e gli altri Paesi del G7 continuano ad elargire denaro al carbone :Renzi ha regalato 632 milioni al carbone nel 2015



Tratto da  WWF 

I Paesi del G7 finanziano il carbone

Anticipando di pochi giorni l’apertura dei lavori del G7 –previsto per il 26-27 maggio in Giapponev - è stato reso noto oggi il rapporto “Swept Under the Rug: How G7 Nations Conceal Public Financing for Coal Around the World” - redatto dal Natural Resources Defense Council (NRDC), dal WWF e da Oil Change International - che dimostra come i paesi del G7, Giappone e Germania in primis, continuino a finanziare massicciamente le centrali a carbone e l'estrazione del pericoloso combustibile fossile all’estero, in palese contraddizione con l’impegno assunto pubblicamente per limitare l'inquinamento da carbonio e gas serra.  L’Italia ha incredibilmente aumentato i propri crediti alle esportazioni per il carbone nel 2015, garantendo un prestito per la centrale a carbone di Punta Catalina nella Repubblica Domenicana.


Poche settimane fa, a New York, 175 paesi hanno firmato l'accordo sul clima di Parigi, impegnandosi a contenere l'aumento della temperatura al di sotto di 1,5 gradi centigradi per evitare una catastrofe climatica.
 Nonostante gli impegni assunti, però, i paesi del G7 continuano a finanziare il peggiore dei combustibili fossili per miliardi di dollari, contribuendo ad aggravare il cambiamento climatico e le condizioni di vita di milioni di persone in tutto il mondo.......

Le emissioni delle centrali elettriche a carbone finanziate dai paesi del G7 dal 2007 al 2015 raggiungono un totale di 101 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, provocando danni all’atmosfera, al clima del pianeta e alla salute della popolazione mondiale. Secondo il WWF, il finanziamento di nuove centrali a carbone nell'era dei cambiamenti climatici mina la promessa fatta a Parigi e lega i paesi in via di sviluppo ai carburanti fossili, che rappresentano il passato, invece che all'energia pulita, che rappresenta il futuro.
Gli altri principali risultati del rapporto sono:
 
•    Dal 2007 al 2015 i paesi del G7 hanno fornito più di 42 miliardi di dollari in forma di finanziamenti diretti, garanzie, assistenza tecnica e aiuti per centrali a carbone, estrazione e progetti correlati.
 
•    Nel solo 2015, i paesi del G7 hanno messo a disposizione 2,5 miliardi di dollari per la finanza del carbone, nonostante i nuovi impegni assunti per limitare i crediti all'esportazione del carbone.
 
•    Il Giappone non solo ha finanziato progetti per 1,4 miliardi di dollari, ma sta anche prendendo in considerazione di investire ulteriori 10 miliardi in progetti futuri -una cifra che è probabilmente una sottostima basata principalmente sui dati pubblicamente disponibili.
 
•    Diverse banche multilaterali e agenzie di credito all'esportazione per i paesi dell'OCSE si sono impegnate a limitare il finanziamento per centrali a carbone e attività connesse. Nonostante ciò, si profilano all’orizzonte nuovi progetti finanziati dal settore pubblico.
In questo quadro preoccupante, in cui i paesi del G7 dimostrano un atteggiamento miope e sconsiderato, l’Italia non fa eccezione: “Dai dati in nostro possesso emerge che l’Italia nel 2015 ha aumentato, non diminuito, il finanziamento del carbone. Risale proprio alla seconda metà dell’anno scorso la garanzia per il finanziamento, pari a 632 milioni di dollari, da parte dell’agenzia italiana di credito alle esportazioni SACE, per un impianto a carbone nella Repubblica Dominicana. Non è questa la direzione giusta verso cui andare per rispettare gli impegni presi a livello internazionale, non è la direzione indicata più volte dal Presidente del Consiglio Renzi. I paesi del G7 e le istituzioni multilaterali dovrebbero fermare immediatamente i progetti di finanziamento di fonti di energia sporca e incoraggiare gli investimenti in energia pulita e rinnovabile. Sono questi i passi da intraprendere per proteggere il nostro pianeta e le generazioni future”, ha detto Mariagrazia Midulla del WWF Italia.
Gli autori del rapporto riportano inoltre che i risultati potrebbero rappresentare una sottostima delle reali dimensioni della finanza del carbone internazionale. Attualmente, infatti, i finanziamenti viaggiano attraverso canali opachi e poco chiari come istituti di credito all’esportazione, che tengono nascosto il loro sostegno allo sviluppo dei combustibili fossili.
Questi meccanismi di finanziamento favoriscono ingiustamente l'uso del carbone a discapito delle fonti di energia pulita e impediscono la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio. Tenuto conto dei gravi rischi climatici e degli impatti sulla salute legati all’uso del carbone, è giunto il momento di porre fine a tali finanziamenti. Per questo NRDC, Oil Change International e il WWF chiedono la divulgazione dei dati relativi al finanziamento pubblico per il carbone e la destinazione del denaro pubblico verso progetti di energia pulita come l'energia eolica e solare.




L’Italia e gli altri Paesi del G7 continuano a regalare denaro dei contribuenti alla fonte più inquinante del mondo, nonostante gli impegni per il clima
Renzi ha regalato 632 milioni al carbone nel 2015 3


 I Paesi del G7, primi fra tutti Germania e Giappone, continuano a elargire lauti sussidi pubblici al carbone. Un flusso di denaro dei contribuenti che vivono negli Stati più potenti del mondo, dunque, finanzia centrali termoelettriche in patria ed estrazioni nei Paesi esteri.
Una palese contraddizione con gli impegni presi durante la COP 21 di Parigi, almeno secondo il nuovo rapporto pubblicato da Natural Resources Defense Council (NRDC), WWF e Oil Change International (OCI). Il lavoro delle tre ONG arriva in anticipo sul prossimo vertice del G7, previsto in Giappone il 26 e 27 maggio.
Anche l’Italia, si legge nella nota del WWF, nel 2015 «ha incredibilmente aumentato i propri crediti alle esportazioni per il carbone, garantendo un prestito per la centrale a carbone di Punta Catalina nella Repubblica Domenicana. Risale proprio alla seconda metà dell’anno scorso la garanzia per il finanziamento, pari a 632 milioni di dollari, da parte dell’agenzia italiana di credito alle esportazioni SACE». In un intervento alla Camera dei Deputati, il 22 giugno dello scorso anno, il premier Renzi ha detto che «oggi il nemico dell’ambiente è il carbone». Una dichiarazione che fece scalpore più per quello che evitava di sottolineare, cioè che gas e petrolio non sarebbero stati penalizzati dal governo. Oggi scopriamo che nemmeno il carbone ha ricevuto un taglio dei sussidi pubblici, anzi. Il governo Renzi ha accresciuto la quota di denaro regalata al peggiore dei combustibili fossili.

Renzi ha regalato 632 milioni al carbone nel 2015 2
Tra le nazioni del G7, secondo il report, il Giappone si classifica come la peggiore, «con finanziamenti superiori ai 22 miliardi di dollari per impianti all’estero nel periodo 2007-2015, e con l’annunciata intenzione di investire altri 10 miliardi di dollari in progetti futuri». La Germania, seconda in classifica, ha regalato 9 miliardi di dollari nello stesso periodo, mentre gli Stati Uniti sono terzi con circa 5 miliardi. Fuori dal podio la Francia, con un ammontare pari a 2,5 miliardi di dollari, l’Italia con 2, il Regno Unito con 1 miliardo e il Canada con meno di 1 miliardo.
«Le emissioni delle centrali elettriche a carbone finanziate dai Paesi del G7 dal 2007 al 2015 raggiungono un totale di 101 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, provocando danni all’atmosfera, al clima del pianeta e alla salute della popolazione mondiale», scrive il WWF.
Tra finanziamenti diretti, garanzie, assistenza tecnica e aiuti a progetti correlati, i 7 potenti della Terra hanno dilapidato nel carbone 42 miliardi di dollari complessivamente. E questo ammontare riguarda solo i canali di finanziamento tracciabili, perché molti sussidi passano attraverso strumenti di finanza complessi e occulti, difficili da individuare.

Nessun commento: