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07 giugno 2016

1) WWF - Tirreno Power annuncia la chiusura dei gruppi a carbone. 2) La chiusura della centrale di Vado Ligure e la fine del carbone in Italia

Tratto da  stopcarbone.wwf

Tirreno Power annuncia chiusura definitiva centrale a carbone Vado Ligure: una vittoria per la salute e per il clima.

“Ora creare subito alternative occupazionali nella economia verde e no carbon”

Il WWF esprime grande soddisfazione per la decisione del Consiglio di Amministrazione di Tirreno Power di chiudere definitivamente i due gruppi a carbone della centrale termoelettrica di Vado Ligure.
Tirreno Power ha riconosciuto l’assenza delle condizioni necessarie alla riapertura dello stabilimento, posto sotto sequestro dalla Procura di Savona nel Marzo 2014 a causa del mancato rispetto delle prescrizioni AIA e della gravità dell’inquinamento arrecato dalla centrale stessa, con danni molto seri per la salute dei cittadini. Nel decreto di sequestro si parlava infatti di disastro ambientale e sanitario nelle aree di ricaduta delle emissioni della centrale, come provato dalle indagini ambientali ed epidemiologiche condotte, che avevano anche evidenziato un aumento della mortalità attribuibile alle emissione della centrale stessa.

Ci auguriamo che la volontà, annunciata dall’azienda, di implementare un “progetto di reindustrializzazione del sito, volto a favorire l’insediamento di nuove aziende con l’obiettivo di contribuire alla ricerca di soluzioni che possano offrire un futuro occupazionale ai lavoratori e una prospettiva di sviluppo al territorio” non resti nel novero delle buone intenzioni, ma sia un sincero impegno a ridurre al minimo le ricadute sociali della chiusura. L’impianto, infatti, ha rappresentato per lungo tempo un’importante fonte di occupazione per gli abitanti del luogo. Il prezzo pagato dalla popolazione, però, è stato altissimo.


Una  riconversione dell’area che sia capace di garantire occupazione, nel rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini, è quindi assolutamente necessaria.  In tal senso devono intervenire Governo, regione Liguria ed Enti Locali, anche facendo tesoro dei suggerimenti contenuti nel Report Liguria, Proposte per un modello di sviluppo Nearly Zero Emissions commissionato all’Enea dal WWF . 
Va assicurata una visione di insieme che faccia di questa chiusura con le tecnologie del passato un’occasione per rendere la Liguria modello dell’economia del futuro.


Il WWF si adopererà per controllare che l’area venga bonificata e riqualificata, in un’ottica di re-industrializzazione green che vadano nel senso della decarbonizzazione e dell’economia del futuro e che non preveda impianti dannosi per la salute e il clima.

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Tratto da Qualenergia

La chiusura della centrale di Vado Ligure e la fine del carbone in Italia

Tirreno Power ha deciso ieri per la chiusura definitiva dei due gruppi a carbone della centrale di Vado Ligure, sotto sequestro da due anni. È solo l'ultimo degli annunci funebri per il carbone italiano. Questa fonte nel nostro Paese sembra avere la strada segnata anche per motivi economici.
......Tirreno Power ha annunciato di aver avviato un progetto di reindustrializzazione del sito, "volto a favorire l'insediamento di nuove aziende con l'obiettivo di contribuire alla ricerca di soluzioni che possano offrire un futuro occupazionale ai lavoratori e una prospettiva di sviluppo al territorio"......
Quello di Vado Ligure è solo l'ultimo di una serie di annunci funebri per il carbone in ItaliaA rendere insostenibile questa forma di generazione elettrica non è solo l'opposizione dell'opinione pubblica e i danni che provoca. Pesano molto anche gli economicsvisto il basso prezzo del gas, che rende più temibile la concorrenza gli impianti alimentati da quest'altro combustibile fossile. Impianti che, tra l'altro, saranno ancora più competitivi rispetto a quelli a carbone quando sarà operativo il capacity market, che premierà le centrali più efficienti e flessibili.
Il 13 maggio scorso l’utility svizzera Repower ha messo in liquidazione la società Sei, che avrebbe dovuto costruire una centrale a carbone a Saline Joniche; una decisione presa subito dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato che aveva autorizzato in via definitiva la realizzazione della centrale.
Il 20 maggio il gruppo ceco EPH ha rinunciato alla realizzazione di un nuovo gruppo termoelettrico a carbone nella centrale sarda di Fiume Santo: l'investimento non è giustificabile dal punto di vista del ritorno economico per una serie di ragioni – si è spiegato - fra cui il processo di decarbonizzazione, rilanciato dall'accordo successivo alla COP 21 di Parigi, che “non si può sottovalutare”.
Enel, come noto, ha deciso di anticipare chiusure comunque già previste, come quella della centrale di Genova che dovrebbe smettere di funzionare a settembre. .....
Come faceva notare G.B. Zorzoli in un recente articolo pubblicato su queste pagine, con nessun altra nuova installazione prevista basta guardare all’età media delle centrali a carbone in esercizio per rendersi conto che, tranne i 1.980 MW di Torrevaldaliga Nord, nel 2030 saranno tutte tecnologicamente obsolete e ampiamente ammortizzate, per cui ai proprietari sarà difficile, ma soprattutto non conveniente, continuare a tenerle in vita.

Insomma, il destino delle centrali a carbone in Italia sembra segnato.

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