Change.org lancia la petizione “No alla
centrale di carbone di Saline Joniche”
Dopo la scalata alla torre degli impianti da parte degli attivisti di Greeenpeace, stavolta tocca a Change.org impedire la realizzazione
di una centrale a carbone,altamente pericolosa per l’ambiente.
Il progetto di una centrale a carbone a Saline Joniche risale al
Il progetto di una centrale a carbone a Saline Joniche risale al
2008,quando la S.E.I. S.p.A. – un consorzio che aveva come
azionista principale l’elvetica Repower – chiese l’autorizzazione
alla costruzione e all’esercizio di una centrale termoelettrica di
1320 megawatt, convertendo gli spazi e le strutture in rovina
dell’ex Liquichimica.
Da allora ad oggi i comitati e le associazioni locali,
nonché Greenpeace, Legambiente e WWF, hanno condotto una
battaglia legale terminata quest’anno con una sentenza del
Consiglio di Stato che – ribaltando un pronunciamento del TAR
del Lazio – dà il via libera alla realizzazione della centrale, dopo
aver accolto il ricorso avanzato dalla Sei (la multinazionale
svizzera che intende realizzare la megaopera sul litorale jonico
reggino) e dalla Presidenza del Consiglio dei ministri,
dando nuovamente il via libera alle autorizzazioni per
la costruzione dell’impianto.
Per bloccare qualsiasi ipotesi di nuovi investimenti e di nuovi
impianti serve una data certa per l’uscita dell’Italia dal carbone
ed è ciò che chiediamo al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
Le centrali a carbone emettono sostanze pericolosissime in
Le centrali a carbone emettono sostanze pericolosissime in
grado di minacciare la salute. Inoltre, è dimostrato altrettanto
bene come l’inquinamento atmosferico non sia un problema solo
locale, ma in grado di diffondersi su aree molto più ampie e
come alcuni contaminanti resistano nel tempo per un periodo
molto lungo.
Dalle ciminiere delle centrali a carbone escono le più svariate
sostanze tossiche: metalli pesanti come arsenico e mercurio,
polveri sottili e ultrasottili, anidride solforosa e biossido di azoto,
polveri sottili e ultrasottili, anidride solforosa e biossido di azoto,
per citarne solo qualcuno.
Oggi questo combustibile, contribuisce per una quota modesta
Oggi questo combustibile, contribuisce per una quota modesta
della produzione elettrica nazionale e potrà essere facilmente
rimpiazzato, nei prossimi anni, dalle energie rinnovabili, il cui
costo è in costante discesa e le cui tecnologie sono mature e
affidabili.
In Europa il Belgio, le tre Repubbliche Baltiche e altri Paesi
ancora hanno già chiuso tutte le centrali a carbone; il Portogallo
lo farà entro il 2020; Regno Unito, Finlandia e Austria entro
il 2025; i Paesi Bassi entro il 2030.
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