Galletti promuove Giuseppe Lo Presti , finito nelle carte dell' inchiesta sullla centrale di Vado. Ligure ,che diventa capo della Direzione generale per le autorizzzazioni ambientali.....
Leggi su Il Fatto Quotidiano del 15/7/2015
Tirreno Power, “dobbiamo scrivere una porcata”. E il sottosegretario De Vincenti “suggerì come eludere le leggi”
Articolo tratto da Unitiperlasalute
Secolo XIX:Tirreno Power, il Pm Granero: «Poteri pubblici contro di noi».
Savona - Oggi «che gli atti sono pubblici», Francantonio Granero è disposto a parlare di quella testimonianza, affidata allora alla commissione parlamentare sui rifiuti: «Mi riferivo a un aspetto molto preciso dell’inchiesta su Tirreno Power: dalle intercettazioni appare come tutta la pubblica amministrazione si sia coalizzata contro la nostra perizia epidemiologica e ambientale. Perché?».
- Tirreno Power: la Procura indaga tutta l’ex giunta regionale
Quello studio, così scomodo e indigesto, parla di 427 morti, e migliaia di ricoveri legati ai fumi della centrale di Vado. Eppure in alcuni passaggi degli atti pare quasi che la preoccupazione principale sia lui, un procuratore scomodo («in Italia possono i procuratori fare ciò che vogliono», dice uno degli indagati), tanto da spingere il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti (ad affermarlo sono due dirigenti del ministero dell’Ambiente intercettati) a informarsi se è possibile dargli fastidio con un’indagine disciplinare del Consiglio superiore della magistratura: «Gli attacchi personali sono il meno, ne ho subiti di peggiori nella mia carriera, penso ad esempio all’inchiesta sull’ex presidente della Regione Liguria Alberto Teardo, e non è mai stato mio costume parlarne.
- Tirreno Power: la Procura indaga tutta l’ex giunta regionale
Quello studio, così scomodo e indigesto, parla di 427 morti, e migliaia di ricoveri legati ai fumi della centrale di Vado. Eppure in alcuni passaggi degli atti pare quasi che la preoccupazione principale sia lui, un procuratore scomodo («in Italia possono i procuratori fare ciò che vogliono», dice uno degli indagati), tanto da spingere il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti (ad affermarlo sono due dirigenti del ministero dell’Ambiente intercettati) a informarsi se è possibile dargli fastidio con un’indagine disciplinare del Consiglio superiore della magistratura: «Gli attacchi personali sono il meno, ne ho subiti di peggiori nella mia carriera, penso ad esempio all’inchiesta sull’ex presidente della Regione Liguria Alberto Teardo, e non è mai stato mio costume parlarne.
Ciò che mi amareggia profondamente è che i morti, le vittime, in questa storia passano in secondo piano. Non sembrano essere nei pensieri delle istituzioni e, di riflesso, non sono al centro dei titoli dei media che stanno trattando l’inchiesta».
Ma quali sono queste intimidazioni? Dove emergono e in che modo?
Per provare a rispondere a questi interrogativi si possono mettere in fila tre episodi precisi, circoscritti dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico. Il primo riguarda la «porcata», copyright di Giuseppe Lo Presti e Antonio Milillo, dirigenti del dicastero dell’Ambiente: si tratta di una leggina ad hoc (rimasta un’intenzione) che il governo starebbe preparando per favorire l’azienda, il dissequestro dell’impianto e salvare l’occupazione. La norma, da licenziare con la firma del ministero dell’Ambiente, sarebbe in realtà partorita negli uffici dello Sviluppo economico, dove il ministro Federica Guidi, per i carabinieri «incontra a tal proposito» l’avvocato di Tirreno Power, l’ex Guardasigilli Paola Severino. Continua a leggere su Unitiperlasalute
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