Tratto da greenpeace
In azione a Saline Joniche contro il carbone
Attivisti sulla ciminiera: è ora di uscire dalle fonti fossili!
Questa mattina un gruppo di nostri attivisti è entrato nell’impianto della ex Liquichimica Biosintesi, a Saline Joniche, in provincia di Reggio Calabria, dove potrebbe sorgere una nuova centrale a carbone.
#AccendiamoIlSole #StopCarboneSiamo in azione da stanotte! Presto saprete dove e perché.
Hanno scalato la ciminiera e ora si trovano proprio in cima, dove stanno componendo la scritta “STOP CARBONE”, lunga circa 70 metri, che sarà leggibile anche a due chilometri di distanza.
Già alle prime luci dell’alba i nostri attivisti hanno scritto “NO AL CARBONE”– con la tecnica del light painting ai piedi della ciminiera, mentre altri hanno aperto uno striscione sul quale si legge “STOP CARBONE, ACCENDIAMO IL SOLE”.
L’azione si sta svolgendo proprio mentre la nostra nave ammiraglia Rainbow Warrior solca i mari italiani: lungo la rotta non possiamo ignorare tutte le testimonianze del presente ‘fossile’ di questo Paese, dove il governo ostacola la crescita delle fonti pulite, scommette sulle trivelle, e finge che tenere in piedi, nel 2016, il progetto di convertire un cimitero industriale in una centrale a carbone sia perfettamente normale.
Il progetto di una centrale a carbone a Saline Joniche risale al 2008, quando la S.E.I. S.p.A. - un consorzio che aveva come azionista principale l’elvetica Repower – chiese di convertire l’ex Liquichimica in una centrale termoelettrica di 1320 megawatt.
Da allora, insieme a comitali locali e ad altre associazioni, abbiamo portato avanti una battaglia legale terminata quest’anno con una sentenza del Consiglio di Stato che – ribaltando la sentenza del TAR del Lazio – dà il via libera alla realizzazione della centrale. Nel frattempo Repower è stata costretta da un referendum tenutosi in Svizzera – con cui i cittadini hanno decretato che le società a partecipazione cantonale non possono investire nella costruzione di centrali a carbone – ad abbandonare il progetto. La S.E.I. risulta in liquidazione, ma l’iter autorizzativo è ancora pendente e il progetto potrebbe essere ceduto a un’altra società.
C’è un solo modo per rendere vano qualsiasi nuovo progetto di centrale a carbone in Italia: fissare subito una data certa e prossima per l’abbandono di questa fonte, la più sporca tra le fossili!
In Europa il Belgio, le tre Repubbliche Baltiche e altri Paesi ancora hanno già chiuso tutte le centrali a carbone; il Portogallo lo farà entro il 2020, Regno Unito, Finlandia e Austria entro il 2025, i Paesi Bassi entro il 2030. Cosa aspetta il Governo, che ha già dichiarato più volte di voler abbandonare il carbone, a indicare una data precisa per scrivere la parola fine?
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