Tratto da Rinnovabili.it
Sussidi alle fossili: ecco quanto paghiamo l’energia inquinante
(Rinnovabili.it) – Mentre l’Unione Europea si prepara fare lo sgambetto alle rinnovabili comunitarie (vedi le indiscrezioni sul Pacchetto Invernale), c’è chi in Italia ha messo sul piatto della bilancia la bolletta della controparte, ossia quanto il conto che a livello nazionale paghiamo per le fonti fossili. Parliamo di Legambiente che, in occasione della Cop22 di Marrakech, ha presentato il suo ultimo dossier Stop sussidi alle fonti fossili.
L’associazione ambientalista ha tracciato, in collaborazione con InfluenceMap, un quadro mondiale dei sostegni economici destinati all’energia inquinante, rivelando quanto il Belpaese sia affezionato ai combustibili tradizionali.
Gli aiuti a carbone, petrolio e gas sono uno degli elementi più dolenti delle politiche energetiche internazionali: alimentano la causa principale del cambiamenti climatico e frenano la decarbonizzazione, ma non incontrano nessun reale ostacolo sulla loro strada. I vari vertici mondiali dal G7 al G20, passando per le Conferenza delle Parti dell’Unfccc, non sono mai riusciti fin’ora a scrivere la parola fine sui sussidi alle fossili.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale, nel 2015 la cifra per l’energia fossile è arrivata a 5.300 miliardi di dollari (10 milioni di dollari al minuto). Quasi quanto il 7% del PIL mondiale e più della spesa sanitaria totale di tutti i governi del mondo.
Ma il vero problema è che si tratta di una cifra in crescita, soprattutto in Europa. Nel Vecchio Continente la maggior sostenitrice delle fonti fossili è la Germania con 55,6 miliardi di dollari, seguita da Regno Unito con 41,2 miliardi, Francia (30,1 miliardi), Spagna (24,1 miliardi), Repubblica Ceca (17,5 miliardi) e Italia (13,2 miliardi).
Nonostante ciò l’Italia ha un altro primato: è tra i paesi del G7 quello con i maggiori sussidi alle fossili in rapporto al PIL. Siamo allo 0,63% a fronte di una media europea dello 0,17% e molto oltre lo 0,20% degli Stati Uniti.
“Il nostro Paese – dice il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini – continua a comportarsi come se il problema dei sussidi alle fonti fossili semplicemente non esistesse, quando tutte le istituzioni internazionali hanno messo in evidenza come siano una barriera per lo sviluppo di un economia decarbonizzata. Anche la legge di Stabilità 2017 ignora l’argomento e prevede ancora sussidi diretti e indiretti alle fossili”.
L’associazione ha individuato in Italia 14,8 miliardi di euro l’anno di sussidi diretti o indiretti alle fonti tradizionali, al consumo o alla produzione, da esoneri dall’accisa a sconti e finanziamenti per opere, distribuiti tra autotrasportatori, centrali per fonti fossili e imprese energivore e aziende petrolifere. E si tratta di un computo parziale.
“Oggi le energie pulite sono competitive da un punto di vista dei costi e cancellando questi sussidi potrebbero crescere anche senza incentivi. Né si comprende perché il nostro Paese debba continuare a dare miliardi di euro all’autotrasporto, come ai grandi consumatori, senza alcun vincolo di investimento in riduzione dei consumi di combustibili fossili”.
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