Il pianeta non ha più bisogno di carbone
La decarbonizzazione dell'Italia (e non solo), con il conseguente “risparmio” di emissioni di CO2, è fra gli obiettivi del Wwf. Portati avanti anche al COP22 in corso a Marrakesh
La scommessa: contenere l’incremento della temperatura globale entro i 2° centigradi con un obiettivo aureo, limitarsi a 1,5° centigradi.La posta in gioco: la sopravvivenza del genere umano in alcune aree del pianeta, perché se il riscaldamento globale continuerà la sua corsa, ora proiettata a superare i 3° centigradi, «oltre al ben noto problema dell’innalzamento dei mari, faremo i conti con emergenze senza precedenti: nel Mediterraneo, in particolare, alcuni Paesi rischieranno la desertificazione, saranno raggiunti i 200 giorni l’anno a temperature caldissime, fino al picco, in alcune zone, dei 52° centigradi, condizione che renderà l’ambiente non più abitabile» spiega Maria Grazia Midulla, responsabile Clima ed Energia di Wwf Italia.
L’esperta si trova in questi giorni a Marrakesh, in Marocco, sede dell’appuntamento di COP22, la nuova riunione dei governi del mondo sul clima, che si chiuderà il 18 novembre.
L’incontro parte con un vantaggio: l’Accordo di Parigi, COP21, che l’anno scorso ha stabilito gli obiettivi fondamentali di salvaguardia del pianeta, è appena entrato in vigore grazie alla ratifica di 74 Stati del mondo (ben oltre i 55 necessari, per un totale di emissioni del 58,82%, oltre il 55% richiesto). E sarà la stessa Unione Europea, come soggetto unitario, a sedere al tavolo con i Paesi che hanno già ufficialmente ratificato l’accordo (anche l’Italia, seppure in ritardo, negli ultimi giorni ha approvato la legge necessaria).
Cosa accadrà ora? «Perché gli obiettivi fissati a Parigi diventino davvero realtà nei prossimi anni sono necessari passi concreti» sottolinea Midulla.
Il primo si chiama “decarbonizzazione”, ovvero uscire, anche in Italia, dall’uso del carbone. Il carbone è, infatti, il combustibile a maggiore emissione di CO2 nella generazione di energia elettrica: per ogni kWh di energia che serve nelle nostre case vengono prodotti 870 grammi di anidride carbonica, contro i 370 grammi del gas naturale e le “zero emissioni” delle fonti rinnovabili.
Il WWF ha recentemente presentato un rapporto per l’uscita del nostro Paese da questo combustibile fossile entro il 2025, che si basa su strumenti fiscali di “pressione” (chi inquina paga), su una programmazione di chiusura delle centrali (comunque inevitabile), e soluzioni per i 2500 lavoratori attualmente addetti, sull’introduzione di nuove regole per la finanza. «Rinunciare subito al carbone, per il nostro Paese, rappresenterebbe uno straordinario salto di qualità e andrebbe di pari passo con un rilancio delle rinnovabili, su cui oggi gli investimenti sono al palo» spiega l’esperta.
E a livello individuale, quali soluzioni dovrebbero adottare i cittadini per favorire questo cambiamento? «Alcuni gesti importanti: «imparare a spostarci in città con i mezzi pubblici, con la bicicletta o a piedi, cosa che ci farebbe guadagnare anche in salute» prosegue. «Affrontare qualche investimento, nell’ambito della propria casa: basta pensare che con un buon isolamento termico, nel proprio edificio, in una città come Roma si può quasi evitare il riscaldamento. Predisporre l’installazione di pannelli solari. Infine, porci qualche domanda sul nostro stile di vita: davvero abbiamo bisogno di consumare così tanto?
Ci rende più felici avere l’ultimo modello di smartphone o impegnarci a coltivare relazioni umane?».
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