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08 marzo 2017

Le donne protagoniste delle lotte contro l’inquinamento:molte donne si battono per un territorio più salubre in difesa dei loro bambini.

8 marzo e ambiente, le donne protagoniste delle lotte contro l’inquinamento

Legambiente: tante donne si battono per un territorio più salubre in difesa dei loro bambini
[8 marzo 2017]
8 marzo inquinamento
Secondo la presidente di Legambiente Rossella Muroni, «i dati diffusi dall’Oms sulla mortalità infantile legata all’inquinamento sono davvero preoccupanti e confermano ancora una volta gli effetti dannosi che l’inquinamento causa alla salute delle persone e dei più piccoli. 
Abbiamo città sempre più soffocate dallo smog, ma anche territori che ogni giorno subiscono attacchi di ogni tipo e che spesso vengono trasformati in discariche a cielo aperto, o luoghi dove tombare rifiuti o sversare sostanze inquinanti avvelenando fiumi, acque e mari. Per frenare questo scempio contro il territorio e la morte silenziosa per inquinamento, che causa nel mondo la morte di 1,7 milioni di bambini all’anno sotto i cinque anni, è indispensabile una lungimiranza politica e interventi preventivi sull’ambiente, oltre ad una costante campagna di informazione e sensibilizzazione nei confronti dei cittadini».
L’associazione ambientalista cita in dettaglio i due nuovi rapporti dell’Organizzazione mondale della sanità (Oms), secondo i quali «più di un quarto dei decessi di bambini di meno di 5 anni di età è attribuibile all’inquinamento dell’ambiente. Ogni anno, i rischi ambientali  – inquinamento dell’aria indoor ed esterna, fumo passivo, insalubrità dell’acqua  mancanza di servizi igienici e igiene insufficiente – provocano il decesso di 1,7 milioni di bambini di meno di 5 anni».
La Muroni ricorda che «in questi anni se da una parte è aumentata la sensibilità degli italiani nei confronti dei temi ambientali, dall’altra parte abbiamo una politica che fatica a mettere davvero al centro della sua agenda l’ambiente, che per gli italiani è una parola che parla di futuro. Per questo ribadiamo l’urgenza di definire politiche ad hoc che tutelino veramente la salute pubblica, i territori e la qualità dell’aria, perché parlare di ambiente significa ripensare i luoghi in chiave moderna, avere una visione contemporanea e una percezione di come gli interventi urbanistici, orientati dalle questioni ambientali, si traducono in un di più di efficienza e socialità. Le ricette che Legambiente propone per liberare le città dallo smog e avere luoghi più salubri, accoglienti e innovativi, non puntano solo sulla mobilità e sulla trasformazione del traffico veicolare, ma anche all’abbandono del fossile per il riscaldamento urbano, alla riqualificazione degli edifici pubblici e privati e ad una maggiore efficienza energetica. Occorre inoltre garantire un diverso modo di pianificare gli spazi nelle aree urbane, gli investimenti nella riqualificazione e nell’innovazione nell’edilizia e nel riscaldamento, sistemi di mobilità innovativi e investimenti sul verde urbano».
Gli ambientalisti sottolineano grande impegno dei cittadini nella lotta contro l’inquinamento, «in primis delle tante donne che dicono no all’inquinamento e all’attacco senza scrupoli nei confronti dell’ambiente». Per questo in occasione dell’8 marzo, Legambiente ricorda «l’impegno di quelle donne, che ogni giorno dal Nord al Sud Italia, denunciano i problemi e si battano per un ambiente più salubre e sano per salvare i propri bambini».
Le mamme coraggio di Acerra, vere e proprie sentinelle del territorio, che da diversi anni denunciano quanto sta accadendo nei loro territori, a quelle bresciane di Castenedolo, soprannominate le “Mamme volanti”. Perché per capire come era devastata la loro terra, hanno voluto guardarla dall’alto, da un piccolo aereo, scattando foto e girando filmati per documentare il degrado del territorio. Lo hanno fatto perché molti bimbi, si stanno ammalando, proprio come avviene nella terra dei fuochi campana. Per questo le “Mamme volanti” si sono mobilitate per restituire un ambiente salubre ai loro bambini, in una zona ormai nota come la “Terra dei fuochi del nord” per il traffico di rifiuti illecito e le discariche abusive tra cave e tracciati autostradali inutili, con tanto di riscontri sanitari: malattie tumorali e respiratorie.
Anche a Mantova, dove l’aria mette a rischio la salute dei bambini, scendono in campo le donne, o meglio le “Mantua mothers”. Si tratta di un gruppo di otto donne che uniscono competenze e provenienze diverse producendo materiali divulgativi, organizzando incontri pubblici e mettendo in campo tante iniziative. La più recente è ImpAriamo, progetto che coinvolge bambini e maestre di sei scuole nel monitorare, attraverso dei dispositivi mobili, i livelli del particolato.

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