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01 giugno 2017

Gli inimmaginabili danni provocati dall'inquinamento del particolato


I danni provocati dall'inquinamento del particolato

Non si vede, ma è sempre più presente, provocando danni inimmaginabili
Qualsiasi cosa si bruci, in particolar modo quando si bruciano rifiuti, emette una quantità incredibile di sostante nocive per la salute. In tutta Italia incendi anomali, come quello che di recente ha colpito la città di Pomezia, si presentano ormai quasi all’ordine del giorno.

Cos'è il particolato

L’incendio di Pomezia è noto soprattutto per le sue dimensioni, ma ogni incendio rilascia nell’ambiente diverse sostanze inquinanti: quando si brucia qualcosa, si liberano delle piccole particelle solide, il cosiddetto #particolato, conosciuto anche come PM 10 o PM 2.5. Il numeretto vicino alla sigla corrisponde al diametro delle particelle: quelle più grandi si fermano nei polmoni, creando danni locali come crisi respiratorie o crisi d’ansia; quanto più sono sottili, tanto più penetrano all’interno dell’organismo, superando in questo modo le barriere dei polmoni, penetrando nel sangue e raggiungendo infine tutti gli organi, dando origine a danni più gravi come aritmie, infarti, ictus ed altri problemi cardiovascolari acuti.
Il particolato è l’insieme delle particelle inquinanti solide ed è lo stesso #Inquinamento prodotto dallo scarico delle automobili o dal riscaldamento di casa. Tale inquinamento può provocare danni più lievi (un sintomo frequente è spesso l’irritazione degli occhi e della gola), ma anche più gravi. Sulla scia di quest’ultima ipotesi, dal 2013 il particolato è stato inserito dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) tra i cancerogeni certi, vale a dire che è classificabile come una sostanza che causa il cancro indubbiamente, al di fuori di ogni prescindibile dubbio. Basti pensare che mediamente in tutto il mondo sette milioni di persone all’anno muoiono per disturbi cardiovascolari e respiratori a causa del particolato.
Ovviamente, bisogna considerare tre variabili: il tempo di esposizione, la vicinanza all’aria inquinata e il livello di concentrazione del particolato.
Nell’incendio avuto a Pomezia non molto tempo fa, ad esempio, i problemi non si fermano soltanto all’inquinamento dell’aria – che comunque dura soltanto pochi giorni – ma ci sono anche tante altre sostanze inquinanti che si depositano nel terreno: le diossine e i metalli pesanti che possono ad esempio entrare nella catena alimentare.

I danni provocati

L’incendio di Pomezia, così come i suoi casi analoghi, sono casi di inquinamento acuti.
Il vero problema sorge nei casi di inquinamento cronico. Prime fra tutte sono le industrie che prevedono un processo di combustione, attraverso il quale emettono sostanze inquinanti al pari di quelle provocate dall’incendio di Pomezia; ciò che cambia è soltanto la distribuzione nel tempo: concentrazioni molto basse, per un periodo molto più lungo (si hanno conseguenze sanitarie per un periodo prolungato).
Altro punto da non poter tralasciare riguarda i cementifici: si è potuto dimostrare un incremento di casi di enfisema tra gli abitanti residenti nel raggio di un chilometro dal cementificio, indipendentemente dal fumo di sigaretta (Associazione Italiana Tecnico Economica Cemento).
L’Italia è uno dei paesi con il numero più alto di cementifici rispetto ad altri paesi europei.
I numeri sono catastrofici: sugli otto inceneritori attivi solo in Emilia Romagna, si è dimostrato un aumentato rischio degli aborti spontanei; l’inceneritore di Malagrotta ha causato un elevato rischio di mortalità infantile per tumore al pancreas, l’inceneritore delle Marche ha aumentato il rischio di ricovero per tutte le cause.
Bruciare i rifiuti è il peggior modo per trattarli: essi devono essere considerati delle risorse a tutti gli effetti.
I casi più gravi sono sicuramente i SIN (Siti d’Interesse Nazionale), ma non bisogna assolutamente tralasciare tutte le realtà più piccole: le falde acquifere risultano essere inquinante per il 90% dei casi da pesticidi, i quali causano malattie metaboliche, neurologiche e, in taluni casi, addirittura cancro e leucemia infantile. In questo quadro allarmante, non è il tumore l’unica patologia che dovrebbe preoccuparci, ma ci dovrebbero preoccupare molto di più tutti quei casi di malattie croniche degenerative, causate proprio dall’inquinamento: l’Alzheimer, la demenza o l’autismo. In tutta Italia si è registrato un aumento spaventoso dei casi di infertilità poiché gli inquinanti sembrerebbero alterare gli spermatozoi e gli ovuli, determinando conseguenze patologiche anche a distanza di una o due generazioni dal momento dell’esposizione.
Infine, dietro queste cause patologiche, c’è anche una questione economica. Quanto “costa” una persona malata di cancro? Quanto costa una persona malata di diabete? ....

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