Tratto da Dorsogna
E' stato l'inverno piu' caldo mai registrato in Artico, secondo la NASA.
E' questo il quarto anno di una serie di inverni con temperature sempre piu calde al polo nord, con sempre meno ghiaccio e quest’anno anche vie navigabili laddove dovrebbe esserci ghiaccio. Questo e’ quello che emerge dai dati registrati dal National Snow and Ice Data Center(NSIDC) di Boulder, Colorado.
In Febbraio, ondate di caldo al polo nord.
Una cosa mai vista prima. .....
Per fare un esempio, a Cape Morris Jesup, nel punto piu’ a nord della Groenlandia, le temperature di Febbraio sono state le stesse che di solito di registrano a Maggio. Anzi, qui ci sono stati tre giorni in cui le temperature sono state superiori allo zero gradi centigradi. Neanche questo, mai visto prima.
In questa, e in molte altre localita’dell’Artico, 10 su 15 stazioni registrate, la temperatura e’ stata piu’ di 10 gradi superiore alla norma.
Anche a Barrow, nel Circolo Artico relativo all’Alaska, la temperatura media e’ stata 10 gradi superior alla norma, con media di otto gradi piu’ del normale se si considera tutto l’intervallo Dicembre 2017 – Febbraio 2018.
Secondo la NASA le ondate di calore arrivano non solo dall’Atlantico, fra la Groenladia e l’Europa, ma a per la prima volta anche dal Pacifico, attraverso lo stretto di Bering. Alek Petty del NASA Goddard Space Flight Center in Maryland dice che sebbene ci siano stati periodi di caldo ai poli in passato, questi periodi, queste anomalie diventano sempre piu’ frequenti ed intense. Non era mai capitato prima che le ondate di calore si sviluppassero in due parti opposte dell’Artico.
E mentre che la zona si riscalda, calano anche i livelli di ghiaccio, con vaste distese di acqua invece che neve e ghiaccio, dall’Alaska in su. Per esempio la zona che va dallo strestto di Bering fino al Chukchi Sea di solito in questo periodo e’ coperta di ghiaccio. Quest’anno invece c’e’ addirittura una traiettoria navigabile.
E’ qui che ci sono stati addirittura venti gradi piu’ rispetto alla norma,
Venti gradi.
In totale a Febbraio il ghiaccio in Arctico copriva cira 14 milioni di chilometri quadrati, 160mila chilometri quadrati in meno rispetto al 2017, che gia’ era stato un anno difficile. Se si guarda solo Febbraio la perdita e’ stata di ben 1,4 milioni di chilometri quadrati, il minimo da 30 anni a questa parte. Un area di ghiaccio persa grande quanto due volte il Texas.
C’e’ anche chi mette in correlazione questi eventi estremi in Artico con quanto accade piu’ a sud, dove invece ci sono temperature veramente polari. L’idea e’ che la diminuzione di ghiaccio al polo nord e l’aumento di temperature fa si che si riducano anche le differenze fra la pressione atmosferica fra l’Artico e le zone di latitudine minore. Essendo ora le pressioni piu’ simili i venti provienenti dall’Artico non vengono spazzati via in fretta, come succederebbe se le pressioni fossero diverse, ma possono adesso restare piu’ a lungo e diffondere lungo aree piu’ grandi.
E' una teoria certo, ma inizia a prendere piende fra gli esperti.
Ad ongi modo niente di tutto cio' e' normale, non l'intensitia' di questi eventi, non la rapidita' dei cambiamenti.
Io non so quand’e’ che il genere umano decidera’ che tutto questo deve essere la nostra prima priorita’.
Senza un ambiente sano, senza un clima normale, senza l'alternarsi delle e stagioni, senza i ritmi che garantiscono la vita alla nostra la flora e fauna cosi come li conosciamo un giorno non ci sara’ neanche piu’ l’uomo.
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