Ecco l' intervento dell' Avvocato Matteo Ceruti tratto da Savona News
26 rinvii a giudizio per il "caso Tirreno Power"
“Il lavoro che è stato fatto dalla Procura di Savona è stato importante con l’appoggio di tutte le associazioni di protezione ambientale locali e nazionali e ci si attendeva che venisse disposto il rinvio a giudizio. Ci sarà da lavorare però abbiamo un primo vaglio di un giudice per l’udienza preliminare che ha ritenuto che ci sia un materiale probatorio serio per sostenere l’accusa in giudizio riteniamo di poter lavorare seriamente per portarla avanti.
L’imputazione è quella di disastro sanitario e ambientale colposo non è necessario provare il nesso di casualità tra la singola patologia e il singolo decesso, c’è la prova che c’è stato un disastro immane provocato dalle emissioni di questa centrale, confortato da due importanti perizie, una ecologica e una epidemiologica molto forti e fondate, esistono ulteriori studi che corroborano e confortano queste consulenze della Procura” spiega l’avvocato Matteo Ceruti.
L’imputazione è quella di disastro sanitario e ambientale colposo non è necessario provare il nesso di casualità tra la singola patologia e il singolo decesso, c’è la prova che c’è stato un disastro immane provocato dalle emissioni di questa centrale, confortato da due importanti perizie, una ecologica e una epidemiologica molto forti e fondate, esistono ulteriori studi che corroborano e confortano queste consulenze della Procura” spiega l’avvocato Matteo Ceruti.
È proprio dello studio epidemiologico del Cnr di Pisa sugli effetti sulla salute della centrale Tirreno Power di Vado Ligure si è concentrato l’avvocato in chiusura: “Non ho ancora appreso questo documento, come associazioni di protezione ambientale non ci è stato ancora consegnato dalla Regione, da quello che è trapelato sembra di comprendere che sia la prova del nove di quello che ci hanno detto i consulenti della Procura della Repubblica credo che sia un apporto fondamentale per l’accusa”.
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Immagini tratte dal Tg3 della notte di oggi
12 aprile
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Tratto da Il Secolo XIX
Inchiesta su Tirreno Power a Vado, in 26 rinviati a giudizio
Giovanni Ciolina redazione Web
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Savona - Tutti rinviati a giudizio i 26 imputati, tra dirigenti e membri del cda di Tirreno Power, accusati di disastro ambientale e sanitario colposo. Lo ha deciso oggi pomeriggio in Tribunale il giudice per l’udienza preliminare Francesco Meloni.
La prima udienza del maxi processo ai manager dell’ex centrale a carbone di Vado Ligure è stata fissata per l’11 dicembre di quest’anno.
Soddisfazione tra i legali delle parti civili, comitati e associazioni ambientaliste, che sono state ammesse al processo.
L’inchiesta
L’inchiesta si era chiusa il 17 giugno 2015 con 86 indagati, tra i quali figuravano anche politici e amministratori locali, tra i quali l’ex presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e tutta la sua giunta. La posizione di tutti i politici e degli amministratori locali era stata archiviata, così come quella di altri indagati.
L’inchiesta si era chiusa il 17 giugno 2015 con 86 indagati, tra i quali figuravano anche politici e amministratori locali, tra i quali l’ex presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e tutta la sua giunta. La posizione di tutti i politici e degli amministratori locali era stata archiviata, così come quella di altri indagati.
L’inchiesta era culminata nel sequestro della centrale di Vado Ligure, l’11 marzo del 2014, per presunte violazione all’ Aia. La procura ha indagato su 427 morti definite “anomale” tra il 2000 e il 2007 per malattie respiratorie e cardiovascolari. Secondo perizie in mano alla procura, tra il 2005 e il 2012 sono stati oltre 2 mila i ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari, che i magistrati temono dovuti alle emissioni della centrale. Nello stesso periodo sono stati 586, sempre secondo la procura, i bambini ricoverati per patologie respiratorie.
Secondo l’allora procuratore Francantonio Granero (oggi in pensione) i fumi emessi dai gruppi a carbone avrebbero causato un aumento dell’inquinamento nonché della mortalità dei residenti: a sostegno di questa tesi negli anni sono stati prodotti diversi studi legati sia alla diffusione dei licheni (per l’aspetto ambientale) che dei tumori (per quello sanitario).
Sotto accusa anche la mancata installazione da parte dell’azienda di centraline a camino che permettessero di monitorare in modo più efficace la composizione di quei fumi e la rispondenza ai dettami di legge. Alla chiusura hanno fatto seguito mesi di polemiche furibonde tra ambientalisti e sostenitori dell’azienda, con gli operai finiti in cassa integrazione e l’indotto in crisi. Alla fine la centrale è stata riaperta, ma soltanto a metano, con una sostanziale diminuzione della forza lavoro e la decisione di abbattere una delle due ciminiere......
Legambiente: «Fiduciosi sulla fondatezza delle accuse»
«Siamo fiduciosi che il dibattimento dimostrerà la fondatezza delle accuse». Lo affermano Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria e l’avvocato Stefano Bigliazzi, presidente del Centro di Azione Giuridica di Legambiente Liguria, esprimendo soddisfazione per il rinvio a giudizio di tutti i 26 imputati nel processo per il disastro ambientale e sanitario della centrale Tirreno Power di Vado Ligure. «La gravità della situazione è stata recentemente confermata anche da uno studio del Cnr non ancora agli atti del processo ma che non potrà che aumentare la valutazione di gravità dei fatti, confermando quello che tutte le associazioni ambientaliste, i comitati di cittadini, la rete savonese Fermiamo il carbone, hanno sempre sostenuto nelle denunce sui pericoli ambientali e sanitari per i cittadini ed i lavoratori causati dalla attività della centrale», sottolineano.
«Siamo fiduciosi che il dibattimento dimostrerà la fondatezza delle accuse». Lo affermano Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria e l’avvocato Stefano Bigliazzi, presidente del Centro di Azione Giuridica di Legambiente Liguria, esprimendo soddisfazione per il rinvio a giudizio di tutti i 26 imputati nel processo per il disastro ambientale e sanitario della centrale Tirreno Power di Vado Ligure. «La gravità della situazione è stata recentemente confermata anche da uno studio del Cnr non ancora agli atti del processo ma che non potrà che aumentare la valutazione di gravità dei fatti, confermando quello che tutte le associazioni ambientaliste, i comitati di cittadini, la rete savonese Fermiamo il carbone, hanno sempre sostenuto nelle denunce sui pericoli ambientali e sanitari per i cittadini ed i lavoratori causati dalla attività della centrale», sottolineano.
L’associazione Uniti per la Salute: «Il lavoro della Procura è stato importante»
«Possiamo dire che il lavoro fatto dalla Procura di Savona, con l’appoggio di Uniti per la Salute e di tutte le altre associazioni di protezione ambientali locali e nazionali, è stato importante. Sì, ci attendevamo il rinvio a giudizio». Per l’avvocato Matteo Ceruti che assiste l’associazione Uniti per la Salute, inserita tra le parti civili nel processo a Tirreno Power per disastro ambientale e sanitario colposo, la decisione di oggi rappresenta una grande soddisfazione ma anche un «nuovo inizio». «Adesso ci sarà da lavorare - conferma Ceruti - però abbiamo un primo vaglio di un giudice per l’udienza preliminare che ha ritenuto che ci sia un materiale probatorio serio per sostenere l’accusa in giudizio. Riteniamo quindi di poter lavorare seriamente per portarla avanti». «L’imputazione è quella di disastro colposo ambientale e sanitario, non è necessario provare il nesso di causalità tra la singola patologia o il singolo decesso e le emissioni della centrale. Qui c’è la prova che c’è stato un disastro immane provocato dalle emissioni di questa centrale e confortato da due importanti perizie, una ecologia e una epidemiologica molto forti e fondate. E ultimamente abbiamo appreso dalla stampa che esistono ulteriori studi che corroborano queste consulenze della procura».
«Possiamo dire che il lavoro fatto dalla Procura di Savona, con l’appoggio di Uniti per la Salute e di tutte le altre associazioni di protezione ambientali locali e nazionali, è stato importante. Sì, ci attendevamo il rinvio a giudizio». Per l’avvocato Matteo Ceruti che assiste l’associazione Uniti per la Salute, inserita tra le parti civili nel processo a Tirreno Power per disastro ambientale e sanitario colposo, la decisione di oggi rappresenta una grande soddisfazione ma anche un «nuovo inizio». «Adesso ci sarà da lavorare - conferma Ceruti - però abbiamo un primo vaglio di un giudice per l’udienza preliminare che ha ritenuto che ci sia un materiale probatorio serio per sostenere l’accusa in giudizio. Riteniamo quindi di poter lavorare seriamente per portarla avanti». «L’imputazione è quella di disastro colposo ambientale e sanitario, non è necessario provare il nesso di causalità tra la singola patologia o il singolo decesso e le emissioni della centrale. Qui c’è la prova che c’è stato un disastro immane provocato dalle emissioni di questa centrale e confortato da due importanti perizie, una ecologia e una epidemiologica molto forti e fondate. E ultimamente abbiamo appreso dalla stampa che esistono ulteriori studi che corroborano queste consulenze della procura».
Le parti civili: «Gli Enti stiano con noi»
«I Comuni nei dintorni della centrale Tirreno Power di Vado Ligure, la Provincia di Savona, la Regione Liguria e l’Asl 2 si costituiscano parte civile». È l’appello lanciato alle istituzioni locali da Maurizio Loschi, esponente di Medicina Democratica, associazione che sarà parte civile nel processo ai dirigenti della centrale elettrica che inizierà l’11 dicembre. «Se non dovesse avvenire sarebbe inspiegabile - sostiene Loschi -: i rappresentanti delle popolazioni esposte sono anche coloro che poi dovranno intervenire economicamente per curare le persone ammalate per colpa di questa esposizione. Non si capisce perché non debbano intervenire nel procedimento e chiedere di essere risarciti da coloro che hanno causato il disastro per quello che hanno dovuto o dovranno spendere».
«I Comuni nei dintorni della centrale Tirreno Power di Vado Ligure, la Provincia di Savona, la Regione Liguria e l’Asl 2 si costituiscano parte civile». È l’appello lanciato alle istituzioni locali da Maurizio Loschi, esponente di Medicina Democratica, associazione che sarà parte civile nel processo ai dirigenti della centrale elettrica che inizierà l’11 dicembre. «Se non dovesse avvenire sarebbe inspiegabile - sostiene Loschi -: i rappresentanti delle popolazioni esposte sono anche coloro che poi dovranno intervenire economicamente per curare le persone ammalate per colpa di questa esposizione. Non si capisce perché non debbano intervenire nel procedimento e chiedere di essere risarciti da coloro che hanno causato il disastro per quello che hanno dovuto o dovranno spendere».
Il M5S: «Il ministero della Salute si costituisca parte civile»
Analogo appello arriva invece dai parlamentari liguri del Movimento 5 Stelle al ministero della Salute: «Segua le orme di quello dell’Ambiente e si costituisca parte civile in un procedimento che vede migliaia di cittadini vittime e potenziali vittime della centrale contro cui ci siamo sempre battuti»
Analogo appello arriva invece dai parlamentari liguri del Movimento 5 Stelle al ministero della Salute: «Segua le orme di quello dell’Ambiente e si costituisca parte civile in un procedimento che vede migliaia di cittadini vittime e potenziali vittime della centrale contro cui ci siamo sempre battuti»
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