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09 aprile 2018

Inquinare è un business: così le industrie pesanti intascano i soldi pubblici.

Inquinare è un business: così le industrie pesanti intascano i soldi pubblici. E costano ai cittadini europei 18 miliardi l'anno 


Inquinare è un business: così le industrie pesanti intascano i soldi pubblici. 
E costano ai cittadini europei 18 miliardi l'anno

Lo rivela un report del Climate Action Network. Sotto accusa il sistema Ue di scambio di quote di emissione. Che da incentivo a ridurre l'impatto sull'ambiente è diventato un modo per trarre profitto. Inquinando

Inquinare è un business: così le industrie pesanti intascano i soldi pubblici. E costano ai cittadini europei 18 miliardi l'anno 
Stando all'accordo di Parigi, dovrebbero ridurre le emissioni a passo svelto. Peccato che facendolo, le industrie ad alta intensità energetica dell'Ue, come gli impianti siderurgici o i cementifici, perderebbero una bella fetta di business. Già, perché, come rivelato da un rapporto del Climate Action Network, le leggi attuali consentono a queste imprese di trasformare l'inquinamento in profitto. A scapito della società e del clima.

Come funziona l'Ets

Sotto accusa, secondo il report "European Fat Cats", è il sistema di scambio di emissioni dell'Ue, l'Ets, e i sussidi legati a esso che gli Stati membri emettono con grande generosità (soprattutto paesi come Germania e Polonia). La logica del sistema Ets è di aiutare l'industria pesante a ridurre progressivamente il suo impatto sull'ambiente rendendo sconveniente inquinare: a livello europeo, viene fissato un tetto di emissioni complessivo per una serie di settori industriali (comprese centrali energetiche e compagnie aeree). Al di sotto di questo tetto, le industrie possono vendere o acquistare quote di emissione: chi inquina meno, vende. Chi inquina di più, acquista. “Il prezzo delle quote viene determinato dalla semplice regola della domanda e dell'offerta – attacca Eleonora Evi del Movimento 5 Stelle - E fino ad oggi è sempre stato un prezzo così basso da non essere di alcun incentivo per stimolare una vera transizione verso produzioni più pulite”.

I costi per i cittadini

Un prezzo basso, se non gratuito. Nel pieno della crisi, per evitare che le industrie delocalizzassero fuori dall'Europa, sono stati rilasciati permessi gratuiti di inquinare. “Solo nel sistema Ets, tra il 2008 e il 2015 – denuncia il Climate Action Network - i governi dell'Ue hanno perso oltre 143 miliardi di euro di entrate dalla distribuzione gratuita di permessi di inquinamento”. In media, una perdita di circa 18 miliardi all'anno.

Le agevolazioni fiscali

Nei paesi europei, inoltre, l'industria ad alta intensità energetica riceve agevolazioni fiscali estremamente generose. In Germania, per esempio, secondo il rapporto "European Fat Cats", tali agevolazioni hanno consentito guadagni totali per oltre 17 miliardi di euro solo nel 2016, all'incirca quanto il bilancio federale tedesco ha destinato nel 2017 per ricerca e istruzione.
Inquinare è un business: così le industrie pesanti intascano i soldi pubblici. E costano ai cittadini europei 18 miliardi l'anno 
Tra il 2014 e il 2016, i governi europei hanno fornito nel complesso circa 15 miliardi di euro all'anno di sostegno finanziario che incoraggia l'uso di combustibili fossili nell'industria. “L'Unione europea si è impegnata a eliminare gradualmente le sovvenzioni dannose entro il 2020, ma nel 2018 continuiamo a vedere miliardi di euro a sostegno dei combustibili fossili, che è contro gli accordi di Parigi”, dice Maeve McLynn del Climate Action Network.
“I sussidi – continua – fanno ricadere il peso dell'inquinamento sui cittadini europei, riducendo le entrate fiscali, alimentanto i cambiamenti climatici e provocando enormi costi sanitari”.



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