Tratto da today.it
Mai nella storia italiana ci sono stati arresti e inchieste su ecoreati e rifiuti come nel 2017. Lo rivelano i dati dell’ultimo Rapporto Ecomafia di Legambiente: solo lo scorso anno 538 ordinanze di custodia cautelare per reati ambientali
Il 2017 sarà ricordato come l'anno del boom per quanto riguarda arresti e inchieste su ecoreati e rifiuti. Mai nella storia del nostro Paese, infatti, sono stati effettuati tanti arresti per crimini contro l'ambiente e sono state condotte tante inchieste sui traffici illeciti di rifiuti come nello scorso anno.
Ambiente, lotta agli ecoreati
Le 538 ordinanze di custodia cautelare per reati ambientali nello scorso anno rappresentano ben il 139,5% in più rispetto al 2016, come emerge dal Rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente, presentato questa mattina a Roma.
Si tratta di un risultato importante sul fronte repressivo frutto sia di una più ampia applicazione della legge 68 che nel 2015 ha introdotto nel codice penale i delitti contro l'ambiente, come emerge dai dati forniti dal ministero della Giustizia (158 arresti, per i delitti di inquinamento ambientale, disastro e omessa bonifica, con ben 614 procedimenti penali avviati, contro i 265 dell'anno precedente) sia per il vero e proprio balzo in avanti dell'attività delle forze dell'ordine contro i trafficanti di rifiuti: 76 inchieste per traffico organizzato (erano 32 nel 2016), 177 arresti, 992 trafficanti denunciati e 4,4 milioni di tonnellate di rifiuti sequestrati (otto volte di più rispetto alle 556 mila tonnellate del 2016).
Il settore dei rifiuti è quello dove si concentra la percentuale più alta di illeciti, che sfiorano il 24%. A completare il quadro, un fatturato dell'ecomafia che sale a quota 14,1 miliardi, una crescita del 9,4%, dovuta soprattutto alla lievitazione nel ciclo dei rifiuti, nelle filiere agroalimentari e nel racket animale.
Corruzione, nemico numero di ambiente e cittadini
La corruzione rimane, purtroppo, il nemico numero uno dell'ambiente e dei cittadini, che nello sfruttamento illegale delle risorse ambientali riesce a dare il peggio di sé. I numeri di questa nuova edizione del rapporto Ecomafia, spiega il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, "dimostrano i passi da gigante fatti grazie alla nuova normativa che ha introdotto gli ecoreati nel Codice penale, ma servono anche altri interventi, urgenti, per dare risposte concrete ai problemi del paese. La lotta agli eco criminali deve essere una delle priorità inderogabili del governo, del parlamento e di ogni istituzione pubblica, così come delle organizzazioni sociali, economiche e politiche, dove ognuno deve fare la sua parte, responsabilmente".
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