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04 marzo 2019

Qualenergia:Crisi climatica, un appello per dare la sveglia ai governi

Tratto da Qualenergia

Crisi climatica, un appello per dare la sveglia ai governi

"Prendiamoci in mano i destini della Terra e obblighiamo i governi a seguirci". Un appello anche per i cittadini in vista della mobilitazione del 15 marzo per il clima.
Un appello che può essere firmato qui
Le adesioni alla manifestazione del 15 marzo possono essere date sul sito del Comitato Nazionale per l’Educazione alla Sostenibilità, CNESA2030, sulla pagina Facebook
Il mondo è attraversato da due crisi globali profondamente correlate, quella ambientale e quella sociale.
Esse hanno una radice comune nell’attuale modello di crescita economica: la spoliazione e il saccheggio delle risorse naturali, caratteristici della modalità dominante di produzione e consumo. Una crescita senza limiti e iniqua a spese della biosfera e delle generazioni future.
Il consumo delle risorse naturali procede al di fuori di ogni razionalità: le trivellazioni e le prospezioni per l’estrazione degli idrocarburi continuano a crescere in modo esponenziale, mentre buona parte delle riserve conosciute deve rimanere non utilizzata, la caccia ai minerali rari preziosi per l’innovazione tecnologica non ha quartiere, e le miniere all’aperto trasformano i territori in enormi aree industriali dismesse, le montagne vengono decapitate, le terre divorate.
In America Latina, Asia e Africa sempre più grandi foreste, terre comunitarie, bacini fluviali e interi ecosistemi vengono spogliati e le comunità sfollate. La diversità biologica viene costantemente ridotta, a rischio tutte le barriere coralline come la Grande australiana con i suoi 3000 km e il respiro degli oceani è soffocato dalla plastica.
E, soprattutto, è in atto quella che è stata chiamata “la più grande minaccia di questo secolo”: il cambiamento climatico, la transizione all’instabilità climatica che si abbatte su uomini e cose con l’intensità degli eventi meteorologici estremi, mentre si estendono le aree desertiche, cresce la siccità, si addensa negli ultimi vent’anni il numero dei massimi di temperatura media della terra. La calotta artica si è spaccata nel 2006 aprendo la caccia senza regole al suo sottosuolo, nel 2017 si è staccato dall’Antartide un “iceberg” più grande della Liguria.
Continuare così non è possibile, incalcolabili le violenze e i danni alla biosfera in cui viviamo, rubato il futuro alle generazioni che verrannoImpariamo a rispettare il vivente, consapevoli e responsabili delle altre specie con cui condividiamo il pianeta.
I governi di tutto il mondo, colpevolmente lenti nell’applicare il Protocollo di Kyoto (2005) e oggi in ritardo nell’attuare gli impegni ratificati con l’Accordo di Parigi (2016), devono accelerare la loro azione per fare più efficacemente fronte al cambiamento climatico e mantenere l’impegno preso di contenere l’aumento della temperatura media globale entro 1,5 °C
Lo sconquasso del clima è causa di migrazioni interne e della fuga disperata delle popolazioni più povere e vulnerabili, colpite da fame, sete e malattie endemiche, marginalizzate nei loro territori, spesso nel nome stesso dello sviluppo e dell’innovazione. I rischi dovuti ai disastri ambientali accrescono tensioni e conflitti e nel 2017 hanno causato, da soli, l’esodo di 60 milioni di rifugiati ambientali, ma saranno quattro volte tanti nel giro di soli vent’anni.
Occorre “costruire ponti” senza ridurre tutto alla sola questione dell’accoglienza e della sicurezza, ponti capaci di ridurre la distanza tra chi ha troppo e chi non ha abbastanza, tra l’opulenza e la povertà, come indicato dagli obiettivi globali dell’Agenda 2030 proposta dalle Nazioni Unite.
Occorre modificare i nostri stili di vita, le nostre culture e il nostro modo di pensare se vogliamo dare futuro al futuro. Decarbonizzare l’economia sostituendo i combustibili fossili con le fonti rinnovabili, trasformare i rifiuti in nuovi prodotti com’è tecnologicamente possibile, eliminare progressivamente la plastica usa-e-getta, fare di più con meno, organizzare la società della sufficienza affinché ogni risorsa sia utilizzata senza sprechi e nel modo più appropriato fino all’autogestione, privilegiare l’acquisto di beni durevoli sostenibili, praticare il commercio equo e solidale e la finanza etica.
Sono i passaggi fondamentali verso quella “conversione ecologica dell’economia e della società” – una nuova alleanza tra uomo e natura e degli uomini tra loro – che pensatori e movimenti hanno proposto da oltre trent’anni e che ha trovato una sua lettura di alto valore spirituale nella Laudato si’ di Papa Francesco.
Quest’azione di cambiamento richiede un impegno quotidiano di tutti ma anche grandi mobilitazioni. 
Per questo vogliamo sostenere le considerazioni e le richieste dei giovani che in tutto il mondo, seguendo l’esempio di Greta Thunberg, manifestano e scioperano il 15 marzo 2019.
Prendiamoci in mano i destini della Terra e obblighiamo i governi a seguirci.

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