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12 maggio 2019

Che cosa respirano nel quadrilatero industriale di Augusta, Melilli, Priolo e Siracusa?

Tratto da verdi.it

Che cosa respiriamo nel quadrilatero industriale

 di Augusta, Melilli, Priolo e Siracusa?


FERMIAMO L’INQUINAMENTO A SIRACUSA. 

IL MINISTRO RISPONDE ALLA PETIZIONE

Nel 2017, a seguito di diversi esposti, la Procura della Repubblica di Siracusa ha posto sotto sequestro, per la prima volta, due impianti di raffinazione   perché ha accertato che le immissioni in atmosfera degli impianti erano fuori legge. Ha, così, imposto una serie di prescrizioni per tutelare l’ambiente e di conseguenza la salute dei cittadini.
In risposta a tali prescrizioni la Exxon ha venduto i propri impianti e la Lukoil ha accettato di rispettarle.

Il monitoraggio della qualità dell’aria è affidato a tre centraline dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale e a otto centraline della ex Provincia Regionale, purtroppo spesso spente o mal funzionanti. Queste centraline, inoltre, sono in grado di registrare solo alcuni inquinanti, ma non tutti, a causa del mancato aggiornamento del Catasto Nazionale degli Inquinanti da parte del Governo Nazionale.
Che correlazione c’è tra l’inquinamento industriale e i tantissimi casi di morte per tumore che si registrano tra la popolazione di questa zona di Sicilia?

Nel 2001 grazie all’inchiesta della Procura di Siracusa denominata “Mare Rosso” del 2001 e grazie al lavoro che ha svolto il dottor Giacinto Franco, primario di pediatria dell’ospedale di Augusta, si è accertato che le malformazioni di alcuni bambini erano causate dagli sversamenti di mercurio nella rada del porto di Augusta......

Non è invece possibile conoscere come mai in queste zone ci sono tutti questi casi di tumore: è impossibile ricevere informazioni su quanti cittadini usufruisco del codice di esenzione 048 per patologie tumorali, l’Azienda Sanitaria Provinciale non è infatti in grado di fornirle. Grazie però al registro che tiene don Palmiro Prisutto, parroco della Chiesa Madre di Augusta, sappiamo che quasi in ogni famiglia c’è un familiare morto per patologia tumorale.

Giuseppe Patti ha, dunque, lanciato una petizione su change.org che ha recentemente ottenuto risposta da parte del Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa.

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