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10 giugno 2019

Greta Thunberg nominata "Ambasciatore della coscienza" da Amnesty International

Tratto da Il Cambiamento 

Greta Thunberg nominata"Ambasciatore 
della coscienza"

La sedicenne attivista svedese Greta Thunberg e il movimento
 studentesco per l'ambiente Fridays for future sono stati nominati 
"Ambasciatori della coscienza per il 2019" da Amnesty 

International. La scelta dopo le mobilitazioni per contrastare i 

cambiamenti climatici.




La sensibilizzazione operata dalla sedicenne svedese Greta Thunberg ha
qualcosa di sensazionale: la sua iniziativa per risvegliare l’opinione pubblica sulla
crisi del clima, iniziata nell’ agosto del 2018 con lo sciopero dalle lezioni e le 

proteste davanti ai palazzi istituzionali, è diventata rapidamente globale. Oltre un
milione di studenti di ogni parte del mondo ha preso parte all’ultimo sciopero dei
“Fridays for future” del 24 maggio scorso e tantissimi avevano partecipato al
precedente, il 15 marzo. Le manifestazioni si sono svolte in oltre 100 paesi.
E ora quindi arriva il riconoscimento di Amnesty International, che ha nominato
Greta e il movimento
"Ambasciatori della coscienza 2019".
Siamo onorati e commossi dalla determinazione con cui i giovani attivisti di ogni
parte del mondo ci stanno obbligando a confrontarci con la realtà della crisi
climatica – ha dichiarato Kumi Naidoo, segretario generale di Amnesty
International – Ogni giovane che prende parte ai Fridays for future rappresenta
ciò che significa agire con la propria coscienza. Sono loro a ricordarci che
abbiamo più potere di quello che immaginiamo e che possiamo avere un ruolo
nella protezione dei diritti umani di fronte alla catastrofe climatica“.
“È un grande onore ricevere il premio Ambasciatore della coscienza di Amnesty
International a nome dei ‘Fridays for future’ – ha detto Greta Thunberg – Questo
non è un premio per me, è un premio per tutti. È incredibile vedere quante
persone si sono mobilitate e sapere che ciò per cui stiamo lottando sta avendo un
impatto. Agire secondo la propria coscienza – ha proseguito la giovane attivista –
vuol dire che tu lotti per qualcosa che pensi sia giusto. È qualcosa che
appartiene a tutti coloro che fanno parte del movimento: noi abbiamo il dovere di
cercare di migliorare il mondo. La clamorosa ingiustizia contro cui dobbiamo lottare
è che le persone del sud del mondo sono quelle che sono e saranno le più colpite
dal cambiamento climatico pur essendo quelle meno responsabili“.

Cambiamento climatico: una crisi dei diritti umani
Mentre la crisi del clima è solitamente avvertita attraverso l’impatto che ha sul
nostro ambiente naturale, le devastanti conseguenze sulle persone – ora e in
futuro – ne fanno anche una questione urgente di diritti umani. Il cambiamento
climatico evidenzia ed esaspera le attuali ineguaglianze e i suoi effetti continuano
a crescere e a peggiorare, portando rovina a questa e alle future generazioni.
«La mancanza d’azione dei governi nei confronti del cambiamento climatico può
essere considerata la più grande violazione intergenerazionale dei diritti umani
della storia» spiega Amnesty.“Diritti umani e crisi climatica vanno di pari passo. Non

 possiamo trovare soluzioni per i primi senza risolvere la seconda. Il cambiamento 

climatico significa impossibilità di nutrirsi coi prodotti della terra, abitazioni a rischio 

e salute in pericolo. I governi hanno il dovere di proteggersi. Perché allora non

 stanno nulla per impedire al cambiamento climatico di devastare le nostre vite?“,
ha chiesto Greta Thunberg.
Amnesty International chiede agli Stati di fare di più sul clima e di farlo nel
rispetto dei diritti umani. Una delle azioni più decisive potrebbe essere quella
di coinvolgere le persone più a rischio – come i bambini e i giovani – nei tentativi
di affrontare e mitigare gli effetti del cambiamento climatico, fornendo loro tutte le
informazioni necessarie, educandoli a partecipare alle discussioni in modo
costruttivo e facendoli partecipare ai processi decisionali che li riguardano.
“A volte mi sento davvero triste perché alcune delle persone cui cerco di parlare
non mi stanno a sentire. Alcune ci insultano, altre pensano che facciamo politica,
altri ci ignorano del tutto o ci dicono che non riusciremo a portare a termine ciò
che abbiamo iniziato. Ma posso assicurare che siano realmente determinati a farlo,
perché in gioco c’è il nostro futuro“, ha detto Irene Kananura, un’attivista
ugandese dei “Fridays for future”.
I giovani attivisti dei “Fridays for future” ora chiedono agli adulti di seguirli.
Venerdì 20 settembre, alla vigilia del Vertice delle Nazioni Unite per agire sul
clima, gli attivisti lanceranno una settimana di azione con uno sciopero
globale per il clima. Sosteniamo la loro richiesta affinché anche gli adulti
aderiscano allo sciopero e mostrino solidarietà.
“I giovani si sentono dire spesso che sono i leader di domani. Sono felice che
Greta Thunberg e gli attivisti dei Fridays for future abbiano ignorato quel
messaggio. Se aspettano fino a domani, non c’è alcun futuro per nessuno di noi.
Hanno già dimostrato di essere i leader di oggi e ora è il momento che gli adulti li
seguano“, ha concluso Naidoo.


Il premio Ambasciatore della coscienza
Il premio Ambasciatore della coscienza è stato istituito nel 2002 per riconoscere
l’impegno di singoli e gruppi che hanno promosso la causa dei diritti umani agendo
con la propria coscienza, sfidando l’ingiustizia e usando il loro talento per ispirare
altre persone. La denominazione del premio trae ispirazione dalla poesia “Dalla
Repubblica della coscienza“, del poeta irlandese Seamus Heaney.


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