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14 luglio 2019

Nuovo studio:L’inquinamento atmosferico accelera l’invecchiamento dei polmoni e aumenta il rischio di malattie polmonari croniche

Tratto da Fidelityhouse

L’inquinamento atmosferico accelera l’invecchiamento dei polmoni e aumenta il rischio di malattie polmonari croniche

Un nuovo studio spiega che l'inquinamento atmosferico, dunque una cattiva qualità dell'aria, influisce in negativo sulle funzioni polmonari facendoli invecchiare più rapidamente.


L’inquinamento fa male alla salute e sempre più ricerche sono d’accordo con questa affermazione. Tra i rischi legati all’inquinamento atmosferico ci sono le malattie croniche ai polmoni. Queste ultime causano il restringimento delle vie respiratorie, rendendo più complessa la respirazione e provocano l’infezione dei polmoni. Questo tipo di infezioni sono la terza causa di morte e il numero di vittime potrebbe salire vertiginosamente entro i prossimi dieci anni.
L’ultima ricerca su questi sintomi è stata pubblicata il 9 luglio 2019 sull’European Respiratory Journal e dimostra come l’inquinamento atmosferico provoca un invecchiamento precoce dei polmoni. La cosa incredibile è che nonostante ci fossero infiniti studi sui rischi legati all’inquinamento, in realtà solamente in pochi si concentrano sui danni diretti ai polmoni.

L’inquinamento ambientale fa invecchiare i polmoni

La ricerca ha coinvolto 300 mila persone e sono stati stimati i livelli di inquinamento atmosferico nei pressi delle varie abitazioni. Tra gli elementi più presenti nell’aria c’erano il PM10, il PM2.5 e il NO2. Tutti e tre sono i prodotti della combustione dei veicoli a benzina, diesel, centrali elettriche e emissioni industriali. Coloro che hanno partecipato alla ricerca hanno risposto ad un questionario riguardante la propria salute e sono state effettuate delle analisi sulla funzione polmonare di ogni partecipante tra il 2006 e il 2010.
Questo tipo di analisi si chiama spirometria e consente di misurare quanta aria può entrare nei polmoni ed è stato tenuto conto della professione dei partecipanti, del sesso, dell’età, del reddito e la possibilità di essere esposti al fumo passivo o essere fumatori veri e propri.
Il risultato della ricerca è sconvolgente: per un aumento annuo di 5 mg per metro cubo di PM2,5 nell’aria i polmoni invecchiano di un equivalente di 2 anni. Alcune abitazioni dei volontari che hanno partecipato alla ricerca raggiungevano anche soglie di 4 volte superiori i limiti di qualità dell’aria. Un’altra nota interessante è che l’invecchiamento peggiore dei polmoni è stato riscontrato da coloro che avevano un basso reddito familiare, con un peggioramento delle funzioni respiratorie almeno del doppio.

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