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09 marzo 2020

L’ Inquinamento atmosferico riduce vita di persone di quasi tre anni

Tratto da Notizie scientifiche

Inquinamento atmosferico riduce vita di persone di quasi tre anni


L’inquinamento dell’aria rappresenta un pericolo pubblico e ciò non è di certo una novità ma un nuovo studio conferma che si tratta di uno dei rischi per la salute umana più pericolosi. La nuova ricerca, realizzata da scienziati dell’Istituto di Chimica Max Planck e del Centro Medico Universitario di Magonza, mostra che l’inquinamento atmosferico si rivela superiore ad altri fattori di rischio tra cui il fumo, le malattie infettive e la violenza.
Sono nel 2015 ci sono stati 8,8 milioni di morti premature in tutto il globo per l’inquinamento atmosferico. I ricercatori hanno calcolato una riduzione dell’aspettativa di vita pro capite media in tutto il mondo di 2,9 anni solo per questa causa.
L’inquinamento dell’atmosfera supera anche il fumo che riduce l’aspettativa di vita media di 2,2 anni (con 7,2 milioni di morti globali), l’AIDS con 0,7 anni (con 1 milione di morti globali), le malattie parassitarie trasmesse da vettori con zero 0,6 anni (600.000 morti globali).
Solo per citare la malaria, una delle malattie mortali più diffuse nel mondo, l’inquinamento atmosferico la supera, in termini di morte premature causate, di un fattore 19. Lo stesso inquinamento atmosferico supera poi la violenza di un fattore 17 e l’AIDS di un fattore 9.
“Dato l’enorme impatto sulla salute pubblica e sulla popolazione mondiale, si potrebbe dire che i nostri risultati indicano una pandemia di inquinamento atmosferico”, dichiara Jos Lelieveld, di primo autore dello studio.
Si tratta di uno dei primi studi che confronta l’impatto dell’inquinamento atmosferico globale sulla salute umana con altre cause e fattori di rischio che comportano morti umani in tutto il mondo. E lo stesso studio conferma che l’inquinamento dell’atmosfera è una delle cause principali di mortalità prematura, soprattutto perché causa malattie cardiovascolari, come dichiara abbastanza chiaramente Thomas Münzel, un altro degli autori dello studio.
Le area soffrire di più sono l’Asia orientale e l’Asia meridionale mentre tassi di mortalità più bassi dovuti all’inquinamento atmosferico si riscontrano in Australia.
Gli stessi ricercatori hanno poi calcolato che l’aspettativa di vita media globale potrebbe aumentare di più di un anno se le emissioni derivanti dall’uso di combustibili fossili fossero eliminate.

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