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11 luglio 2020

Covid 19: Se anche l’ aria è malata

Tratto da Il sostenibile

Diversi studi cercano di capire se esista un nesso tra trasmissione Covid e inquinamento atmosferico

In questi mesi ci siamo tutti interrogati sulla possibile correlazione tra inquinamento atmosferico e diffusione del Covid 19 e sul perché si sia diffuso così nell’area della Pianura Padana, risaputamente tra le più inquinate d’Europa. Può essere trasportato dalle particelle inquinanti? È più letale per le persone esposte più a lungo all’inquinamento?

Una ricerca italiana condotta da studiosi delle Università di Bari, Bologna, Milano e Trieste, insieme alla Società Italiana Medicina Ambientale (Sima), e rilanciata su tutti i media nazionali e internazionali ipotizza la trasmissione del virus attraverso il particolato, ovvero le particelle di inquinamento contenute nell’aria. Il condizionale è d’obbligo e una task force mondiale appositamente istituita cercherà di far chiarezza. Quel che però è noto ormai da anni è l’effetto deleterio dell’inquinamento atmosferico sull’apparato cardiocircolatorio.

In Italia anche l’aria è malata

Nel Rapporto annuale sulla qualità dell’aria pubblicato a fine 2019 dall’Aea (Agenzia Europea per l’Ambiente), l’Italia risulta essere il primo Paese dell'Ue per morti premature da biossido di azoto e il secondo per il particolato fine PM2,5, con un sistematico sforamento dei limiti di legge per i principali inquinanti atmosferici. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, gli inquinanti che hanno dimostrato di avere effetti sulla salute sono il particolato, l'ozono, il biossido di azoto e il biossido di zolfo. L’Italia è tra i primi Paesi per concentrazione di polveri sottili, al punto che Torino contende a Parigi e Londra il primato di città europea più inquinata da biossido di azoto; tra le città più piccole, invece, spicca Padova per l'alta concentrazione media di PM2,5 e PM10. La situazione non migliora nelle aree rurali, con superamenti dei limitTRatti giornalieri di particolato registrati in 16 delle 27 centraline. Due milioni di italiani vivono in aree, soprattutto della Pianura Padana, dove i limiti Ue per i tre inquinanti principali sono continuamente violati.

Le ipotesi sul rapporto tra Covid e inquinamento

Alte concentrazioni di polveri fini per tutto il mese di febbraio potrebbero aver favorito un’accelerazione alla diffusione dell’epidemia nella Pianura Padana? Da questa ipotesi sono partiti due differenti studi di un gruppo di ricercatori della Sima con alcune Università italiane. Nel primo studio sono stati analizzati la correlazione fra la diffusione del virus SARS-CoV-2 nel nostro Paese e il numero di sforamenti di PM10 nel mese di febbraio, prima del lockdown, mettendo a confronto Nord e Sud.Continua su Il sostenibile


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