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13 settembre 2020

Affrontare l'inquinamento e il cambiamento climatico in Europa per migliorare salute

 Tratto da isprambiente .gov

Affrontare l'inquinamento e il cambiamento climatico in Europa per migliorare salute e benessere dei più vulnerabili

L'Agenzia Europea pubblica il report "Healthy environment, healthy lives: how the environment influences health and well-being in Europe"

L'inquinamento atmosferico e acustico, gli impatti dei cambiamenti climatici come le ondate di calore e l'esposizione a sostanze chimiche pericolose causano problemi di salute in Europa. Gli ambienti di scarsa qualità contribuiscono al 13% (uno su otto) dei decessi secondo un'importante valutazione su salute e ambiente pubblicata oggi dall'Agenzia europea dell'ambiente (EEA).

Migliorare la salute e il benessere dei cittadini europei è più importante che mai, con l'attenzione attualmente concentrata sull'affrontare la pandemia COVID-19. La pandemia fornisce un chiaro esempio dei complessi legami tra l'ambiente, i nostri sistemi sociali e la nostra salute.

Una percentuale significativa del carico di malattie in Europa continua ad essere attribuita all'inquinamento ambientale derivante dall'attività umana. Secondo il rapporto dell'EEA "Ambiente sano, vite sane: come l'ambiente influenza la salute e il benessere in Europa" che attinge ampiamente ai dati dell'Organizzazione mondiale della sanità sulle cause di morte e malattia, la qualità dell'ambiente europeo svolge un ruolo chiave nel determinare la nostra salute e il nostro benessere.

“Esiste un chiaro legame tra lo stato dell'ambiente e la salute della nostra popolazione. Tutti devono capire che prendendoci cura del nostro pianeta non solo stiamo salvando gli ecosistemi, ma anche delle vite, soprattutto quelle più vulnerabili. L'Unione europea è dedita a questo approccio e con la nuova strategia per la biodiversità, il piano d'azione per l'economia circolare e altre iniziative imminenti siamo sulla buona strada per costruire un'Europa più resiliente e più sana per i cittadini europei e oltre”, ha affermato Virginijus Sinkevičius, Commissario per Ambiente, oceani e pesca.

“Se da un lato vediamo significativi miglioramenti in Europa e un chiaro obiettivo nel Green Deal, il rapporto ci indica che è necessaria un'azione forte per proteggere i più vulnerabili nella nostra società, poiché la povertà spesso va di pari passo con la vita in condizioni ambientali carenti e cattive condizioni di salute. Affrontare queste connessioni deve essere parte di un approccio integrato verso un'Europa più inclusiva e sostenibile ", ha affermato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell'AEA.

Il Rapporto dell’EEA ancora una volta evidenzia le connessioni tra salute dell’ambiente e salute umana che si è reso ancora più evidente nella pandemia COVID-19 da virus SARS-Cov-2 come evidenzia Stella Kyriakides, Commissaria per la salute e la sicurezza alimentare: COVID-19 è stato un ulteriore campanello d'allarme, rendendoci profondamente consapevoli della relazione tra i nostri ecosistemi e la nostra salute e la necessità di affrontare i fatti: il modo in cui viviamo, consumiamo e produciamo è dannoso per il clima e ha un impatto negativo sulla nostra salute. Dalla nostra strategia Farm to Fork per un'alimentazione sostenibile e sana al futuro piano europeo contro il cancro, abbiamo assunto un forte impegno per proteggere la salute dei nostri cittadini e del nostro pianeta “

Molti dei temi affrontati nel Rapporto riguardano attività SNPA  di prevenzione della tutela della salute da fattori ambientali (aria, acqua, clima etc) come indicato dall’art.1 della stessa legge istitutiva 132/2016 .

In particolare sul tema COVID e ambiente ISPRA e SNPA hanno dato avvio a due progetti nazionali, citati nel rapporto  EEA nella sessione COVID:

  • lo studio epidemiologico nazionale ISS/ISPRA/SNPA su inquinamento atmosferico e COVID-19 e
  • il progetto Pulvirus in collaborazione con ENEA e ISS in cui è compresa anche l’analisi di fattibilità di un sistema di rivelazione precoce della circolazione virale in aria che potrà, una volta verificata la congruità, dare avvio ad una rete di early warning integrato sul territorio

I progetti danno risposta alle crescenti preoccupazioni della cittadinanza sollecitate da alcuni studi in merito allepossibili connessioni tra le dinamiche epidemiologiche di COVID-19 e l’esposizione a inquinanti atmosferici.

Un altro progetto a cui SNPA ha aderito di recente è  il progetto  SARI coordinato dall’ISS  (“Sorveglianza ambientale di sars-cov-2 attraverso i Reflui urbani in Italia: indicazioni sull'andamento epidemico e allerta precoce) per la definizione di un protocollo comune di rilevazione del virus SARS-CoV-2 nei reflui civili come strumento predittivo della prevalenza di COVID-19 nella popolazione.

Risultati chiave

L'inquinamento atmosferico resta la principale minaccia ambientale europea per la salute, con oltre 400 000 morti premature dovute all'inquinamento atmosferico ogni anno nell'UE. L'inquinamento acustico è al secondo posto, contribuendo a 12000 morti premature, seguite dagli impatti dei cambiamenti climatici, in particolare dalle ondate di calore.

Il peso dell'inquinamento e del cambiamento climatico varia in Europa, con chiare differenze tra i paesi dell'Europa orientale e occidentale. La percentuale più alta di morti nazionali (27%) è attribuibile all'ambiente in Bosnia ed Erzegovina e la più bassa in Islanda e Norvegia al 9%.

Le comunità socialmente svantaggiate di solito lottano sotto il triplice carico di povertà, ambienti di scarsa qualità e cattiva salute. Le comunità più povere sono spesso esposte a livelli più elevati di inquinamento e rumore e ad alte temperature, mentre le condizioni di salute preesistenti aumentano la vulnerabilità ai rischi per la salute prodotti dall’ambiente. Sono necessarie misure mirate per migliorare le condizioni ambientali per i più vulnerabili in Europa.

Le persone sono esposte a molteplici rischi in qualsiasi momento, inclusi inquinamento atmosferico, idrico e acustico e sostanze chimiche, che si combinano e in alcuni casi agiscono all'unisono per avere un impatto sulla salute. Le città europee sono particolarmente vulnerabili a queste molteplici minacce, avendo meno accesso a spazi verdi e blu.

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