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12 febbraio 2021

Marco Grondacci : i rapporti epistolari non chiuderanno il carbone e non fermeranno la centrale a gas....

 Interessante post  tratto da Note di Grondacci 

Centrale Enel a Spezia: i rapporti epistolari non chiuderanno il carbone e non fermeranno la centrale a gas

Il Ministro dello Sviluppo Economico scrive (vedi lettera a fianco) al Sindaco di Spezia sulla vicenda del rinvio della chiusura definitiva della centrale termoelettrica a carbone

La risposta del Ministro è meramente interlocutoria in quanto si limita ad affermare che convocherà il tavolo per discutere sulla chiusura della centrale in questione “pur garantendo l’approvvigionamento energetico necessario alla sicurezza del sistema elettrico e ciò anche con l’apporto diretto di TERNA – responsabile del rilascio dei parere relativa alla adeguatezza del sistema" e coinvolgendo il Ministero dell’Ambiente competente al rilascio della VIA in relazione ad altri impianti di generazione nel Nord Italia.

Insomma una mera ricostruzione semplificata di quelle che sono le competenze e i ruoli nella vicenda in questione. 

Ma la normativa cosa dice specificamente? Perché a questo punto, vista la confusione del dibattito politico cittadino sulla vicenda, sarà il caso di descriverla brevemente di seguito e soprattutto, anche alla luce di questa lettera, cosa occorre fare sulla vicenda continuazione centrale a carbone oppure nuova centrale a gas a Spezia?.....Continua a leggere qui riportiamo le conclusioni 


CONCLUDENDO: UN PERCORSO DI AZIONE …  

Quindi Il Comune di Spezia, la Regione Liguria ma soprattutto anche i rappresentanti politici locali di PD, 5stelle e centro sinistra in generale dovrebbero chiedere al nuovo governo che riprenda in mano i limiti della impostazione sopra descritta senza perdere tempo dietro i calcoli di Terna. Perché Terna cambi i suoi calcoli occorre che cambi il quadro di programmazione energetica frutto di una interpretazione restrittiva del meccanismo del capacity market. 

È vero che una parte di GW sono stati assegnati ma è altrettanto vero che:

1. Il PNIEC  (QUI) prevede come necessari solo 3.000 MWe per la transizione al 2025 (attualmente sono alla VIA del Ministero dell’Ambiente oltre 13.000 MWe - QUI)   

2. Sono alla verifica di assoggettabilità a VIA del Ministero dell’Ambiente oltre 1200 MWe di potenziamento (upgrade) di impianti a gas esistente per il distretto nord del sistema elettrico nazionale, quello dove, secondo la nota del Ministero dello Sviluppo Economico, mancherebbero i 500 MWe per far chiudere la centrale a carbone spezzina entro il 2021

3. come dimostrato da studi anche di Enea i sistemi di accumulo energetico rappresentati dai pompaggi idroelettrici presenti in Italia, sono attualmente sottoutilizzati (come affermano gli stessi dati di Terna) . Alla luce della necessità di incrementare il contributo delle fonti rinnovabili non programmabili (solare ed eolico), e del ruolo fondamentale che gli accumuli saranno chiamati a svolgere per assicurare la stabilità della rete elettrica, appare opportuno richiamare questi impianti, da tempo esistenti ed operativi, verso un utilizzo adeguato alle necessità della transizione energetica.

4. gli indirizzi nuovi della UE sono di passare dalla riduzione del 40% di emissioni di gas serra entro il 2030 (rispetto al 1990) a 55% e questo dovrà comportare una revisione degli stessi Piani Nazionali Integrati Energia Clima (PNIEC).


Quindi se si attuasse velocemente, ovviamente i tempi sono da qui alla fine del 2021 massimo inizio 2022, quanto indicato dai punti 2,3,4 sopra esposti si potrebbe ridurre drasticamente la necessità di tutti i nuovi impianti a gas (compreso quello previsto a Spezia), creare le condizioni per chiudere le centrali a carbone come quella spezzina nei tempi previsti o al massimo sforando di pochi mesi la data del 31/12/2021.

Ma per far questo ci vuole un Ministero dello Sviluppo Economico che riprenda in mano le decisioni strategiche sul sistema di produzione elettrico del Paese, un Ministero dell’Ambiente che nei procedimenti di VIA in corso sulle nuove centrali a gas rilevi sito per sito le incompatibilità specifiche ma anche le contraddizioni con quanto enunciato nelle stesse normative UE e nello stesso PNIEC. 

Si è perso tempo prezioso in questi due anni nel giocare, da parte di tutto gli interlocutori politici e istituzionali nazionali regionali e locali, allo scaricabarile......

Leggi qui l’articolo integrale


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