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12 gennaio 2022

EMILIO GIANICOLO. EX ILVA , Acciaierie mette in dubbio il danno sanitario. Ma ci sono degli aspetti da considerare.

 Tratto da Il Fatto Quotidiano 

Ex Ilva, Acciaierie mette in dubbio il danno sanitario. Ma ci sono due aspetti da considerare

di Emilio Gianicolo*

In uno Stato di diritto vi è la necessità che provvedimenti di carattere politico-amministrativo abbiano anche una base scientifica e non siano impostati su elementi arbitrari. Un diritto fondamentale per la Costituzione Italiana è il diritto alla salute. Uno dei casi più eclatanti al livello nazionale in cui tale principio è stato disatteso è l’acciaieria – ex Italsider, ex Ilva, ex ArcelorMittal ed ora Acciaierie d’Italia – più grande d’Europa. Per Taranto pare sempre mancare un tassello che renda completo il quadro delle evidenze scientifiche.

Infatti, non sono stati sufficienti risultati allarmanti di studi raffinatissimi per convincere i governi e le amministrazioni regionali e locali della necessità di imprimere una svolta decisiva alla storia della città Ionica, dandole finalmente una prospettiva libera dalle nocività della fabbrica.

Era noto da anni che la popolazione tarantina nel complesso presentasse uno stato di salute peggiore, in termini di mortalità e morbidità, rispetto al resto della regione Puglia. Fu però solo nel 2012 che, grazie all’iniziativa della locale Procura della Repubblica, si realizzò – per opera di studiosi riconosciuti a livello internazionale – una indagine epidemiologicadi una raffinatezza e persuasività scientifica tale da poter dimostrare quanto era per molti scontato ma purtroppo non ancora dimostrato scientificamente: uno dei determinanti – se non il determinante principale del peggiore stato di salute della popolazione tarantina – era rappresentato dalle emissioni convogliate e diffuse dell’acciaieria.

La Procura della Repubblica di Taranto, grazie anche al lavoro di pungolo dei movimenti aveva supplito al ruolo che avrebbero dovuto esercitare le istituzioni. A distanza di qualche anno, tuttavia, la stessa Regione Puglia affidò ad una parte dell’equipe che aveva lavorato per la magistratura nell’ambito del processo “Ambiente svenduto”, la conduzione di uno studio, che aggiornava ad anni più recenti il lavoro condotto per la Procura. I risultati principali dello studio confermarono l’effetto nocivo sulla salute delle emissioni dell’acciaieria.

A questi studi ne sono seguiti altri, tra i quali una valutazione di danno sanitario pubblicata nel maggio del 2021 dalle Agenzie Regionali pugliesi Arpa ed Aress insieme con la Asl di Taranto. In tale valutazione, gli autori avevano evidenziato che anche con una produzione inferiore di acciaio – pari cioè a sei milioni di tonnellate – vi era un rischio inaccettabile per la comunità tarantina residente al quartiere Tamburi. La comunità storicamente più danneggiata.

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