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05 ottobre 2013

A PROPOSITO DI AIA,INQUINAMENTO ,MINISTERI e SACROSANTO DIRITTO ALLA SALUTE E ALLA VITA DEI CITTADINI.

 Per  non dimenticare pubblichiamo  due post tratti da Uniti per la Salute del 29 Settembre 2012. 

A Taranto come a Vado Ligure ,e come in tanti altri  luoghi  in Italia con simili problematiche ,in discussione non ci sono solo gli impianti ma il destino di bambini, donne, anziani, soggetti fragili e tanti cittadini che respirano i fumi di quegli impianti.......... 

A PROPOSITO DI AIA TRANSITORIA....E' FAMOSA ANCHE A TARANTO ? - See more at: http://unitiperlasalute.blogspot.it/2012/09/a-proposito-di-aia-e-migliori.html#sthash.1W8bWenK.dpuf

Non ci sono compromessi da fare fra vita e produzione: la vita è tutelata costituzionalmente in modo assoluto, incomprimibile e prioritario.

Non è soggetta a mercanteggiamenti o a soluzioni transitorie.

CONSIGLIAMO A TUTTI UN'ATTENTA LETTURA DELL'ARTICOLO SOTTOSTANTE...........

Tratto da Peacelink

AIA: il Comune di Taranto agisca come il Comune di Statte e richieda nuove e migliori tecnologie per l'Ilva

La Procura ha ampiamente documentato con l'apposita perizia che l'area a caldo dell'Ilva non adotta tecnologie migliori elencate nelle Bref. Se la Commissione AIA omette di considerare questo dato tecnico sarebbe gravissimo e vi sarebbero tutti i presupposti per invalidare l'AIA

28 settembre 2012 - Alessandro Marescotti (Presidente di Peacelink)


Una cosa è autorizzare un'acciaieria nel deserto e una'ltra è autorizzare la più grande acciaieria d'Europa accanto al quartiere Tamburi che presenta eccessi di mortalità e di ricoveri per le emissioni industriali.
Una cosa è autorizzare un'industria dotata delle migliori tecnologie e un'altra è autorizzare impianti posti sotto sequestro per ordine della magistratura.

E' pertanto molto delicato il ruolo che il Ministro Clini si trova a svolgere.
........Avevamo sollecitato la Commissione AIA e il Ministro - assieme ad altre associazioni ad attenersi all'articolo 8 del decreto legislativo 59 del 2005 (che prevede l'adozione di misure supplementari più rigorose e le migliori tecnologie). Non ci è dato sapere se tutte queste nostre sollecitazioni abbiano fatto breccia nella commissione AIA oppure no. 

Questo è il livello di tasparenza che il Ministro Clini vanta.Non ci sono state date infatti garanzie che sia assicurata una "messa a norma" dell'area a caldo dell'Ilva secondo gli standard europei più rigorosi. Viste le imbarazzate dichiarazioni del Ministro su questo punto (che ha parlato solo di "prescrizioni raggiungibili dagli impianti"), temiamo che si vada verso una "soluzione all'italiana".
Lanciamo pertanto un appello a tutti gli attori coinvolti nell'AIA, da quelli tecnici a quelli politici.
Fate attenzione: questa autorizzazione non riguarda solo le tecnologie ma le vite umane.

 Non ci sono compromessi da fare fra vita e produzione: la vita è tutelata costituzionalmente in modo assoluto, incomprimibile e prioritario. Non è soggetta a mercanteggiamenti o a soluzioni transitorie.

La proprietà privata è invece vincolata alla sua funzione di  "utilità sociale" (art.42 della Costituzione) e risponde a tutti gli obblighi di tutela dei diritti umani, primo fra tutti la tutela del diritto alla vita.

In discussione non ci sono solo pertanto degli impianti ma il destino di bambini, donne, anziani, soggetti fragili e tanti cittadini che respirano i fumi di quegli impianti che la magistratura ritiene incompatibili con la salute.
Autorizzare - anche solo in forma transitoria per qualche mese - ciò che è sequestrato dalla Procura sarebbe gravissimo e farebbe scattare probabilmente nuovi esposti alla Procura della Repubblica aventi come oggetto proprio l'autorizzazione AIA.

Tutto questo deve essere ben chiaro al Ministro e ai membri della commissione AIA che si assumeranno tutte le responsabilità del caso nel caso in cui approvassero un'autorizzazione non in grado di tutelare pienamente - ossia secondo il Principio di Precauzione - la salute dei cittadini, tenendo conto esplicitamente e puntualmente di quanto osservato dalla magistratura con perizie e ordinanze  di grande precisione tecnico-scientifica.
foto di TarantoIl problema della corresponsabilità in scelte così delicate si pone anche per gli Enti Locali: fate attenzione a non autorizzare impianti sotto sequestro offrendo deroghe a quanto fissato dalla Magistratura.
Avvisiamo tutti che si sta giocando con beni supremi costituzionalmente garantiti e per questo motivo diventa cruciale l'osservanza scrupolosa dell'articolo 8 del decreto legislativo 59/2005.

Ecco perché chiediamo che il Comune di Taranto voti come il Comune di Stette perché l'AIA sia incardinata sull'articolo 8 del decreto legislativo 59/2005 che recita:
Art. 8. Migliori tecniche disponibili e norme di qualità ambientale
1. Se, a seguito di una valutazione dell'autorità competente, che tenga conto di tutte le emissioni coinvolte, risulta necessario applicare ad impianti, localizzati in una determinata area, misure più rigorose di quelle ottenibili con le migliori tecniche disponibili, al fine di assicurare in tale area il rispetto delle norme di qualità ambientale, l'autorità competente può prescrivere nelle autorizzazioni integrate ambientali misure supplementari particolari più rigorose, fatte salve le altre misure che possono essere adottate per rispettare le norme di qualità ambientale.
(Nota tecnica: tale articolo è in vigore ed è stato trasfuso nel dlgs 152/2006).
Sia chiaro: senza l'adozione delle migliori tecnologie (indicate in questo articolo) non vi è alcuna possibilità di rilasciare un'AIA legittima.  
Riteniamo che gli impianti sotto sequestro non abbiano i requisiti per essere autorizzati alla luce dell'articolo 8 che impone le migliori tecnologie specificate dalla Procura, la quale fa esplicito riferimento alle nuove Bref (Best available techniques Reference documents).
La Procura ha ampiamente documentato con l'apposita perizia che l'area a caldo dell'Ilva non adotta tecnologie migliori elencate nelle Bref. 
Se la Commissione AIA omette di considerare questo dato tecnico sarebbe gravissimo e vi sarebbero tutti i presupposti per invalidare l'AIA.
Leggi l'articolo integrale su Peacelink
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Tratto da Physicians for Social Responsability

The Silent Epidemic: il carbone e la minaccia nascosta per la salute


Informazioni sul libro : In The Silent Epidemic , Alan Lockwood, un medico, descrive e documenta l'impatto del ciclo del combustibile carbone sulla salute umana. 
  Lockwood prende in esame ogni aspetto del carbone, dalla sua composizione chimica complessa ai dettagli di estrazione, il  trasporto, la combustione , lo smaltimento, ognuno dei quali genera problemi di salute significativiEgli spiega l'impatto sul  riscaldamento globale del  carbone ,i problemi di salute che provoca e discute approcci possibili per combattere l'inquinamento del carbone.
I commenti delle persone :
"La politica energetica è la politica sanitaria. L'epidemia silenziosa, Alan Lockwood chiarisce che il carbone è un problema sanitario di grandissimo  impatto . Proprio come un testo di microbiologia analizza i batteri, questo libro fornisce una guida per il pensiero medico e per la sanità pubblica sul carbone. Altamente consigliato." - Howard Frumkin, MD, DPH, Dean, School of Public Health, University of Washington
"Sappiamo  da secoli che l'inquinamento del carbone è pericoloso e persino mortale, ma l'epidemia silenziosa documenta minuziosamente tutta l'imponenza  degli effetti maligni del  carbone sulla nostra salute e sulla società, e rende ancora più urgente  porre fine alla nostra dipendenza da un combustibile che merita di non trovar  posto in un'economia pulita e sana. " - Michael Brune, direttore esecutivo, Sierra Club
"L'esposizione  del dottor Lockwood è misurata. Il suo tono è spassionato. E la sua prognosi è agghiacciante. Questo libro è necessario che lo  leggano   gli scienziati ambientali e gli operatori sanitari. Dovrebbe anche essere sugli scaffali dei responsabili delle politiche energetiche,i  dirigenti di compagnie elettriche,gli  urbanisti,i politici e  i cittadini interessati.  La diagnosi del dottor Lockwood ci riguarda tutti. " - Philip J. Landrigan, MD, MSc, Ethel H. Wise Professore di Medicina di Comunità, Mount Sinai School of Medicine, membro dell'Institute of Medicine, National Academy of Sciences.......

21 ottobre 2010

1) Inizia A.I.A per la Centrale Tirreno Power di Vado Ligure 2)Centrale a carbone a Saline Joniche, la commissione Via ha detto SI

Tratto da AIA. MINAMBIENTE.IT

Autorizzazione Integrata Ambientale
L'autorizzazione integrata ambientale (AIA) é il provvedimento che autorizza l'esercizio di un impianto o di parte di esso a determinate condizioni, che devono garantire la conformità ai requisiti del decreto legislativo 18 febbraio 2005 , n. 59, di recepimento della direttiva comunitaria 96/61/CE, relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento (IPPC).

Ai sensi di quanto previsto dall'articolo 16 del citato D.Lgs. 59/05, tale autorizzazione é necessaria per poter esercire le attività specificate nell'allegato I dello stesso decreto.

In linea con i principi della convenzione di Aarhus e con quanto previsto dagli artt 5, 7, 11 del D.Lgs. 59/05, per facilitare e promuovere l'accesso all'informazione e la partecipazione del pubblico, questo Ministero cura la pubblicazione on-line della documentazione fornita dai gestori ai fini del rilascio delle AIA di competenza statale, relative agli impianti di cui all' allegato V del D.Lgs 59/05.

Si rammenta in proposito che eventuali osservazioni sulle istanze ai sensi dell'articolo 5, comma 8 del D.Lgs. 59/05 potranno essere presentate dopo la pubblicazione dell'apposito avviso a mezzo stampa e durante tutto il procedimento dai soggetti interessati in forma scritta o con e-mail certificata al seguente indirizzo: Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Direzione generale per la salvaguardia ambientale via Cristoforo Colombo 44 00147 Roma, e-mail aia@pec.minambiente.it.

Riportiamo sempre dal Sito del Ministero

Ragione sociale: TIRRENO POWER S.p.A.

Nome impianto: Centrale termoelettrica di Vado Ligure

Tipologia procedura: Impianto Esistente

Dettaglio: Prima autorizzazione

Stato domanda: Procedimento in corso

La nostra associazione "Uniti per La Salute "ha inoltrato
le osservazioni in data 13 luglio 2010 (Guarda sul sito del Ministero)
chiedendo di accelerare l' Iter dell'Aia, per una maggior tutela dei cittadini gravitanti sotto tale impianto giustamente preoccupati dato che il procedimento di RICHIESTA DI AIA è datato 2/2/2007...........SONO TRASCORSI OLTRE TRE ANNI ,da tale data, durante i quali la Centrale non è stato affatto adeguata alle migliori tecnologie disponibili.

AIA sollecitata anche dal COMUNE DI QUILIANO E DI VADO LIGURE IL 30 SETTEMBRE 2010

E FINALMENTE E' ufficiale e Confermato

Tirreno Power: a novembre inizia la procedura A.I.A.

Aggiornamento delle ore 16,35: contattato il vicesindaco di Vado ligure Franca Guelfi, la notizia è ora confermata ufficialmente.

di VALERIA ROSSI – La notizia è ancora ufficiosa, anche perché né sindaco né vicesindaco di Vado risultano al momento raggiungibili al telefono… ma la fonte è molto affidabile e quindi diamo per buona la notizia: in data 3 novembre p.v. dovrebbero iniziare le procedure per la famosa autorizzazione A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) per la centrale di Vado Ligure: autorizzazione chiesta da TRE ANNI senza che, finora, il ministero avesse mosso un dito.
Autorizzazione che è stata anche concessa nei giorni scorsi alla centrale a carbone di Genova Cornigliano, ma con la discriminante di prescrizioni piuttosto severe (e costose) a cui l’impianto dovrà adeguarsi per essere in regola, visto che adesso non è affatto adeguato alle migliori tecnologie, così come non lo è la centrale savonese.


C’entrerà qualcosa l’esposto presentato dai Comitati cittadini qualche settimana fa all’Unione Europea? C’entreranno i solleciti inviati sia dai Comuni di Vado e Quiliano, sia dall’Associazione Uniti per la Salute, o magari le famose (e finora rimaste senza risposta) 10 domande a De Benedetti?


Difficile saperlo: l’importante, però, è sapere che la Commissione ministeriale sta per iniziare le indagini relative alla centrale, e che è possibile inviare le proprie osservazioni in merito al Ministero dell’Ambiente, qualora si ritenga che ci siano cose che la Commissione deve sapere a priori. Anche perché l’autorizzazione è stata richiesta nel 2007 per l’impianto attuale: quindi potrebbero saltar fuori misteriosi rimandi, difficili da seguire, alla possibilità del famigerato ampliamento.
L’indirizzo e-mail del Ministero è: dsa-ris@minambiente.it.


Se qualche lettore (tecnico, medico o semplice cittadino che sia) pensa di avere qualcosa da dire… è il momento che lo dica.

ANZI INVITIAMO TUTTI A FARLO .

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Tratto da Nta Calabria.it


Centrale a carbone a Saline Joniche, la commissione Via ha detto Si

saline joniche

E’ arrivato il Si della Commissione Via alla centrale a carbone di Saline Joniche. Le preoccupazioni avanzate da più parti circa il progetto della Sei hanno ricevuto un’ulteriore risposta. Infatti, nella giornata di ieri la commissione Via (Valutazione impatto ambientale) ha dato parere positivo al progetto della SEI per una nuova centrale a carbone a Saline Jonicheseguendo la richiesta fatta dalla società lo scorso 19 giugno 2008.

La notizia di ieri sera è arrivata direttamente da Nuccio Barillà del direttivo nazionale di Legambiente ed ha visto l’approvazione del quarto punto all’ordine del giorno dell’Assemblea plenaria della commissione Via con tutti i voti favorevoli, tre astenuti e soltanto due contrari.

“Con questo regalo del ministero dell’ambiente, l’Italia potrà vantare altri 7 milioni e mezzo di tonnellate di emissioni di Co2 all’anno – commentano Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente e Nuccio Barillà, membro del direttivo nazionale dell’associazione -. Questi si aggiungeranno ai gravi ritardi del nostro paese rispetto agli obiettivi fissati dagli accordi internazionali per la lotta ai cambiamenti climatici”.

Un’approvazione che riapre la vicenda dopo il pronunciamento anche da parte dellaRegione Calabria che, insieme ad i sindaci dell’area grecanica, dichiararono il proprio No deciso in occasione della prima conferenza dei servizi tenutasi nel Ministero delle Attività Produttive a Roma. Questo portava nel mese di ottobre 2009 alla sospensione per un periodo di sessanta giorni del procedimento VIA. A gennaio del 2009 la Sei aveva provveduto ad inoltrare parte della documentazione integrativa allo studio di impatto ambientale riservandosi l’inoltro degli elaborati progettuali entro tempi brevi mentre a febbraio veniva completato l’inoltro di tutti i documenti e così viene riavviato il processo.

“Il carbone – aggiungono i due esponenti di Legambiente – è il combustibile fossile a maggior emissione specifica di anidride carbonica.

Le nuove centrali garantiranno solo importanti profitti alle aziende, a fronte di pesanti multe che graveranno sulle tasche dei contribuenti italiani.
Ci auguriamo che la Regione Calabria continui a opporsi al progetto di Saline, con ogni mezzo, e che il ministero per i Beni e le attività culturali confermi il suo parere negativo”.

La decisione della commissione Via sembra seguire di pari passo anche le ultime vicende che si sono verificate nel territorio grecanico con incontri privati considerati di “giunta allargata” che ha visto in campo alcuni sindaci, vedi Montebello Jonico, Melito e Roghudi, che hanno scelto la strada della firma di un protocollo d’intesa per la nomina di una commissione di esperti deputata a considerare l’impatto ambientale del progetto della Sei. La stessa società nelle scorse settimane incontrava, in due appuntamenti separati, sia gli amministratori melitesi che quelli degli altri comuni per renderli partecipi delle modifiche strutturali allo stesso.

Adesso la vicenda passa nelle mani del ministero delle attività produttive dove la Sei dovrà raggiungere l’intesa con la Regione Calabria.

Qualora le posizioni dell’attuale governatore Scopelliti dovessero essere mantenute, cioè "No alla centrale", la diatriba vedrebbe la parola fine.
In caso contrario la Calabria si aprirebbe nel terzo millennio all’utilizzo della centrale.