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27 luglio 2010

Italcoke, blitz della Procura: «C’è selenio negli scarichi»

Tratto da "IL SECOLO XIX"

L’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo del depuratore della cokeria: concentrazioni alte di selenio

Selenio. Un veleno simile all’arsenico che può entrare nella catena alimentar tramite l’acqua e i vegetali. Una sostanza tossico-nociva trovata in concentrazioni “altissime” nell’acqua che fuoriesce dal depuratore biologico della cokeria Italiana Coke di Bragno. Sottoposto ieri mattina a sequestro preventivo. È scattato all’alba il blitz degli agenti della polizia giudiziaria che hanno messo i “sigilli” virtuali all’impianto. Infatti il depuratore biologico è stato sottoposto a sequestro, ma è stato lasciato funzionare ugualmente, per non compromettere l’attività produttiva e soprattutto per motivi di sicurezza e incolumità pubblica.

In base a quanto deciso da chi conduce l’inchiesta -il procuratore capo Francantonio Granero e il suo sostituto Danilo Ceccarelli- è stato concesso un termine di due mesi all’azienda per mettersi in regola.

È il lasso di tempo secondo i periti della Procura per “spegnere” senza danni e rischi il depuratore. Se poi nel frattempo l’azienda si metterà in regola, il provvedimento di sequestro potrà essere rivisto. Intanto per garantire la correttezza delle operazioni i magistrati hanno indicato nel responsabile sicurezza ambientale Giancarlo Bruni, che risulta formalmente indagato per il malfunzionamento del depuratore, il custode giudiziario dell’impianto.


Gli inquirenti cercano di capire anche un’eventuale volontà dolosa nella gestione, e nel malfunzionamento dell’impianto, per capire gli sforamenti a fase alterne. In particolare di selenio. Il dubbio, su cui la polizia giudiziaria cerca di fare chiarezza, riguarda il comportamento di chi aziona l’impianto. Al centro dell’indagine anche il progetto di ristrutturazione e rifacimento del settore pronto da due anni secondo gli atti, ma non concretizzatosi sino ad oggi.

E così in base alle relazioni con gli sforamenti dei periti della Procura di Savona -notificate all’azienda- il giudice per le indagini preliminari, su richiesta del pm Ceccarelli ha firmato il decreto di sequestro eseguito ieri mattina all’alba.

Leggi l'articolo integrale

Tratto da Il giornale.it

Italiana Coke Sequestrato il depuratore di Cairo

È stato notificato dal giudice per le indagini preliminari Emilio Fois, su richiesta del pm Danilo Ceccarelli, il sequestro in via cautelare dell’impianto di depurazione dello stabilimento Italiana Coke di Cairo Montenotte. L’ordinanza di sequestro dell’impianto di trattamento delle acque fa seguito ai sopralluoghi tecnici che la Procura aveva ordinato alla Polizia giudiziaria nei mesi scorsi.
«È intenzione del Comune - aveva anticipato sabato il sindaco Fulvio Briano - intensificare i controlli sulla Cokeria di Bragno nell’ottica di tutelare la salute dei cittadini di Cairo e dei lavoratori che nell’impianto operano». Proprio il Comune interesserà l’Ist di Genova per migliorare la qualità dei monitoraggi dell’aria e la loro attendibilità.
L’azienda Italiana Coke rende noto che «è già da tempo allo studio un progetto operativo per conseguire l’ulteriore miglioramento delle prestazioni ambientali con particolare riferimento al settore del riutilizzo delle risorse idriche e in grado di soddisfare i rilievi esposti».

08 giugno 2010

2010/06/09 Bragno: inquinamento ambientale, blitz all'ItalCoke/TARANTO:Inquinamento, il Comune diffida l’Ilva


TRATTO DA SAVONA NEWS
Bragno: inquinamento ambientale, blitz all'ItalCoke

Decine di uomini della polizia giudiziaria insieme a consulenti chimici e biologi hanno effettuato un blitz questa mattina all'alba nello stabilimento dell'Italiana Coke nella frazione di Bragno a Cairo Montenotte.
Un'ispezione decisa dal procuratore capo Francantonio Granero e dal suo vice Danilo Ceccarelli, a seguito di diverse segnalazioni arrivate da quella zona, per verificare se all'interno dell'azienda sia state rispettate tutte le norme di carattere ambientale. Si indaga infatti sia per inquinamento atmosferico che per inquinamento ambientale. Un blitz che non e' passato inosservato agli abitanti della zona che da tempo segnalano la possibile presenza di sostanze chimiche sospette nel sito produttivo. E cosi' impianti e modalita' di attivita' sono finiti nel mirino della polizia giudiziaria
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Tratto da "Il corriere del Mezzogiorno.it

Inquinamento, il Comune diffida l’Ilva

Ordinanza del sindaco: «Trenta giorni per abbattere il livello di veleni». La Regione studia limiti entro il 2010

TARANTO — Comune di Taranto e Regione Puglia stringono l’assedio attorno all’Ilva e impongono una serie di prescrizioni per arginare l’avvelenamento da benzo(a) pirene.

Il sindaco dà trenta giorni di tempo all’azienda per presentare un piano che elenchi le migliori tecniche disponibili (Bat), da attuare senza perdere tempo, per ridurre al minimo le ricadute della sostanza cancerogena sulla città e, nello stesso tempo, le impone alcune misure di sorveglianza e monitoraggio per tenere sotto costante controllo le emissioni.

La Regione, dal canto suo, vuole bruciare i tempi e si è già attivata per preparare un piano d’azione finalizzato all’immediato rientro nei limiti previsti dalla legge sul benzo(a)pirene già nel 2010 senza attendere il 31 dicembre del 2012. Inoltre solleciterà il ministero dell’Ambiente perché includa nel rilascio dell’autorizzazione ambientale integrata (Aia) misure più incisive e stringenti rispetto alle Bat. Per tenere il benzo(a)pirene sotto il limite obiettivo di 1 nanogrammo per metro cubo saranno necessarie, quasi con certezza, le migliori tecnologie in assoluto.

LE RIUNIONI - I provvedimenti comunali e regionali sono il bilancio amministrativo di una giornata nella quale il rapporto con la grande industria dell’acciaio è stato al centro di due riunioni, una a Palazzo di città tra il sindaco e i rappresentanti di Arpa e Asl, l’altra a Bari tra l’assessore all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, e i rappresentanti di Altamarea, l’associazione ambientalista che raggruppa associazioni e cittadini. Il sindaco Stefàno ha notificato all’Ilva l’ordinanza che punta a riportare sotto il controllo, anche pubblico, le emissioni delle sostanze inquinanti. Di qui la prescrizione del sistema di monitoraggio a videocamera, delle emissioni diffuse e quelle convogliate; dell’installazione di un sistema di monitoraggio ad alta risoluzione temporale lungo tutto il perimetro dello stabilimento; dell’installazione di un impianto di monitoraggio in continuo degli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) e dei composti volatili (Btex) e del campionamento delle polveri sulle macchine caricatrici e sfornatrici, il quale consenta un prelievo mediato lungo l’intero sviluppo delle batterie.

LA MANCATA PUBBLICAZIONE - Manca, nell’ordinanza, l’esplicita disposizione che tutti questi dati siano trasmessi ad Arpa ed, eventualmente, resi pubblici mediante Internet. In ogni caso, si tratta di misure che permetteranno di capire se le emissioni di benzo(a)pirene riescano a stare al di sotto dei limiti di compatibilità con un centro urbano. «Riteniamo positiva l’iniziativa del sindaco - commenta Alessandro Marescotti, di Peacelink, - in alcuni punti va addirittura oltre le nostre richieste e permetterà di verificare se una cokeria può stare accanto a una città. Se i dati dimostreranno il contrario non rimane che la chiusura, come avvenuto altrove, perché le cokerie sono strutturalmente incompatibili e ad alta criticità perché le emissioni sono ineliminabili. Sarebbe auspicabile che i dati raccolti siano resi pubblici in modo da consentire il controllo perché un diritto dei cittadini esercitarlo». Altamarea ha valutato in modo positivo l’incontro con l’assessore Nicastro che ne ha condiviso tesi e proposte tanto da aver sollecitato Arpa a varare con urgenza il piano d’azione per limitare le emissioni nocive da parte dell’Ilva.