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01 gennaio 2009

2008/12/30"COMUNICATO di UNITI PER LA SALUTE"




Recentemente (28 dicembre) abbiamo letto l’ennesima dichiarazione della dirigenza della Centrale Termoelettrica tendente a minimizzare l’impatto della stessa sul territorio. Premettiamo che l’avversione alla combustione del carbone non è una posizione aprioristica, ma è suffragata in modo, crediamo ormai inconfutabile, dalla letteratura scientifica internazionale (si pensi che dal 2005 nel nostro Paese è vietato bruciare carbone per riscaldamento!)
Anche noi rispettiamo le opinioni di tutti e anche noi riteniamo che la cautela debba essere un obbligo e proprio per questo, per dare un contributo di chiarezza, a fronte delle citate posizioni della dirigenza della Centrale secondo cui “le immissioni delle poveri emesse dai camini costituiscono una frazione trascurabile rispetto alle polveri totali rilevate” ci limitiamo a riportare solo un piccolo stralcio del verbale n 18 del Consiglio Comunale di Savona che ci pare in netto contrasto con le suddette posizioni:

… la città di Savona risulta fortemente interessata dalle ricadute dell’inquinamento prodotto dalla Centrale Termoelettrica a carbone di Vado Ligure - Quiliano sita a circa cinque Km dal Centro cittadino ed infatti il "Piano Regionale di Risanamento e tutela della qualità dell'aria della Regione Liguria 2006 a PAG. 1072-1073 E 1074 per La sottozona 2b) che comprende i Comuni di Savona, Quiliano e Vado Ligure documenta che:
• ….
La combustione nell'industria dell'energia e quindi essenzialmente la centrale termoelettrica, è la prioritaria responsabile delle emissioni di Ossidi di azoto (68,3%); PM10 (34,9%), SOx (89,7%) e di COV (37,9%).
…… la situazione ambientale attuale nella sottozona 2b (Savona - Vado L. - Quiliano), si trova già a livelli di guardia senza considerare l'avvio dei gruppi a metano;

Inoltre citiamo dai verbali dei Consigli Comunali di Savona e di Quiliano che “ la convenienza economica del carbone rispetto agli altri combustibili è in realtà un minor costo per l’azienda che ne usufruisce, ma comporta elevati costi sociali, economici e sanitari per la comunità.”


Se le cose stanno così (perché dubitarne vista l’autorevolezza delle fonti?) innanzitutto ci sembrano del tutto fondate le preoccupazioni per la nostra salute ma, visto che gli stessi Consigli Comunali considerano “elevati” i “costi sociali, economici e sanitari per la comunità”, ci domandiamo anche se è lecito ed opportuno che i cittadini comincino a pensare di chiedere i danni economici già da oggi per la situazione pregressa.

Ringraziando per l’attenzione si porgono distinti saluti



30.12.2008 Uniti per la Salute

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