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30 maggio 2009

2009/05/30 "Acerra’s Box"

Tratto da "La Voce dell'emergenza"
Acerra’s Box

Un primo passo per scoperchiare il “vaso di Pandora” del termovalorizzatore? Intanto le voci dissidenti del fronte del no all’inceneritore persistono nel denunciare la gestione e il funzionamento dell’impianto. Ieri pomeriggio, dall’Umana Accoglienza, i Medici per l’Ambiente hanno lanciato il loro appello-monito, in seguito alla notizia sullo sforamento dei livelli consentiti di polveri sottili, PM10, provenienti dall’inceneritore in zona Pantano. Le tre centraline di controllo della qualità dell’aria situate vicino all’impianto, nel centro di Acerra e nel centro di San Felice a Cancello hanno rilevato sforamenti di 18 giorni a partire dal 23 marzo (limite 50 microng/m3) e la legge consente massimo 35 sforamenti all’anno. Il coordinatore dell’Isde Campania Dott. Gaetano Rivezzi nel suo intervento ha lanciato un accorato appello: “Noi chiediamo che venga assicurata una adeguata protezione sanitaria (efficace funzione delle unità operative di prevenzione collettiva delle aziende sanitarie locali) della popolazione intorno agli impianti di smaltimento di rifiuti in Campania e chiediamo trasparenza assoluta sui dati di monitoraggio e risposte chiare su dove stoccare le ceneri dell’inceneritore di Acerra e operazioni di smaltimento dei filtri di questo impianto”. Gennaro Esposito ha comunicato che le PM10 rilevate ad Acerra non possono che derivare in massima parte dall’attività di incenerimento dei rifiuti iniziata il 23 marzo scorso e che le ceneri, nonostante le rassicurazioni dei tecnici di Bertolaso, sono sempre tossiche e manca una legislazione europea che ne regoli i sistemi di corretto smaltimento in discariche speciali. Il Dott. Antonio Marfella ha ribadito che l’attività dei medici dell’ambiente deve coniugarsi con quelle dei cittadini che protestano, e che oltre alle informazioni scientifiche bisogna denunciare alle autorità queste procedure di smaltimento pericoloso.
“Dobbiamo essere un pungolo per le autorità, che ci debbono dire quando vorranno darci i risultato dello studio Sebiorec, considerando che gli Americani in Campania hanno realizzato un serio monitoraggio sulla contaminazione dei propri cittadini residenti in Campania”. Tommaso Esposito del comitato contro l’inceneritore ha dichiarato alla fine: “Questo impianto nasce vecchio e non sono state osservate le 27 prescrizioni. Questo impianto era stato tarato per bruciare il Cdr, mentre oggi si brucia di tutto.
Siamo seriamente preoccupati per questo”.
(Annalisa Aiardo, ilnolano.it)

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