Eco-News tratto da"La Voce dell'Emergenza"
Rifiuti nel Savonese, sindaci in rivolta per la Tarsu
Previsto per i Comuni un aumento del 12-13%, che si ripercuoterà sulla Tarsu
La lettera inviata da Ecosavona ai 65 comuni della provincia che smaltiscono i loro rifiuti alla discarica del “Boscaccio” di Vado, l’unica rimasta dopo la chiusura della discarica di Magliolo e Cima Montà e di proprietà di Ecosavona, ha scatenato la rivolta tra gli amministratori locali. La società comunica che, in base all’applicazione della legge n. 13 del 27 febbraio 2009 (che prorogava il regime transitorio della legge 36/2003), dal 1° luglio i rifiuti prima di essere portati in discarica devono essere pretrattati. Pretrattamento significa adeguamento degli impianti, del personale e delle attrezzature per Ecosavona. In poche parole, costi aggiuntivi e un salasso per le casse dei comuni. Nel caso in cui le amministrazioni non scegliessero di utilizzare il servizio di Ecosavona, dovrebbero provvedere loro stesse al pre-trattamento con relativa certificazione. Senza pretrattamento i Comuni non potranno scaricare i rifiuti. Questa fase di “lavorazione” dei rifiuti costerà alle amministrazioni il 12%-13% in più sullo smaltimento dei rifiuti. Un aumento che si traduce in decine di migliaia di euro. Inevitabilmente ciò si ribalterà il prossimo anno in un adeguamento della Tarsu.
«Il Comune di Savona è uno dei maggiori fruitori della discarica di Boscaccio – spiega l’assessore all’Ambiente, Jorg Costantino – e la nostra posizione è come quella delgi altri comuni. C’è una grave preoccupazione per l’anticipazione da parte del governo di una norma che doveva entrare in vigore il 31dicembre. In questo lasso di tempo l’amministrazione avrebbe potuto organizzarsi per affidare ad Ata la fase di pretrattamento. La legge prevede la possibilità di proroga, ma per la nostra regione non è stata prevista. Mi viene da pensare che, visti i recenti contrasti tra il governo e la Regione proprio in materia di rifiuti, la proroga venga concessa solo alla regioni amiche».
Il Comune di Savona, come molti altri della provincia, a inizio anno ha aumentato consistentemente la Tarsu e sarebbe costretto ad intervenire di nuovo per trovare le risorse necessarie per il pretrattamento. «Mi auguro che ci sia la possibilità di trattare - conclude Costantino - perché con i margini sempre più risicati dei nostri bilanci un ritocco alla Tarsu sarà inevitabile. Ma la cosa più grave è che questo problema porta ancora una volta in evidenza la necessità di una discarica pubblica il cui sito è già stato identificato a Passeggi. Ci auguriamo che con la nuova amministrazione provinciale si riesca a risolvere il problema». La Provincia convocherà a breve una riunione con Ecosavona per trovare soluzioni organizzative, finanziariamente sostenibili, per i 65 comuni che trasportano nel sito la loro spazzatura. «Il presidente Vaccarezza - spiega Palazzo Nervi - ha ritenuto necessario affrontare subito una problematica che per molti Comuni rappresenta una preoccupante emergenza economica». (Elena Romanato, Il Secolo XIX)
Tratto da Ivg
L’ex assessore provinciale Filippi: “Manca la cultura avanzata del rifiuto”

Provincia. L’ex assessore provinciale Giampietro Filippi risponde punto su punto alle polemiche esplose intorno all’aumento tariffario del conferimento in discarica dei rifiuti solidi urbani.
“Pare che molti amministratori locali siano stati presi in contropiede da una norma inattesa, mai ipotizzata, del tutto sconosciuta: nulla di più ipocrita e falso” afferma Filippi, che evidenzia: “I Comuni erano avvisati da ben sei anni, per cui sapevano che dovevano organizzarsi per attivare essi stessi il pretrattamento oppure sopportarne i costi qualora il servizio, come di fatto oggi avviene, fosse stato prestato da terzi. Ma la gran parte dei Comuni, malgrado ripetute sollecitazioni, ignorò volutamente la norma, sperando sempre nel rinvio o in qualche altro fatto eccezionale che li mettesse al riparo dalle incombenze”.
Il Dlgs 36/2003 ha stabilito a suo tempo che i rifiuti solidi urbani, prima di essere conferiti a discarica, avrebbero dovuto subire un pretrattamento di selezione del riciclabile e di triturazione dell’indifferenziato; il meccanismo sarebbe dovuto andare a regime entro il 2005. Poi, intervennero una serie di proroghe che fecero arrivare al primo luglio del 2009.
Prosegue l’ex assessore ai rifiuti della Provincia: “Molte amministrazioni, soprattutto, nulla fecero per attivare in modo serio ed efficace la raccolta differenziata, con un ‘porta a porta’ ben organizzato e, alla lunga, foriero di vantaggi anche economici. Se la differenziata con il ‘porta a porta’ fosse stata progressivamente applicata con serietà ed impegno, tanti Comuni avrebbero potuto diminuire di molto i conferimenti a discarica ed i relativi costi, come ad esempio hanno fatto Albenga, Villanova, Vado, Quiliano, Cengio, Millesimo ed altri, e ridurre contestualmente le maggiori spese per il pretrattamento. Oggi, di fatto, senza nessun vantaggio, molti Comuni, a seguito dei costi del pretrattamento, buttano letteralmente via fondi che, se fossero stati utilizzati a suo tempo per il ‘porta a porta’, avrebbero prodotto indubbi vantaggi ambientali, sociali, di immagine ed anche economici”.
“Ma si sa - aggiunge Giampietro Filippi - Una cultura avanzata del rifiuto non è patrimonio né della nostra regione, né della nostra provincia, né di Savona città: ci sono troppi sapienti, troppi soloni, troppi improvvidi consulenti che sanno tutto di tutto, che dissertano sui rifiuti e negano la bontà di meccanismi che sono ormai patrimonio, oltre che di almeno duemila Comuni in Italia, molti del vituperato Sud, anche di migliaia di città e paesi in Europa e nel mondo. Oggi, dalle nostre parti, la soluzione del problema rifiuti è ancora pervicacemente vista o nella discarica o nell’inceneritore”.
Poi, dall’ex assessore della giunta Bertolotto, l’attacco politico: “C’è pochezza progettuale ed anche un po’ di ipocrisia nelle ultime dichiarazioni dell’assessore regionale Ruggeri e nei pianti greci di Savona: in luogo di cercare strade positivamente alternative alla discarica, strade di recupero di materie prime, di riciclaggio, di risparmio energetico, si incaponiscono su soluzioni superate, con la volpe dell’inceneritore sempre nascosta sotto l’ascella. E non è casuale la convergenza di fatto tra le idee di Scajola e quelle di Ruggeri, con il servizievole supporto degli articoli di certa cronaca locale. Non parliamo poi di molti Comuni governati da amministratori di destra, tanto più petulanti quanto più insipienti nel risolvere il problema sul loro territorio; amministratori che sempre hanno ostacolato il Piano Provinciale Rifiuti”.
Per l’ex assessore provinciale quella dell’inceneritore è la scelta meno opportuna e più irresponsabile che si possa operare in provincia di Savona, sotto il profilo economico, ambientale, sanitario e del rendimento energetico. “Il fatto è che ormai le alleanze politiche non si fanno sulle idealità, ma sulle convenienze; che ci sono alleanze visibili, ma formali, ed alleanze nascoste, ma sostanziali; che, in provincia di Savona e in Liguria, c’è ormai uno solo che comanda in merito a inceneritori, centrali a carbone e quant’altro di più inquinante, costoso e pericoloso ci sia, e che i suoi vassalli palesi ed occulti hanno da tempo iniziato ad alzare il polverone” conclude Filippi.
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