Secondo giorno: le centrali occupate salgono da quattro a cinque
16:30 Porto Tolle
Dai racconti degli attivisti fermati ieri alla base della centrale e poi portati in commissariato, emerge un quadro anomalo (rispetto alle altre località oggetto di azione) dell'intervento delle forze dell'ordine. Per spaventare gli attivisti incatenati alla porta della ciminiera, infatti, la polizia ha trapanato più volte la lamiera. Dopodiché, noncurante sempre della presenza delle persone, ha autorizzato una ruspa dell'Enel a sfondare la stessa lamiera. Portati in commissariato, non solo gli attivisti ma anche membri dello staff di Greenpeace mai entrati all'interno della centrale e alcuni giornalisti, tutti quanti sono stati identificati e sottoposti a prelievo delle impronte per essere schedati, come fossero criminali comuni. Ai giornalisti, fotografi e video operatori accorsi sul posto non è stato permesso l'ingresso nella centrale.
15:50 Aggiornamenti da tutte le centrali
Gli attivisti di Greenpeace rimangono in cima a tre delle cinque centrali occupate a partire da ieri, 8 luglio. A Brindisi, Porto Tolle, e Fusina/Marghera continuano le azioni, mentre a Vado Ligure e Civitavecchia Torre Valdaliga gli attivisti sono usciti dopo avere lanciato il proprio messaggio al G8.
L’azione combinata di Greenpeace va avanti, visti anche i deludenti risultati raggiunti finora al G8. “I leader agiscono e i politici parlano”, è stato il commento dall’Aquila di Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia: “Incapaci ad agire in modo deciso contro il riscaldamento globale, i leader delle nazioni più ricche rischiano di mettere il pianeta sulla strada di rapidi cambiamenti climatici, con costi sociali e ambientali devastanti”.
15:45 Vado Ligure
Gli attivisti sono scesi poco prima dell’ora di pranzo, accolti dalla popolazione e da diversi comitati locali (“Uniti per la salute”, “Vivere Vado”, “Amare Vado”) con diversi striscioni recanti le scritte “Basta carbone, “No coal”, etc. Più di un centinaio di persone hanno offerto un pranzo ai ragazzi di Greenpeace. Presenti l’assessore regionale all’ambiente, Franco Zunino, il consigliere regionale dei Verdi, Carlo Vasconi, e la vicesindaco di Vado Ligure, Franca Guelfi, mentre il Sindaco aveva chiamato nella mattinata per portare la propria solidarietà. La signora Guelfi ha dichiarato: “L’amministrazione comunale vadese ha nei suoi indirizzi di governo la dismissione del carbone e su questa linea si pone il rifiuto del potenziamento a carbone della centrale termica di Vado Ligure. I cittadini di Vado apprezzano i contributi di pensiero e azione alla loro causa contro il carbone”.
15:40 Civitavecchia
L’azione si è conclusa senza incidenti. Gli attivisti hanno dipinto sulla cupola più alta della carboniera di Torre Valdaliga la scritta “G8: STOP THIS!” (“G8: ferma questo!”, ovvero il carbone) e sono scesi. Tutti i fermati sono stati rilasciati.
15:35 Brindisi
Gli attivisti hanno iniziato a scrivere un messaggio per il G8 sul fianco della centrale rivolto al mare, ma si sono poi fermati per il vento. Hanno ricominciato a scrivere attorno alle 15, mentre stanno iniziando le operazioni di distacco dal nastro trasportatore del carbone.
15:30 Fusina, Marghera
Gli attivisti saliti sulla gru sono scesi questa mattina per rischio fulmini. Gli altri ancora all’interno della centrale – una trentina circa – hanno scritto un messaggio sul muro: “G8: LEAD OR LOSE” (“G8: prendi la leadership o fallisci”). Nel frattempo, sulla fiancata della nave carboniera “Bulk Brazil” è stata composta la scritta “G8 DON’T DROWN VENICE” (“G8 non annegare Venezia”).
15:25 Porto Tolle
Continua l’occupazione della ciminiera da parte dei nove attivisti di Greenpeace. Finita la scritta “CO2 KILLS” (“La CO2 uccide”). Tutti i fermati all’interno e all’esterno della centrale sono stati rilasciati.
09:30 Vado Ligure
Un attivista tedesco ha preso il volo con un “paramotore”, sulle cui vele era riprodotta la scritta “G8: LEAD ON CLIMATE” (“G8: prendi la leadership sul clima”): la stessa presente nei banner aperti dagli attivisti di Greenpeace sulla centrale. Intanto, la popolazione di Vado Ligure continua le manifestazioni di apprezzamento per l’azione di Greenpeace.
08:10 Vado Ligure, la popolazione con Greenpeace
L'occupazione della centrale continua con il sostegno della popolazione locale. Già mercoledì mattina un gruppo di cittadini del comitato locale "Uniti per la salute" si era riunito attorno agli attivisti in segno di solidarietà. Nel pomeriggio alcuni abitanti sono scesi per complimentarsi e portare acqua. La sera è arrivata altra gente che si è radunata intorno alla centrale Tirreno Power, portando pizze e torte fatte in casa.
08:05 La notte nelle quattro centrali occupate
Tutti gli attivisti e i giornalisti fermati ieri a Porto Tolle sono stati rilasciati.A Marghera, gli attivisti saliti sulla gru sono scesi per il rischio di fulmini, mentre altri sono rimasti all’interno della centrale. Dall’Aquila, il direttore di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio, ha così commentato: “Riferendosi a un generico accordo per contenere l’aumento della temperatura terrestre entro i 2 gradi, senza un piano chiaro, senza investimenti e senza obiettivi, il G8 non aiuterà a uscire dal vicolo cieco nel quale sono arenati i negoziati sul clima delle Nazioni Unite."
07:00 Civitavecchia, Torrevaldaliga Nord
Questa mattina le centrali italiane occupate da Greenpeace salgono a cinque: alle prime luci del giorno cinque attivisti sono saliti in cima alla nuova centrale a carbone ENEL presso Civitavecchia, si sono calati con le corde dal carbonile per scrivere un altro messaggio: "G8: stop this"! La polizia ha fermato per identificazione membri dello staff di Greenpeace e video operatori all'esterno della centrale.
Tratto da" Greenpeace"
G8 INCAPACE DI AGIRE. IL CAOS CLIMATICO SI AVVICINA
Il G8 si chiude senza nessun impegno concreto a una riduzione delle emissioni nel medio periodo, e senza alcun impegno a investire la cifra di 106 milioni di dollari che serve, annualmente, per aiutare i Paesi in via di sviluppo a contrastare gli impatti del cambiamento climatico e a fermare la deforestazione. I grandi del mondo hanno così fallito nel posare la prima pietra di uno storico accordo per salvare il clima al summit di Copenhagen, che è solo tra 150 giorni.
“I politici riuniti all’Aquila rischiano di mettere il pianeta sulla strada di rapidi cambiamenti climatici, con costi sociali e ambientali devastanti”, sostiene il direttore di Greenpeace: “Riferendosi a un generico accordo per contenere l’aumento della temperatura terrestre entro i 2 gradi, senza un piano chiaro, senza investimenti e senza obiettivi, il G8 non aiuterà a uscire dal vicolo cieco nel quale sono arenati i negoziati sul clima delle Nazioni Unite. Anzi”.
È vero che è la prima volta che i leader del G8 si mettono d’accordo per contenere l’aumento delle temperature entro i 2 gradi, rispetto ai livelli dell’era pre-industriale. Ma se questo rappresenta un passo in avanti per USA, Canada, Russia e Giappone, altri 124 Paesi in tutto il mondo sostengono già questi obiettivi, o addirittura altri ancora più rigidi.
Oggi il G8 ha fallito, ma individualmente i leader possono ancora sbloccare il negoziato, con impegni concreti e pubblici prima della prossima assemblea generale delle Nazioni Unite che si occuperà del clima il prossimo 22 settembre. Tutti i leader e tutti i Paesi sono importanti, e ogni impegno per obiettivi efficaci entro il 2020 prima, ed entro il 2050 dopo, ci avvicinerebbe a un accordo vero, per salvare il clima, a Copenhagen. Le conseguenze di radicali cambiamenti climatici, d’altra parte, sarebbero così catastrofiche che tutti devono darsi da fare per chiedere in modo compatto ai leader del mondo di agire.
Il tempo sta passando per il clima, per le persone e per i negoziati. Il punto è che fissare degli obiettivi senza strumenti per realizzarli è semplicemente velleitario: “È come darsi appuntamento sulla cima dell’Everest senza avere nemmeno comprato corda, scarponi e ossigeno”, conclude Giuseppe Onufrio.
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