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02 ottobre 2009

2009/10/05 "I bimbi del Talidomide saranno risarciti (cinquant’anni dopo)"

Tratto da "il Corriere della sera "
5 ottobre 2009

I bimbi del Talidomide saranno risarciti (cinquant’anni dopo)

Malformazioni per il farmaco, via agli indennizzi

Circa 4.000 euro al mese esentasse. Il ministro del Wel­fare, Maurizio Sacconi, ha fir­mato il decreto e da quando sarà pubblicato sulla Gazzet­ta Ufficiale (fine ottobre) scat­terà l’indennità per le vittime italiane (un centinaio) del ta­lidomide. Il «sonnifero male­detto » venduto come strasi­curo, senza bisogno nemme­no della ricetta, dal 1959 al 1965. Dopo mezzo secolo fi­nalmente l’Italia riconosce l’esistenza di questo danno da risarcire. E una sentenza del Tar apre la strada anche agli arretrati.

Uno psicofarmaco sedativo pubblicizzato come sicurissi­mo, anche per le donne in gra­vidanza e i bimbi che aveva­no in grembo. Nati poi con malformazioni gravissime: la più diffusa, l’assenza degli ar­ti (focomelia). La ballerina senza braccia, i pittori con i piedi o con la bocca (di cui du­rante le festività compriamo le cartoline di auguri con le lo­ro opere) ne sono esempio. Eppure pochi in Italia oggi sanno perchè queste persone sono nate così. Colpa del tali­domide, che per business fu propagandato come strasicu­ro. Soltanto gli Stati Uniti non l’approvarono.

Quarant’anni fa tutto il mondo scoprì con orrore che, a causa di quel sedativo, erano nati migliaia di bambi­ni malformati. Lo produceva, con il nome di Contergan , la tedesca Chemie Grünenthal di Stolberg. Ne propagandava l’assoluta innocuità, anche quando ne erano già noti gli effetti tossici.
Il bilancio: 6.000 nati malformati nella Germania Ovest, 400 in Gran Bretagna, circa 150 in Svezia, probabilmente altrettanti in Italia, e altri altrove per un to­tale compreso, secondo caute stime, tra gli 8.000 e i 10.000 casi. Dato che il tasso di mor­talità dei bambini vittime del talidomide si aggira intorno al 40%, il numero originale dei casi è stato così considere­volmente ridotto.
Le possibili­tà di sopravvivenza, nei casi gravi, sono infatti molto ri­dotte.

In particolare per l’estrema sensibilità alle alte temperature, dovuta alla man­canza delle estremità che svolgono un ruolo importan­te nella termoregolazione.

Un così orrendo crimine sa­rebbe rimasto nascosto nella disperazione «privata» di mi­gliaia di famiglie, se alcuni medici, avvocati e giornalisti non avessero smascherato la verità. Grazie a loro la trage­dia del talidomide ha avuto fi­ne.
Contro di loro si schieraro­no l’establishment medico e il potere dell’industria farma­ceutica, che nel frattempo aveva combinato il talidomi­de con altri prodotti farma­ceutici come l’aspirina.
Un preparato liquido, espressa­mente preparato per i bambi­ni, divenne la baby-sitter del­la Germania Ovest.
A rompe­re il muro di silenzio ci pensò il 26 novembre 1961 la Welt am Sonntag . Il 27 novembre 1961 il Contergan venne riti­rato per ordine del ministero degli Interni del Nor­drhein- Westfalen. La Germa­nia fu la prima a stanziare fon­di per cura, riabilitazione, in­dennità, per le vittime del tali­domide. A cominciare dalle barriere architettoniche. Una svolta culturale. Seguirono tutti i Paesi del Nord Europa. E ora, finalmente, l’Italia.


Una vittoria per Nadia Ma­lavasi, presidente dell’Asso­ciazione Thalidomidici italia­ni Onlus (Thaionlus): «Siamo nati per due scopi: ottenere un riconoscimento tangibile dell’immane danno che noi vittime abbiamo subito ed evitare che questa tragedia si ripeta ancora. Per quanto ri­guarda il primo punto, dopo anni di battaglia, l’apertura è venuta con un articolo del de­creto 'Milleproroghe' 2007».

Ma i regolamenti applicati­vi hanno poi aspettato fino ad oggi.
Meglio tardi che mai


Mario Pappagallo

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