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03 ottobre 2009

2009/10/05"L’inquinamento attraversa il mondo"/Far qualcosa per salvare l’ambiente costa. Non far nulla costa anche di più...


Tratto da www.ecologiae
L’inquinamento attraversa il mondo
Di Paola Pagliaro

Lo smog e l’inquinamento atmosferico delle fabbriche può avere un impatto negativo sulla qualità dell’aria non solo nelle nazioni in cui è prodotto, ma anche nelle regioni lontane del mondo. Nei prossimi decenni, le emissioni di origine antropica dovrebbero aumentare in Asia orientale ed in un numero crescente di Paesi si potranno sentire gli effetti anche se il mondo industrializzato sta lavorando per rafforzare le norme di protezione ambientale.

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha analizzato i dati meteorologici e chimici e ha scoperto che alcuni picchi inquinanti negli Stati Uniti possono essere trasportati fin verso l’Asia. Uno studio ha scoperto che una massa d’aria inquinata ha circa otto giorni di tempo per viaggiare dall’Est asiatico fino al centro degli Stati Uniti prima di esaursi.
L’inquinamento atmosferico non conosce confini nazionali, l’atmosfera si connette tra regioni remote del nostro pianeta. Le emissioni in un solo Paese possono influire sulla salute umana e dell’ecosistema in Paesi lontani sottovento.
Anche se è difficile quantificare queste influenze, in alcuni casi l’impatto è notevole in termini di prospettive legislative e di sanità pubblicaha spiegato Charles Kolb, presidente della commissione che ha redatto il rapporto e presidente dell’Aerodyne Research Inc.

La relazione ha esaminato quattro tipi di inquinanti: l’ozono; il particolato sottoforma di polveri, solfati o fuliggine; mercurio; inquinanti organici persistenti, come il DDT.
Il comitato ha ritenuto che vi siano le prove che questi quattro tipi di inquinanti possano passare attraverso gli oceani e in tutto l’emisfero settentrionale, offrendo notevoli concentrazioni nei Continenti sottovento.
L’inalazione diretta di ozono e di particolato può causare problemi respiratori e altri effetti sulla salute. Anche piccoli aumenti nelle concentrazioni atmosferiche possono avere impatti negativi. Il mercurio e gli inquinanti organici persistenti possono accumularsi sulla terra e nei bacini idrici, che possono contaminare le fonti di cibo. Per esempio, la gente potrebbe consumare mercurio mangiando del pesce. C’è anche preoccupazione per l’eventuale rilascio delle emissioni immagazzinate nel suolo, foreste, ghiacciai, e in altri ambienti.

I cambiamenti climatici potrebbero anche portare ad un clima più caldo e agli spostamenti nella circolazione dell’aria. Tali modifiche potrebbero incidere sui modelli di emissione, trasporto, trasformazione e deposizione per tutti i tipi di inquinamento. Ma tale aumento potrebbe essere attenuato da sforzi di controllo rigoroso dell’inquinamento e dalla cooperazione internazionale nello sviluppo e nella distribuzione di tecnologia di controllo dell’inquinamento.


Alcuni studi hanno stimato che la riduzione dell’ozono che provoca emissioni del 20% nelle altre principali regioni industriali dell’Emisfero Nord potrebbero significare circa 500 morti in meno all’anno da premature condizioni cardiopolmonari.

Fonte: [Livescience]
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Tratto da ecologiae

Far qualcosa per salvare l’ambiente costa. Non far nulla costa anche di più...

In America è talmente sentito il problema del riscaldamento globale che il dibattito su cosa fare sta infiammando il Parlamento. Sembrerebbe una cosa normale, ma al confronto del Parlamento italiano in cui tali problematiche sono sempre messe in fondo all’agenda, può sembrare una cosa eccezionale.
Secondo i calcoli dell’Onorevole Romm (un collaboratore del Dipartimento di Energia nell’era Clinton), se non facessimo nulla per l’energia, questa scelta costerebbe alle famiglie americane quasi 10.000 dollari a testa entro il 2030, e il costo per i loro figli potrebbe essere molto di più.
Spiegano su Treehugger che:
I problemi energetici e climatici del Paese hanno raggiunto il punto in cui l’ostruzionismo dei politici non può essere permesso semplicemente per criticare coloro che tentano di risolvere questi problemi, offrendo alternative credibili o politiche al riguardo.
Ora, si dà il caso che i problemi energetici e climatici a cui Romm si riferisce hanno un costo reale per le famiglie americane, e l’azione della prevenzione potrà ridurre tale onere.
Secondo il Partito Repubblicano, questi provvedimenti risulterebbero come una tassa per i cittadini (sembra di sentir parlare il Centrodestra italiano), ma in realtà è la loro azione ad essere, come l’ha definita Romm, “una tassa doppia”, dal momento in cui non fare nulla in materia di clima ed energia pulita è l’unico modo certo per garantire
1. che la nostra bolletta energetica possa continuare ad aumentare come ha fatto finora sotto le politiche del non far nulla (di George W. Bush, ma anche di molti Governi europei);

2. che sui nostri figli graverà un enorme costo a cui non potranno sottrarsi per adattarsi alle catastrofi del riscaldamento globale.

Se il disegno di legge sulla scrivania di Obama divenisse realtà, permetterebbe di produrre un risparmio energetico, che porterebbe anche a risparmiare 3.900 dollari per famiglia entro il 2030 con il taglio della bolletta petrolifera, che nella migliore delle ipotesi potrebbe arrivare a far risparmiare fino a 5.600 dollari per famiglia.

E per quanto riguarda il costo probabile di fronte al cambiamento climatico, dobbiamo consentire che la prospettiva peggiore si verifichi, non avendo ridotto per tempo le emissioni? In realtà, un’analisi più rigorosa dei migliori scienziati reclutati da un ex co-presidente del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici ha rilevato che il valore attuale netto degli impatti del cambiamento climatico è di 1.240 trilioni di dollari attuali. Non fare nulla impone quindi un onere inimmaginabile per i nostri figli e nipoti, impossibile oggi da calcolare.

Uno dei metodi sarebbe cominciare a tassare maggiormente il petrolio, ma si sa che da quell’orecchio larga parte della classe politica non ci sente. I calcoli effettuati riguardano gli Stati Uniti, ma sono paragonabili anche all’Italia, visto che oggi il nostro Paese vive una situazione simile ed anche forse peggiore rispetto a quella d’Oltreoceano. Se per tanti anni Bush ha governato nella stessa maniera di Berlusconi in Italia, oggi Obama è duramente criticato da quella parte politica che vuole che tutto rimanga così com’è. In Italia per ora abbiamo ancora il vecchio modo di pensare. Speriamo che arrivi un Obama che cambi le cose anche qui.

Fonte: [Treehugger]

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